NAPOLI - ''Reti'' per catturare i rottami dei vecchi satelliti che affollano l'orbita terrestre e ''rimorchiatori'' capaci di agganciare i detriti piu' grandi, trascinandoli a bruciare nell'impatto con l'atmosfera: sono fra le nuove tecnologie allo studio dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) per ripulire l'orbita terrestre dalla miriade di detriti accumulati in poco piu' di mezzo secolo.
''I progetti allo studio rientrano nel filone delle ricerche sullo 'spazio pulito''', ha detto il direttore del Centro per la ricerca scientifica e tecnologica dell'Esa (Estec), Franco Ongaro, a margine del Congresso Internazionale di Astronautica in corso a Napoli.
Alla vigilia dei 55 anni dall'inizio dell'era spaziale, la tecnologia europea per lo spazio diventa ''verde'' e punta a 'ripulire' l'orbita terrestre dalla miriade di rifiuti accumulati a partire dal primo satellite artificiale, lo Sputnik, lanciato il 4 ottobre 1957. Le tecnologie per lo spazio pulito si dividono in due filoni, ha spiegato Ongaro: ''il primo si preoccupa dell'impatto delle attivita' spaziali sulla Terra'', ad esempio costringendo agenzie e aziende a ripensare i sistemi di propulsione basati sull'idrazina, una sostanza considerata pericolosa e che potrebbe presto diventare fuorilegge. Il secondo filone di ricerca riguarda invece lo sviluppo di tecnologie tese a ridurre il numero dei detriti spaziali piu' ingombranti, parcheggiati in un'orbita al di sopra di 650 chilometri. ''L'obiettivo – ha aspiegato Ongaro – e' cercare di far rientrare, con la minore spesa possibile, tutto quello che mandiamo su''.
Lo spazio pulito e' tra le proposte che in novembre saranno all'attenzione della conferenza ministeriale dell'Esa, insieme allo sviluppo di nuove tecnologie per la ricerca scientifica, per lo sfruttamento di nuove fonti di energia e per l'esplorazione spaziale.
