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Nuoto - Record negato: "Si vedevano le forme femminili"

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view post Posted on 19/7/2013, 16:13
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CITAZIONE
La battaglia di Elham Asghari, nuotatrice iraniana, contro la federazione e le restrizioni dell'Islam: "Non mi hanno omologato il record, ma ero coperta dalla testa ai piedi. Temono che il mio esempio spinga altre donne a nuotare in mare aperto"

Internet, Youtube e Facebook con precisione, e infine un’intervista a 360 gradi al famoso quotidiano britannico ‘The Guardian’ per raccontare, anzi gridare, al mondo intero la sua storia. Ma non solo. Le nuove tecnologie serviranno innanzitutto a viaggiare e a raggiungere ogni angolo del Pianeta, un veicolo che non conosce – più o meno – la parola ‘censura’ e che potrebbe risvegliare la speranza e l'orgoglio di molte donne che come Elham Asghari lottano ogni giorno per inseguire semplicemente i propri sogni.

Elham è una ragazza iraniana di 32 anni, nuota da quando era bambina, e lo scorso mese ha realizzato il nuovo record nazionale in mare aperto sulla distanza di 20 chilometri (6 ore). La federazione, però, prima lo ha ritoccato a 15 km, per poi trovare un compromesso a 18 km, e comunque ha deciso di non omologarlo. Record ufficiale, regolare, non riconosciuto.

Ma perché? Lo spiega la stessa Elham. “Ho indossato una tuta che potesse rispettare il codice d’abbigliamento islamico, ero coperta da capo a piedi. Erano presenti degli ufficiali di gara che hanno constatato tutto. Poi però la federazione mi ha spiegato che quando ero fuori dall’acqua si vedevano le forme femminili del mio corpo. Non ho dormito per delle notti intere…”

Un sogno rincorso sin da quando era bambina, quando a cinque anni Elham decise di progettare da sola proprio il costume speciale che rispecchiasse il più possibile le tradizioni islamiche, una sorta di hijab completo per l’acqua. Ci è riuscita, nonostante i 6 kg in più da sopportare in acqua e uno sforzo fisico incredibile e anche molto doloroso. Elham si è allenata, duramente, per anni. E alla fine è riuscita a stabilire il record. Ma in realtà, il suo sogno era un altro. Nuotare liberamente come donna, e vedersi riconoscere una simile 'impresa'. Per questo ha deciso di contattare il suo manager, Farvartish Rezvaniyeh, e insieme hanno girato un video che in pochi giorni ha totalizzato migliaia di visite su Youtube e sulla sua pagina ufficiale di Facebook. Una soluzione indispensabile per sensibilizzare l’opinione pubblica e le tante donne che spesso non hanno il coraggio di inseguire i propri sogni.

“Non potevo credere a una simile ingiustizia, così abbiamo realizzato il video – racconta sempre al Guardian Elham – Nessuno accetterà mai di nuotare con un simile costume, è faticoso e soprattutto fa male al mio corpo. Il mio record sui 20 km è reale, ma è stato tenuto in ostaggio da persone che non riuscirebbero a percorrere nemmeno 20 metri. Non voglio cedere alle pressioni. Il nuoto non è un’esclusiva degli uomini, noi donne lo sappiamo far altrettanto bene”.

Le donne in Iran possono nuotare solamente in piscine al chiuso, ma in determinati giorni e orari e solo tra donne, e mai in mare aperto. “Hanno paura che riconoscendo il mio record, involontariamente approverebbero l’utilizzo di un costume simile a quello che ho indossato io permettendo l’accesso al mare aperto a tutte le donne”, continua Elham.

Una storia con risvolti anche drammatici. In un precedente tentativo, sull’ isola meridionale di Kish, Elham fu ferita dalle imbarcazioni della polizia locale che stavano tentando di fermarla. Una battaglia portata avanti per circa 8 anni durante il mandato dell’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad. La speranza di Elham, e di molte donne come lei, è che le cose possano cambiare con il nuovo presidente Hassan Rouhani. “Spero che nel prossimo governo non ci sia spazio per quelle persone che hanno cercato di ostacolare i mie tentativi”, aggiunge la coraggiosa nuotatrice.

Questa la speranza e il sogno di una ragazza di 32 anni diventata il simbolo non solo di tutte le nuotatrici dell’Iran ma anche di tutte quelle donne che nel 2013 sperano di poter inseguire e realizzare i propri obiettivi senza mancar di rispetto ai principi dell’Islam. Coniugare e onorare le due cose, sport e religione: sentiero infido, ricco di ostacoli, ma più facile da percorrere grazie all’esempio di Elham Asghari.

FONTE - EUROSPORT/YAHOO.COM
 
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