Portgas TCO Bret |
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| CITAZIONE La parola di un altoatesino vale di più di quella di un napoletano. Almeno secondo Alex Schwazer, atleta nato in quel di Vipiteno, trovato positivo al test antidoping prima delle Olimpiadi di Londra 2012. «Posso giurare che non ho fatto niente di proibito – scriveva Schwazer, il 28 giugno 2012, al medico della Fidal Pierluigi Fiorella – ti ho dato la mia parola e non ti deluderò. Sono altoatesino, non sono napoletano». Due giorni dopo, il 30 giugno, l’atleta viene trovato positivo all’Epo. Insomma: Schwazer non solo offende i napoletani, ma poi si fa cogliere pure con le mani nel sacco.
SPORT E DOPING – Ma l’insieme della contraddizioni (a voler essere gentili) non finisce qui. Nella sua confessione pubblica dell’8 agosto 2012, Schwazer ammise di aver assunto Epo a causa di un cedimento psicologico. Era un brutto periodo, e qualcosa bisognava pur fare. Ma le indagini dei Ros di Trento e dei Nas di Firenze contraddicono la versione dell’assunzione momentanea. I carabinieri, addirittura, parlano di “profilo ematologico personale”, un’assunzione continua e costante di sostanze dopanti per la quale non è escluso che Schwazer facesse utilizzo di Epo anche durante i giochi di Pechino 2008. Competizione, lo ricordiamo, dove l’atleta di Vipiteno, vinse l’oro alla marcia di 50 chilometri.
fonte, Campaniasuweb.it RAZZISTA DEL CAZZO!!! sarà amico di quelle merde della lega nord la risposta di Patrizio Oliva vecchio pugile napoletano CITAZIONE «Schwazer dovrebbe chiudersi in casa e non uscire più per la vergogna. Dimostra non solo di essere uno sportivo scorretto, ma anche un razzista. I fratelli Porzio, Massimiliano Rosolino, Diego Occhiuzzi, Pino Maddaloni e il sottoscritto, si sono fatti il mazzo tanto per vincere una medaglia e sono campioni autentici, non come lui che non lo è mai stato. Noi siamo campioni veri e non accettiamo lezioni da lui, non abbiamo mai alterato le nostre prestazioni pur di vincere. Lui, invece, per dirla alla Eduardo De Filippo, ha dimostrato di essere la “schifezza degli atleti”» (Patrizio Oliva)
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