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Strage di Bologna, 2 Agosto 1980

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view post Posted on 1/8/2010, 21:52
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La strage di Bologna, compiuta sabato 2 agosto 1980, è uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra. Per Bologna e per l'Italia è stata una drammatica presa di coscienza della recrudescenza del terrorismo.

L'esplosione e la reazione della città

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L'autobus della linea 37, utilizzato come pronto soccorso mobile di fronte alla stazione
Alle 10:25, nella sala d'aspetto di 2º classe della Stazione di Bologna Centrale, affollata di turisti e di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplose, causando il crollo dell'ala ovest dell'edificio. L'esplosivo, di fabbricazione militare, era posto nella valigia, sistemata a circa 50 centimetri d'altezza su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell'ala ovest, allo scopo di aumentarne l'effetto[1]; l'onda d'urto, insieme ai detriti provocati dallo scoppio, investì anche il treno Ancona-Chiasso, che al momento si trovava in sosta sul primo binario, distruggendo circa 30 metri di pensilina, ed il parcheggio dei taxi antistante l'edificio.
L'esplosione causò la morte di 85 persone ed il ferimento o la mutilazione di oltre 200.

La città reagì con orgoglio e prontezza: molti cittadini, insieme ai viaggiatori presenti, prestarono i primi soccorsi alle vittime e contribuirono ad estrarre le persone sepolte dalle macerie; immediatamente dopo l'esplosione la corsia di destra dei viali di circonvallazione che circondano il centro storico di Bologna, e su cui si trova la stazione, fu riservata alle ambulanze ed ai mezzi di soccorso e, dato il grande di numero di feriti, non essendo tali mezzi sufficienti al loro trasporto verso gli ospedali cittadini, vennero impiegati anche autobus, in particolare quello della linea 37, divenuto, insieme all'orologio fermo alle 10.25, uno dei simboli della strage, auto private e taxi ed, al fine di prestare le cure alle vittime dell'attentato, i medici ed il personale ospedaliero fecero ritorno dalle ferie, così come i reparti, chiusi per le festività estive, furono riaperti per consentire il ricovero di tutti i pazienti.

Nei giorni successivi la centrale Piazza Maggiore ospitò imponenti manifestazioni di sdegno e di protesta da parte della popolazione e non furono risparmiate accese critiche e proteste rivolte ai rappresentanti del Governo, intervenuti il giorno 6 ai funerali delle vittime celebrati nella Basilica di San Petronio; gli unici applausi furono riservati al Presidente Sandro Pertini, giunto immediatamente con un elicottero a Bologna alle 17.30 del giorno della strage, che in lacrime pronunciò di fronte ai giornalisti queste brevi parole: "non ho parole, siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia"

Struttura dell'ordigno
La bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta "Compound B", potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina ad uso civile).

Indagini giudiziarie
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Subito dopo l'attentato, il governo italiano, presieduto da Francesco Cossiga, e le forze di polizia attribuirono lo scoppio a cause fortuite, ovvero all'esplosione di una caldaia nel sotterraneo della stazione. Non appena apparvero più chiare le dinamiche e fu palese una matrice terrorista, attribuirono la responsabilità della strage al terrorismo nero.

Già il 26 agosto 1980 la Procura della Repubblica di Bologna emise ventotto ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari: Roberto Fiore e Massimo Morsello (futuri fondatori di Forza Nuova), Gabriele Adinolfi, Francesca Mambro, Elio Giallombardo, Amedeo De Francisci, Massimiliano Fachini, Roberto Rinani, Giuseppe Valerio Fioravanti, Claudio Mutti, Mario Corsi, Paolo Pizzonia, Ulderico Sica, Francesco Bianco, Alessandro Pucci, Marcello Iannilli, Paolo Signorelli, PierLuigi Scarano, Francesco Furlotti, Aldo Semerari, Guido Zappavigna, GianLuigi Napoli, Fabio De Felice, Maurizio Neri. Vengono subito interrogati a Ferrara, Roma, Padova e Parma. Tutti saranno scarcerati nel 1981.

Depistaggi e disinformazione
Vi furono svariati episodi di depistaggio, organizzati per far terminare le indagini, dei quali il più grave è quello ordito da parte di alcuni vertici dei servizi segreti del SISMI, tra i quali Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, che fecero porre in un treno a Bologna, da un sottufficiale dei carabinieri, una valigia piena di esplosivo, dello stesso tipo che fece esplodere la stazione, contenente oggetti personali di due estremisti di destra, un francese e un tedesco. Musumeci produsse anche un dossier fasullo, denominato "Terrore sui treni", in cui riportava gli intenti stragisti dei due terroristi internazionali in relazione con altri esponenti dell'eversione neofascista, tutti legati allo spontaneismo armato, senza legami politici, quindi autori e allo stesso tempo mandanti della strage.

Francesco Cossiga, il 15 marzo 1991, al tempo della sua presidenza della Repubblica, affermò di essersi sbagliato a definire "fascista" la strage alla stazione di Bologna e di essere stato mal indicato dai servizi segreti. Attorno a questa strage, come era già avvenuto per la Strage di piazza Fontana nel 1969, si sviluppò un cumulo di affermazioni, controaffermazioni, piste vere e false, tipiche di altri tragici avvenimenti della cosiddetta strategia della tensione.

Condanne

Lentamente e con fatica, attraverso una complicata e discussa vicenda politica e giudiziaria, e grazie alla spinta civile dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, si giunse ad una sentenza definitiva della Corte di Cassazione il 23 novembre 1995. Vennero condannati all'ergastolo, quali esecutori dell'attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l'ex capo della P2 Licio Gelli, l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.

Il 9 giugno 2000 la Corte d'Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: 9 anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007. Anche lui continua a dichiararsi innocente.

Eventuali mandanti della strage non sono mai stati scoperti.

Ipotesi alternative
A causa del protrarsi negli anni delle vicende giudiziarie e dei numerosi comprovati depistaggi, intorno ai veri esecutori e ai mandanti dell'attentato si sono sempre sviluppate numerose ipotesi e strumentalizzazioni politiche divergenti dai fatti processuali che hanno portato alle condanne definitive dei presunti esecutori materiali della strage.

* Stando quanto riportato dai media nel 2004 e ripreso nel 2007Francesco Cossiga, in una lettera indirizzata a Enzo Fragalà, capogruppo di Alleanza Nazionale nella commissione Mitrokhin, ipotizza un coinvolgimento palestinese (per mano del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e del gruppo Separat di Iliz Ramirez Sanchez, noto come "comandante Carlos") dietro l'attentato. Inoltre, nel 2008 Cossiga ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui ribadiva la sua convinzione secondo cui la strage non sia da imputarsi al terrorismo nero, ma ad un "incidente" di gruppi della resistenza palestinese operanti in Italia. Si dichiara altresì convinto dell'innocenza di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti.

* Dalla sua cella, a Parigi, il terrorista rosso Ilic Ramirez Sanchez afferma che «la commissione Mitrokhin cerca di falsificare la storia» e che «a Bologna a colpire furono CIA e Mossad», con l'intento di punire e ammonire l'Italia per i suoi rapporti di fiducia reciproca con l'OLP, che si era segretamente impegnato a non colpire l'Italia in cambio di una certa protezione.

* Nel maggio 2007 il figlio di Massimo Sparti (malvivente legato alla banda della Magliana e principale accusatore di Fioravanti) dichiara «mio padre nella storia del processo di Bologna ha sempre mentito».

* In un allegato pubblicato in fascicoli del settimanale di destra L'Italia Settimanale nel corso del 1994 intitolato "Storia della prima Repubblica" viene fornita una particolare ipotesi sulla strage; viene accomunata alla strage di Ustica (ne viene definita letteralmente il "bis"); poi viene paragonata al caso di Enrico Mattei e al caso Moro. Il testo prosegue con

« L'Italia dalla nascita della prima Repubblica è stata, come tutti sanno, un paese a sovranità limitata (...) ora, nel momento in cui, per questioni contingenti (...) ha fatto - raramente - scelte che si sono rivelate in contrasto con le alleanze di cui vi dicevo, ha compiuto, detto in termini politico-mafioso-diplomatici, uno "sgarro". E come nella mafia quando un picciotto sbaglia finisce in qualche pilone di cemento o viene privato di qualche parente (in gergo si chiama "vendetta trasversale"). Così è fra gli Stati: quando qualche paese sbaglia, non gli si dichiara guerra; ma gli si manda un "avvertimento", sotto forma di bomba, che esplode in una piazza, su di un treno, su una nave, ecc ecc »


Senza contestare le sentenze giudiziarie che hanno riconosciuto gli esecutori materiali, il testo vuole indicare i mandanti.

In memoria della strage

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Il foro nel pavimento provocato dalla bomba, sito al di sotto della lapide contenente i nomi delle vittime
Il 2 agosto è considerata la giornata in memoria di tutte le stragi, e la città di Bologna con l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 organizzano ogni anno un concorso internazionale di composizione musicale con concerto in Piazza Maggiore.

Per ricordare la strage, nella ricostruzione dell'ala della stazione distrutta è stato creato uno squarcio nella muratura. All'interno, nella sala d'aspetto, è stata mantenuta la pavimentazione originale nel punto dello scoppio. Il settore ricostruito presenta l'intonaco esterno liscio e non "bugnato" come tutto il resto del fabbricato, in modo che sia immediatamente riconoscibile e più visibile. È stato mantenuto intatto uno degli orologi nel piazzale antistante la stazione ferroviaria, quello che si fermò alle 10:25; qualche tempo dopo la strage l'orologio venne rimesso in funzione, ma di fronte a decise rimostranze le Ferrovie convennero sull'opportunità che quelle lancette rimanessero ferme a perenne ricordo.

Il cippo commemorativo nella stazione di Bologna contiene l'elenco delle "vittime del terrorismo fascista". Durante il mandato di Giorgio Guazzaloca, sindaco di Bologna dal 1999 al 2004, l'esponente locale di Alleanza Nazionale Massimiliano Mazzanti propose al sindaco di non citare più la "matrice fascista" della strage nella commemorazione ufficiale del 2 agosto, anche se confermata con le condanne del 1995. Nonostante le critiche dell'opposizione, il sindaco, pur non ammettendo di aver accolto l'invito che veniva da una parte della sua maggioranza, così fece per tutte e quattro le prime celebrazioni che lo videro protagonista. Dal 2004, invece il nuovo sindaco, Sergio Cofferati, è tornato a scandire la vecchia formula durante la manifestazione ufficiale.

Nel 2010, alla commemorazione per i 30 anni della strage, per la prima volta nessun rappresentante del governo sarà presente in veste ufficiale alla cerimonia. Sarà il prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, a rappresentare il governo

Elenco delle vittime
SPOILER (click to view)
* Antonella Ceci, anni 19
* Angela Marino, anni 23
* Leo Luca Marino, anni 24
* Domenica Marino, anni 26
* Errica Frigerio In Diomede Fresa, anni 57
* Vito Diomede Fresa, anni 62
* Cesare Francesco Diomede Fresa, anni 14
* Anna Maria Bosio In Mauri, anni 28
* Carlo Mauri, anni 32
* Luca Mauri, anni 6
* Eckhardt Mader, anni 14
* Margret Rohrs In Mader, anni 39
* Kai Mader, anni 8
* Sonia Burri, anni 7
* Patrizia Messineo, anni 18
* Silvana Serravalli In Barbera, anni 34
* Manuela Gallon, anni 11
* Natalia Agostini In Gallon, anni 40
* Marina Antonella Trolese, anni 16
* Anna Maria Salvagnini In Trolese, anni 51
* Roberto De Marchi, anni 21
* Elisabetta Manea Ved. De Marchi, anni 60
* Eleonora Geraci In Vaccaro, anni 46
* Vittorio Vaccaro, anni 24
* Velia Carli In Lauro, anni 50
* Salvatore Lauro, anni 57
* Paolo Zecchi, anni 23
* Viviana Bugamelli In Zecchi, anni 23
* Catherine Helen Mitchell, anni 22
* John Andrew Kolpinski, anni 22
* Angela Fresu, anni 3
* Maria Fresu, anni 24
* Loredana Molina In Sacrati, anni 44
* Angelica Tarsi, anni 72
* Katia Bertasi, anni 34
* Mirella Fornasari, anni 36
* Euridia Bergianti, anni 49
* Nilla Natali, anni 25
* Franca Dall'olio, anni 20
* Rita Verde, anni 23
* Flavia Casadei, anni 18
* Giuseppe Patruno, anni 18
* Rossella Marceddu, anni 19
* Davide Caprioli, anni 20
* Vito Ales, anni 20
* Iwao Sekiguchi, anni 20
* Brigitte Drouhard, anni 21
* Roberto Procelli, anni 21
* Mauro Alganon, anni 22
* Maria Angela Marangon, anni 22
* Verdiana Bivona, anni 22
* Francesco Gomez Martinez, anni 23
* Mauro Di Vittorio, anni 24
* Sergio Secci, anni 24
* Roberto Gaiola, anni 25
* Angelo Priore, anni 26
* Onofrio Zappala', anni 27
* Pio Carmine Remollino, anni 31
* Gaetano Roda, anni 31
* Antonino Di Paola, anni 32
* Mirco Castellaro, anni 33
* Nazzareno Basso, anni 33
* Vincenzo Petteni, anni 34
* Salvatore Seminara, anni 34
* Carla Gozzi, anni 36
* Umberto Lugli, anni 38
* Fausto Venturi, anni 38
* Argeo Bonora, anni 42
* Francesco Betti, anni 44
* Mario Sica, anni 44
* Pier Francesco Laurenti, anni 44
* Paolino Bianchi, anni 50
* Vincenzina Sala In Zanetti, anni 50
* Berta Ebner, anni 50
* Vincenzo Lanconelli, anni 51
* Lina Ferretti In Mannocci, anni 53
* Romeo Ruozi, anni 54
* Amorveno Marzagalli, anni 54
* Antonio Francesco Lascala, anni 56
* Rosina Barbaro In Montani, anni 58
* Irene Breton In Boudouban, anni 61
* Pietro Galassi, anni 66
* Lidia Olla In Cardillo, anni 67
* Maria Idria Avati, anni 80
* Antonio Montanari, anni 86
 
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