WRESTLING WEB.IT (non solo wrestling & Divas, calcio, anime, musica, cucina, attualità, cinema & tv e tanto altro)

NEWS!, Ultime notizie!

« Older   Newer »
  Share  
Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 12/8/2009, 13:21 by: Lucky (Due di Picche)




Innse, gli operai scendono dalla gru: accordo nella notte

Gli operai della Innse che da una settimana si trovavano su una gru all'interno dello stabilimento sono scesi e hanno abbracciato i compagni e i parenti, in festa per il raggiungimento dell'accordo che permette di salvare l'azienda e i posti di lavoro. La Innse non sarà smantellata, riprenderà la sua attività «a inizio ottobre» e continuerà la sua vocazione «industriale almeno fino al 2025». Lo ha assicurato il nuovo acquirente della storica officina metalmeccanica milanese, il gruppo Camozzi, guidato dai due fratelli Attilio e Ludovico.

Nell'accordo, firmato dalla Fiom-Cgil e dalla Rsu dei lavoratori della Innse di Milano, c'è la garanzia della riassunzione immediata di tutti e 49 gli operai che dal maggio del 2008 sono stati messi in mobilità e che hanno portato avanti in questi mesi la loro protesta per tornare a lavorare.

Nell'accordo, secondo quanto si apprende, sono state accolte le richieste del sindacato e dei lavoratori riguardo, oltre alla riassunzione, agli ammortizzatori sociali e al riavvio della fabbrica da settembre.

«È frutto questo successo della lotta eccezionale dei lavoratori», ha spiegato il segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi.

Al termine di una seconda, interminabile giornata di trattative, è stato raggiunto l'accordo per la vendita della Innse di Milano alla cordata guidata dalla Camozzi di Brescia. Lo stabilimento non sarà smantellato e l'azienda metalmeccanica continuerà a produrre. I quattro operai che con un delegato della Fiom si trovavano da oltre una settimana su una gru all'interno della fabbrica sono scesi. La svolta è avvenuta poco dopo la mezzanotte in prefettura a Milano, sede della trattativa. È stata trovata l'intesa fra Silvano Genta, proprietario della fabbrica metalmeccanica, il gruppo di imprenditori capeggiato dalla Camozzi e la Aedes, l'immobiliare proprietaria del terreno su cui sorge lo stabilimento. La Fiom ha visto accolte le sue richieste, concordate con gli operai della Innse, su piano industriale, riassunzione dei lavoratori, ammortizzatori sociali e cassa integrazione, oltre al riavvio della produzione da settembre.

Nell'accordo, firmato dalla Fiom-Cgil e dalla Rsu, c'è la garanzia del posto per tutti e 49 gli operai che dal maggio del 2008 sono stati messi in mobilità e che hanno portato avanti in questi mesi la loro protesta. A quel punto i lavoratori hanno dato il loro assenso e messo fine alla protesta che ha attirato l'attenzione dell'intero Paese.

"Oggi è una giornata positiva per il lavoro" - ha commentato il segretario generale di Cgil Lombardia Nino Baseotto -. L'accordo raggiunto per il mantenimento e il rilancio delle attività produttive alla Innse è un successo che va ascritto alla lotta caparbia dei lavoratori ed alla mobilitazione del sindacato".

La giornata di estenuanti trattative è stata scandita dalla spola dei rappresentanti sindacali, in testa Maria Sciancati della Fiom-Cgil Milano, tra la prefettura e la fabbrica. La Camozzi aveva fatto sapere nel pomeriggio che non avrebbe portato il negoziato oltre la mezzanotte. Trovata l'intesa fra venditore e acquirente - dopo aver sciolto i nodi del prezzo e dell'ampiezza del terreno richiesto dalla nuova proprietà - tutto si è bloccato per il rifiuto degli operai. Questi ultimi chiedevano maggiori garanzie sull'occupazione e sul riavvio della fabbrica e minacciavano nuove iniziative di protesta. Alla fine tutto si è risolto per il meglio e gli operai che assieme al delegato della Fiom erano saliti per protesta su una gru otto giorni fa sono scesi a terra, provati e con la barba lunga, ma felici per la conclusione positiva della vicenda.

Nel corso della giornata i cinque si erano anche collegati, grazie a Radio popolare, con i quattro lavoratori della Cim di Marcellina (Roma), che a loro volta protestano su una torre alta 37 metri. "Il vecchio tipo di lotta, lo sciopero, non funziona più. Bisogna utilizzare nuove forme di lotta. Dobbiamo resistere. Più punti di resistenza ci sono, meglio è per tutti", ha detto un operaio della Innse al collega della Cim.
12 agosto 2009

Alle Nazioni Unite Russia, Cina, Libia e Vietnam prendono tempo
Il Nobel per la pace e il pacifista Usa John Yettaw faranno appello
Suu Kyi, rinvio al Consiglio di sicurezza
per la dichiarazione contro la Birmania



NEW YORK - Le durissime reazioni internazionali alla condanna del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi non si sono tradotte in un'azione rapida del Consiglio di Sicurezza. Convocato ieri in seduta straordinaria, l'organismo dell'Onu non ha trovato un accordo per redigere un documento critico nei confronti della giunta militare birmana, rinviando a oggi la decisione. Determinanti i dubbi di Russia, Cina, Vietnam e Libia sulla proposta avanzata degli Stati Uniti. L'ambasciatore britannico John Sawers, presidente di turno del Consiglio di sicurezza, ha spiegato che alcune delegazioni hanno voluto spedire la bozza nei rispettivi Paesi per poter discutere meglio del documento.

La rappresentante Usa presso l'Onu, Susan Rice, ha spiegato che Washington propone l'adozione di una dichiarazione da parte dei 15 membri del Consiglio di sicurezza che condanni la Birmania per avere deciso di prolungare gli arresti domiciliari della leader dell'opposizione. Già in passato la Cina, principale partner commerciale della Birmania, e la Russia hanno bloccato tale misura. Pechino, inoltre, ha fatto sapere che "la comunità internazionale deve rispettare totalmente la sovranità della giustizia birmana".

Da Rangoon si è appreso che Suu Kyi e il pacifista statunitense John Yettaw faranno appello contro le loro condanne. La leader dell'opposizione birmana è stata condannata a 18 mesi di arresti domiciliari per aver ospitato l'americano nella sua casa in cui vive da anni in regime di restrizione. Lo statunitense è stato a sua volta condannato a sette anni di carcere, quattro dei quali ai lavori forzati.
(12 agosto 2009)


Gabbie salariali, rissa a destra. E si scatena il giro di poltrone

La «questione Sud» posta dal Nord comincia a scoprire i nervi della destra. Ieri, mentre il Pdl tentava di smussare, mitigare, alleggerire il confronto sulle gabbie salariali, aggrappandosi all’intesa appena siglata con le parti sociali (esclusa la Cgil) sul nuovo modello contrattuale, la Lega ha rilanciato. E Berlusconi, come al solito, dice di non essere stato compreso. "Non ne ho mai parlato. Mi riferivo alla contrattazione decentrata". Guglielmo Efifani, leader della Cgil: "Pronti allo sciopero generale".

Uno scintillante Luca Zaia, ministro dell’Agricoltura ma esternatore a tutto campo (ieri lo ha fatto su Rai, gay, dialetti, Fiumicino e mezzogiorno) ha detto chiaro e tondo: «Commisurare i redditi al costo della vita, anche nel Pubblico, costringerà il Mezzogiorno ad imparare a camminare con le proprie gambe». Gabbie a partire dal pubblico impiego. Gli ha dato man forte il capogruppo della Lega alla Camera Roberto Cota. «Altro che polemica agostana - ha detto - quello dei salari differenziati è un atto di giustizia per il nord e di rilancio per il sud». Tanto per chiarie il livello dello scontro: ai due esponenti del Carroccio ha dovuto replicare prima Daniele Capezzone, con un comunicato di fuoco, poi il ministro del lavoro Maurizio Sacconi. «Quella di una differenziazione dei salari stabilita “da Roma” per legge - ha detto il primo - è un'idea surreale, che nessuno ha mai preso in considerazione. Lo dico agli amici della Lega, sarebbe una soluzione rigida e centralista».

A questo punto di surreale c’è il fatto che Capezzone ha dovuto dire ai leghisti quanto siano centraliste le loro proposte. Ma tant’è. Sacconi ha ribadito il valore della contrattazione decentrata «che si ancora ai risultati d’impresa», ha detto, escludendo le gabbie salariali. Ma la Lega tirerà dritto, in vista delle prossime regionali, quando chiederà più presidenze nella spartizione del potere. Così, la questione Sud si trasformerà fatalmente il questione di poltrone (nella peggiore tradizione). Il premier ci starebbe già pensando.

Riservato lo scranno più alto per se stesso, ha in mente due mosse per tentare di bilanciare l’alleanza verso sud, senza togliere alla Lega la sua centralità. I boatos parlamentari parlano di un prossimo passaggio del ministro Raffaele Fitto al dicastero dello Sviluppo economico. Così, con un balzo, un meridionale si ritroverebbe al centro delle politiche industriali. E questo, nella strategia dei «posti a tavola» ci starebbe.

Anche perché ormai da tempo per Claudio Scajola il premier pensa a un ritorno al partito, dilaniato da mille tensioni. Il ministro ligure non vorrebbe, ma il premier è intenzionato a fare il repulisti nel Pdl (appena fondato). Deve liberarsi di Denis Verdini (l’uomo che gli presentò Gianpaolo Tarantini): troppo tesi i rapporti con i capigruppo. Così, dentro Scajola e magari un altro uomo del Sud, per preparare il terreno delle regionali. Pare si tratti del senatore Guido Viceconte, nato in Basilicata, di cui si ricorda a Palazzo madama la proposta di legge per istituire una nuova provincia, quella di Melfi. Ancora poltrone (nella tradizione). A questo punto la previsione è facile. I problemi del sud resteranno immutati.

«Dovrebbero semplicemente reintrodurre quello che hanno tolto - dichiara per il Pd l’onorevole Ludovico Vico - I fas, il credito d’imposta a sud, i fondi per gli accordi di programma». Ricominciare dal maltolto, invece che dai salari dei lavoratori e dalle stanze del potere.
12 agosto 2009

Il duro attacco dell'ex direttore di Le Monde, Colombani
"Berlusconi, potere senza limiti"
Guatemala, Nuova Zelanda, Zimbabwe:
lo scandalo è sulla stampa di tutto il mondo




LONDRA - Il giudizio di Jean-Marie Colombani è lapidario: "Berlusconi si comporta come se l'esercizio del suo potere non dovesse mai conoscere limiti". L'ex direttore di Le Monde ha deciso di usare la sua ultima creazione, la versione francese del sito Slate, per segnalare il suo punto di vista sul premier italiano. Da un punto di vista strettamente politico, sostiene l'editorialista francese, va rilevato il potere della Lega nord verso il governo, costretto a estremizzare le sue posizioni che "altrimenti sarebbe le stesse di tutta la destra conservatrice europea. Ma il presidente del Consiglio sembra rassegnato a questa situazione, e molto più preoccupato di difendere la sua immagine personale".

Chiedendosi se la parola "scappatelle" può bastare per definire i diversi scandali, Colombani rileva che "in una democrazia normalmente costituita, un responsabile politico coinvolto in un tale scandalo sarebbe già finito fuori dal Palazzo". Ma forse la sopravvivenza politica del presidente del Consiglio si può spiegare: dopo tutto "incarna il perfetto maschio italiano: solo così si comprende l'indifferenza per lo scandalo della maggioranza dei cittadini". Ci sono però altri aspetti della vicenda che restano meno comprensibili, dice l'ex direttore di Le Monde: in particolare "resta misterioso il sostegno pervicace concesso della Chiesa, senza la quale Berlusconi avrebbe già perduto consensi".

Fra i giornali inglesi, il Daily Mail pubblica un servizio corredato di foto: "Berlusconi in accappatoio: Silvio si sveste mentre fa le vacanze in Italia... circondato da guardie armate". Secondo il quotidiano popolare "il sole splendeva, era una bella giornata", ma "Berlusconi non l'ha preso come segnale per mostrare le sue carni. Invece il 72enne si è coperto con un accappatoio bianco, un cambiamento sorprendente per il politico donnaiolo".

Più pacato ma molto più significativo il commento di Anthony Goodman sul sito del Financial Times: secondo il quotidiano finanziario "l'abilità di Berlusconi nel sopravvivere agli scandali sembra essere particolarmente italiana". Per cui, si chiede l'articolista, "che cosa si può imparare da lui sulla proporzione in cui i leader riflettono le caratteristiche del paese di origine?". L'argomento è stato affrontato con approccio scientifico da un progetto di ricerca chiamato Globe. Secondo gli studiosi, la definizione di leader passa anche attraverso aggettivi che si adattano a Berlusconi: "evasivo", "provocatore", "astuto", "deciso" e ""capace di rischiare". Insomma, per alcuni "è un fenomeno solo italiano", altri rilevano che nel nostro Paese la politica "è una forma di spettacolo", qualcuno sottolinea il "lato oscuro", senza molti dubbi su chi sia "l'abbronzato Darth Vader con calvizie incipiente". La conclusione è che dopo le vacanze Berlusconi tornerà al suo ruolo di premier, almeno fin quando l'opposizione troverà un'alternativa. "Fino ad allora, i commentatori esteri dovranno lavorare duramente per comprendere temi interculturali come il piacere dello spettacolo politico".

L'attenzione al presidente del Consiglio raggiunge anche Paesi culturalmente molto lontani: lo Zimbabwe Telegraph sostiene forse un po' superficialmente che Berlusconi, essendo un editore, vuole fare crescere il valore delle azioni editoriali e dunque cerca di attirare l'attenzione per far vendere più copie ai giornali. Il neozelandese Timaru Herald sostiene che "l'ipocrisia di Belrusconi è andata troppo in là, persino per gli italiani". Perché "se può essere utile per un politico italiano far trapelare la sua immagine di macho mediterraneo, questa immagine diventa difficile da mandar giù quando il primo ministro lancia una campagna per spazzar via la prostituzione dalle strade prevedendo anche multe per i clienti, e allo stesso tempo va a letto con escort a pagamento".

Il Guatemala Times affida ad Arnold Cassola, ex parlamentare italiano e oggi impegnato a guidare i Verdi di Malta, una lunga analisi del perché Berlusconi sia ancora in sella. Secondo Cassola, gli exploit pol
itici e sessuali del premier "sarebbero solo buffi - come in effetti sono - se non fossero un grave danno per l'Italia e se non segnalassero l'immobilismo della politica italiana".

(12 agosto 2009)



Nuovo editoriale del giornale dei vescovi sullo scandalo delle escort
"Tracotante messa in mora di uno stile sobrio ha mortificato la Chiesa"
L'Avvenire contro Berlusconi
"Suo stile di vita ci mette a disagio"



ROMA - "La gente ha capito il disagio, la mortificazione, la sofferenza che una tracotante messa in mora di uno stile sobrio" ha causato alla Chiesa cattolica. Lo sottolinea, nel suo terzo intervento in poche settimane, il direttore di Avvenire, Dino Boffo, rispondendo a una nuova lettera di un sacerdote sul dubbio che i pronunciamenti ecclesiastici sulle "vicende morali" del presidente del Consiglio "non siano stati sufficientemente netti".

Per don Matteo Panzeri, da parte dei vescovi ci sono state "mille prudenze" e i messaggi della Chiesa "appaiono segnali assai debolucci se raffrontati alla conclamata sfacciataggine con cui ciò che dovrebbe essere messo in discussione viene invece sbandierato".
"Nessuno dei potenziali interlocutori dovrebbe trovarsi a pensare che parliamo o tacciamo per 'interesse' personale, per qualche esplicita o inconfessabile partigianeria", ribatte Dino Boffo. Il direttore del quotidiano dei vescovi chiarisce quindi che "la domanda che conta in queste circostanze è" se "la gente è riuscita a individuare le riserve della Chiesa.

Ebbene, la risposta che a me sembra di poter dire è che la gente ha capito il disagio, la mortificazione, la sofferenza che una tracotante messa in mora di uno stile sobrio ci ha causato. I più attenti hanno compreso anche i messaggi specifici lanciati fino ad oggi a più riprese". Non è vero, dunque, che "quelli degli esponenti della Chiesa italiana siano stati interventi casuali o accenni fugaci impastati dentro a testi di tutt'altro indirizzo. Ciò che si è detto lo si voleva dire. Esattamente in quei termini".
(12 agosto 2009)


Sulla stampa inglese un paio di interviste a Patrizia D'Addario
"Sono l'unica che dice la verità, sono come Giovanna D'Arco"
Il Times: "Sesso in cambio di favori
la cultura del governo Berlusconi"

La escort: "Tutte dicono com'era gentile, ma non parlano delle telefonate
che mi facevano dopo in cui raccontavano quant'era schifoso..."


dal nostro inviato GIAMPAOLO CADALANU


Patrizia D'Addario
LONDRA - "Sono l'unica a dire la verità, per questo sono diventata come Giovanna d'Arco". Non ha timori di esagerare Patrizia D'Addario con il reporter del Daily Telegraph: "Avrei potuto ricattare Berlusconi, ma non l'ho fatto", dice la escort barese, insistendo che "lui era una persona gradevole. E quella notte non abbiamo dormito per niente". La signora riferisce che il suo libro sulla vicenda, intitolato "La mia vita", è ormai quasi pronto. Ma la novità più gradita è la riconciliazione con sua figlia lo scorso fine settimana: "Mi ha detto: mamma, ti voglio bene, sono fiera di te", racconta la D'Addario commossa.

Anche il Times pubblica un'intervista con la escort: secondo il quotidiano di Rupert Murdoch, la signora sostiene di non essere stata l'unica a frequentare le residenze del premier. Scrive il Times, "ha descritto una cultura di sesso in cambio di favori che ha raggiunto i più alti livelli del governo, e in cui altre ospiti delle feste erano ricompensate con contratti tv e lavori in politica". "Tutte parlano di quant'era gentile Berlusconi", racconta la escort, "ma non dicono delle telefonate che mi facevano dopo, dicendo: bleah, era così schifoso, metteva le mani dappertutto, faceva vomitare". Secondo la D'Addario, il premier si vantava con lei di aver risolto lui i problemi fra Usa e Russia: "Diceva che grazie a lui c'era pace fra Putin e Bush. Lui può fare tutto, è un matador".

Il canadese Globe and Mail riprende il discorso del corpo dei politici e sottolinea che "non c'è doppio standard più crudele di quello che c'è in politica, dove le donne per avere successo devono essere mature e possibilmente asessuate (vedi Margaret Thatcher e Angela Merkel). Per una donna, essere attraente è persino uno svantaggio. Invece gli uomini ottengono un punteggio extra se sono sciupafemmine, soprattutto nell'Europa continentale.

In Europa il politico più ricco e di maggior successo è Silvio Berlusconi, un magnate dei media di 72 anni con un insaziabile appetito per 'le veline', le donne con gambe lunghe e grande seno che si vedono in tutti gli show della tv italiana. E' così vigoroso che il suo medico personale lo ha descritto come 'tecnicamente quasi immortale'. Numerosi scandali sessuali hanno solo leggermente intaccato la sua popolarità. Ma ciò che più lo ha ferito non sono le rivelazioni sulla sua vita sessuale, ma l'accusa che ha pagato".

Il Cavaliere trova un alleato nello spagnolo El Mundo, che giudica "immonda" la campagna di stampa. "Invidia e opportunismo spacciati per purintanesimo. Berlusconi non ha commesso alcun delitto nella sua vita privata, anche se l'infedeltà e la lussuria possono essere peccato per i benpensanti, gli ipocriti e i preti, ma non sono crimini". Secondo il giornale madrileno, "quello che fa Berlusconi, se lo fa, con le veline o con chiunque nella sua villa sarda è lo stesso che faceva Marco Antonio ad Alessandria, Tiberio a Capri, Nerone nella città che allora non era eterna, e tutti i cesari dove gli veniva la voglia".

L'editorialista conclude (con un errore sui luoghi del potere romano): "Meglio avere un peccatore pagano al Quirinale che un santone giudeo-cristiano alla Moncloa".

Sulla rivista argentina Interviù la copertina è una foto di Barbara Montereale a seno nudo e il titolo recita: "La nuova Berlusconi girl rivela tutto". E la ragazza insiste: dal premier ha avuto solo un bacio sulla fronte e una busta con 10 mila euro. L'ugandese Daily Monitor attacca Berlusconi, "non come primo ministro, ma come proprietario del Milan". Secondo il giornale africano, i rossoneri hanno sbagliato la campagna acquisti.

(11 agosto 2009)
 
Top
96 replies since 6/8/2009, 10:36   4895 views
  Share