WRESTLING WEB.IT (non solo wrestling & Divas, calcio, anime, musica, cucina, attualità, cinema & tv e tanto altro)

NEWS!, Ultime notizie!

« Older   Newer »
  Share  
Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 14/8/2009, 10:24 by: Lucky (Due di Picche)




Due milioni le pensioni di invalidà

Oltre 2 milioni gli invalidi in Italia che percepiscono una pensione di invalidità e nel Sud il numero di prestazioni, in rapporto alla popolazione, è del 50% superiore rispetto al Nord. Se nel Sud e Isole ci sono 4,39 pensioni ogni 100 abitanti, al Nord il rapporto scende a 2,91. In Italia la Regione con meno pensioni di invalidità, sempre in rapporto alla popolazione, è la Lombardia (2,79). Sono alcuni dei dati contenuti nella "Relazione Generale sulla situazione economica del Paese 2008" del ministero dell'Economia.

Nel rapporto si sottolinea la necessità di intervenire sulla materia e soprattutto sui controlli: «Nonostante i numerosi interventi normativi - scrive il Tesoro - la materia necessita ancora di un riordino complessivo, in particolare per quanto riguarda la definizione degli interventi, le modalità di accertamento e verifica». Se in tutte le regioni del Sud c'è «un numero relativamente maggiore di prestazioni», come si legge nel rapporto, da segnalare sono anche i casi di Umbria e Liguria dove vengono erogate rispettivamente 5,48 e 4,10 prestazioni ogni 100 abitanti.
13 agosto 2009

"Da ex operaio dico: quelli della Innse hanno fatto bene

Essere a posto con la mia coscienza era importante. È stato determinante nella decisione di acquistare l’azienda, è chiaro, e di farlo in fretta. Vedere gente anche di una certa età, col caldo che fa a Milano, stare giorni interi su un carroponte, è stato un fatto molto pietoso. Se c’avessi pensato ancora un po’, e qualcuno fosse scivolato da lassù, poi come avrei potuto perdonarmelo? Abbiamo fatto una proposta secca, ben definita. È andata». È andata bene. Attilio Camozzi, bergamasco di nascita (a Villongo nel 1937), bresciano d’adozione, tornitore fino ai 29 anni ed ex sindacalista della Fiom, oggi a capo dell’omonimo gruppo internazionale da oltre 300 milioni di fatturato, è l’uomo che ha rilevato per oltre 3 milioni la Innse di Milano con tutti i suoi 49 operai e i loro quattordici mesi di lotta, che intende investire parecchio altro denaro per rilanciarla e svilupparla, con il cuore a pneumatici, macchine utensili e tessile (quello che producono le altre sue aziende) e un occhio all’energia eolica. Un vero imprenditore, non per niente dal 2005 Cavaliere del Lavoro.

Allora hanno fatto bene gli operai a lottare in modo così tenace per difendere il loro posto di lavoro?
«Ma quella non era una lotta per il posto di lavoro. Era per mantenere in vita la Innse, perchè continuasse a produrre, e per farlo bisognava impedire che le macchine uscissero dai capannoni. Hanno salvaguardato l’azienda, e che rischiassero la vita per questo non era giusto. Ho molto rispetto per loro. L’emotività è stata una parte molto importante nella decisione. È chiaro che adesso la partita non posso giocarla da solo, dobbiamo farlo tutti insieme».

Insieme con i lavoratori?
«Con loro, certo. La nostra filosofia è creare, mettere a punto progetti congiunti. Il mondo è cambiato, non c’è più come una volta il padrone da una parte e i lavoratori dall’altra: per tutti, il padrone oggi è il mercato. E se il lavoro manca, manca per tutti, imprenditore ed operai».

A proposito, voi non risentite della crisi?
«Sì, anche noi abbiamo delle difficoltà, il momento è brutto. Ma bisogna saper vedere il bicchiere mezzo pieno, e andare avanti».

Com’è che da tornitori si diventa presidenti di un gruppo industriale?
«A Lumezzane (Brescia, ndr) dove vivevo io c’erano 20mila abitanti e 2mila aziende. Come dire, lo spirito dell’artigiano non mancava. Come tornitore ero bravo, ho cominciato a lavorare per conto terzi, nel 1964 mi sono messo in proprio. Siamo andati avanti. Sia chiaro: in 44 anni non abbiamo mai visto un dividendo».

Sta dicendo che non avete mai distribuito dividendi, ma reinvestito tutti gli utili in azienda?
«Esatto. Abbiamo mangiato, pranzo e cena, questo sì. Ma tutto il resto va alle aziende».

È cosciente di essere un esemplare raro di una razza quasi estinta, quella dell’imprenditore puro, che nulla ha a che fare con lo speculatore?
«Ma no, guardi che di bravi imprenditori in Italia ce ne sono tanti. Poi, questi speculatori...bisogna vedere i conti finali dove vanno a finire. Il segreto è quello che le dicevo prima: bisogna essere una realtà produttiva insieme con gli operai. Le persone, per poter crescere, vanno coinvolte. Noi a Brescia nella nostra azienda abbiamo una scuola di formazione per i giovani apprendisti che entrano, che dura anni. Si vince solo se c’è una squadra forte, ed è forte se è coesa. Anche la nostra famiglia, undici persone, è unita, siamo sempre tutti d’accordo, e questo è la base: dà coraggio, dà la forza di fare e di rischiare».

Una numerosa famiglia unita: anche questa è una rarità, non trova?
«Spesso le colpe dei padri ricadono sui figli. La preparazione delle nuove generazioni è importante. Da vecchi si diventa conservatori, è inevitabile. Bisogna saper fare il passaggio generazionale al momento giusto». Attilio Camozzi l’ha fatto in tempo: l’amministratore delegato del gruppo, chi lo manda avanti dal punto di vista operativo, è suo figlio Ludovico. Ma la «testa», la guida e tutta l’esperienza sono ancora le sue.
14 agosto 2009

L'ultima vittima Nicolas, tecnico di 28 anni, in mobilità forzata da diversi mesi
Dimissioni volontarie, pressioni e stress tra le cause denunciate dai sindacati
France Telecom, 20 suicidi in 18 mesi
Nel mirino la ristrutturazione aziendale
La direzione sotto shock assicura: "Facciamo tutto il possibile per sostenere i dipendenti"

STRASBURGO - Oltre un centinaio di dipendenti della France Telecom di Besancon, Francia, hanno manifestato questo pomeriggio, dopo il suicidio di un loro collega, il 20esimo caso in 18 mesi. I sindacati attribuiscono la colpa alla ristrutturazione in corso e alla cattiva gestione del personale del gruppo francese di telecomunicazioni. La direzione aziendale assicura: "Facciamo tutto il possibile per sostenere i dipendenti".

I sindacati. I sindacati denunciano da diversi anni l'atmosfera di stress a France Telecom, gruppo francese, che dà lavoro a 187mila persone, e le "pressioni" sul personale da quando è stato privatizzato nel 2004, ma soprattutto dall'annuncio del piano di ristrutturazione che si è tradotto in 22mila "dimissioni volontarie" tra il 2006 e il 2008.

Le ultime vittime. Ieri, Nicolas, 28 Anni, celibe e senza figli, si è ucciso nella sua casa, a Besancon. Il ragazzo non avrebbe lasciato lettere per spiegare il gesto, "Ma le cause sono sistematicamente le stesse: gestione del personale, stress e cattive condizioni di lavoro", afferma un sindacalista. "Forse non vi è un'unica causa, ma al 90% è un problema di lavoro". "Era soggetto da diversi mesi a una mobilità forzata", spiega un altro sindacalista, Christian Mathorel, "e gli era stato assegnato un incarico che riteneva squalificante". Lo scorso 14 luglio, un altro dipendente dell'azienda si era tolto la vita Marsiglia, lasciando una lettera nella quale attribuiva il suo gesto al "sovraccarico di lavoro" e a un "gestione terroristica dell'azienda".



Il sisma merita uno show

Persino un art director nella corte dei Bertolaso boys. Ecco l'unico apparato che cresce a dismisura Non si trovano più carpentieri, muratori, operai. Quelli disponibili sono stati tutti assunti nelle imprese che hanno vinto gli appalti a L'Aquila e in provincia. Così il passaparola è arrivato a Brescia, dove decine di manovali sono partiti nei giorni scorsi per l'Abruzzo. Il dipartimento nazionale della Protezione civile, nel modello B&B, fabbrica posti di lavoro e non conosce crisi. Dai contratti per le grandi opere alle consulenze, è una macchina che macina occasioni, soldi e consensi. Tanto che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, l'ha più volte sfruttata dopo il terremoto facendosi vedere in tv accanto al capo dipartimento, Guido Bertolaso. In cambio il sottosegretario con la maglietta polo più famosa d'Italia si è conquistato libertà di decisione e di spesa che, ammettono i collaboratori più stretti, ha già scatenato le lamentele del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. A cominciare dai costi fuori controllo per il vertice sull'isola della Maddalena, poi trasferito a L'Aquila. Grazie al modello Berlusconi-Bertolaso, il nostro infatti è l'unico Paese ad aver organizzato un G8 al prezzo di due.

In questi anni i Bertolaso-boys hanno preso il posto dei dirigenti anziani del dipartimento. E a volte la mancanza di esperienza si vede. Ne stanno sopportando le conseguenze i 25.815 abitanti costretti dal 6 aprile a vivere nelle tendopoli. Tutti sappiamo che la famiglia tipo italiana è composta da non più di quattro persone. Ma gli uffici della Protezione civile e del ministero dell'Interno, quando hanno dato il via libera all'acquisto delle nuovissime tende montate in Abruzzo, si sono probabilmente ispirati alla situazione demografica del 1930. Perché a L'Aquila e nei paesi della provincia sono apparse tende da otto posti. Una capienza che costringe sotto lo stesso telo, in pochi metri, fino a tre nuclei familiari diversi. Con le inevitabili tensioni tra persone obbligate a rinunciare alla privacy da oltre quattro mesi.


Nell'epoca delle emergenze show non possono mancare le spese per foto e film. Nel 2008 un ingaggio da 74 mila euro, sui 436 mila bruciati in consulenze, chiama alla Protezione civile Maurilio Silvestri: "È suo compito comunicare attraverso le immagini, sia statiche che dinamiche... Art director e responsabile della corretta applicazione dell'immagine coordinata del Dipartimento...". Visto quanto ci sono costate le montagne di immondizia a Napoli, un ruolo sul tema non lo si nega a nessuno. L'art director risulta così anche "collaboratore emergenza rifiuti in Campania". E "dell'ufficio Grandi eventi".

La nostra è l'unica Protezione civile a occuparsi di eventi. Un compito che nell'ultimo mese ha assolto con buoni risultati. Fino a meritarsi i complimenti di Silvio Berlusconi e dei capi di Stato per l'organizzazione del G8. Se i funzionari del dipartimento avessero seguito con altrettanto successo l'evolversi dello sciame sismico in Abruzzo, forse la notte del 6 aprile L'Aquila non sarebbe rimasta contemporaneamente senza prefettura, senza questura, senza ospedale e con appena 12 vigili del fuoco in servizio. Una situazione che, data l'inadeguatezza già conosciuta delle strutture, andava prevista e pianificata. Un dovere di coordinamento e guida degli enti locali che tocca proprio al dipartimento nazionale.

Eppure nel 2008 non vengono trascurate le spese per la prevenzione. Come i 56 mila euro destinati a Serena Cavina. E così giustificati: "Consulente per la divulgazione della cultura di protezione civile e per l'organizzazione generale delle attività dell'ufficio Grandi eventi... Supporto per l'organizzazione del progetto didattico legato alla mostra itinerante 'Terremoti d'Italia'... Supporto delle attività legate ai rapporti istituzionali... Supporto durante l'organizzazione dei Grandi eventi".

Tra le consulenze meglio pagate, quella da 80 mila euro affidata da Guido Bertolaso all'avvocato dello Stato, Ettore Figliolia che "su richiesta del capo dipartimento esprime pareri e fornisce indicazioni in particolare su questioni di diritto comunitario e internazionale". Figliolia collabora anche con il consigliere giuridico di Bertolaso, Giacomo Aiello, altra consulenza da 80 mila euro. Altrettanto ben pagati i collaboratori per una spesa che nel 2008 ha superato i due milioni e mezzo. Molti i nomi conosciuti. Come il veterano del ciclismo, Vittorio Adorni: 30 mila euro l'anno dal 2006 per aver partecipato all'organizzazione dei mondiali 2008 a Varese. E Angelo Canale, che da magistrato della Corte dei conti indagò sullo scandalo della missione Arcobaleno in Albania: l'inchiesta che nel 2001 portò alla nomina di Bertolaso da parte di Silvio Berlusconi, al posto del vulcanologo Franco Barberi. Canale ha ricevuto un compenso di 24 mila euro come presidente della commissione di controllo sulla gestione delle donazioni per lo tsunami in Asia: i milioni raccolti attraverso gli sms degli italiani. E mentre Tremonti toglie finanziamenti a scuole e ospedali, la Protezione civile non smette di crescere. Nessun taglio in vista. Nemmeno nell'ufficio del capo. Guido Bertolaso può sempre contare su ventidue segretari personali: due specialisti legali finanziari, 11 impiegati amministrativi, tre assistenti capo di polizia, un tenente colonnello dell'esercito, un tecnico, un maresciallo ordinario, un appuntato dei carabinieri, un finanziere e un aiuto bibliotecario.

(06 agosto 2009)


Fondi ai terremotati:
una beffa per L'Aquila?


Sistemazioni provvisorie che rischiano di diventare definitive. Improbabili soldi che dovrebbero arrivare dalle lotterie e che sranno spalmati fino al 2033. Con il rischio che per avere una casa vera gli abruzzesi debbano indebitarsi per anni. Dopo i sorrisi e le pacche sulle spalle, il capo del governo ha preparato un decreto che a molti non piace... Da una lettura attenta del decreto legge sul terremoto, è emerso nei giorni scorsi che i soldi all'Abruzzo saranno in gran parte trovati grazie a nuove lotterie e a fumosi provvedimenti anti-evasione. Insomma sono tutt'altro che certi. Inoltre le risorse saranno spalmate su un periodo lunghissimo (fino al 2033)

E così il tam tam ("Berlusconi ci inganna!") è iniziato sui blog e su Facebook, ma anche sui giornali. In una lettera al Messaggero, una cittadina terremotata de L'Aquila ha fatto i conti e ha concluso che "mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito a un'ingiustizia tanto grande e a un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L'Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie".

Il cash che Tremonti mette subito a disposizione si aggira sul miliardo di euro. Tolte le spese per l'emergenza, restano 700 milioni di euro, destinati alla costruzione delle casette temporanee. Circa 400 milioni saranno spesi per edificarle nel 2009 e 300 milioni nel 2010. Se ne deduce che la totalità delle case provvisorie sarebbero a disposizione entro l'anno prossimo - e non prima dell'inverno 2009. Queste casette temporanee sono definite dal decreto "a durevole utilizzazione". Insomma possono quindi durare decenni. E sono le uniche costruzioni ad avere pronta una linea di finanziamento. Piccole e sparse new town.

E le new town vere, promesse da Berlusconi? A scorrere gli allegati al decreto sembra che sia molto difficile costruirle. Infatti a leggere il decreto pare che Berlusconi non possa concedere più di 150 mila euro per la ricostruzione dell'abitazione di ogni famiglia terremotata: 50 mila euro concessi cash dal governo, 50 mila in credito di imposta (anticipato dalla famiglia terremotata e ammortizzato in 22 anni), altri 50 mila con un mutuo a tasso agevolato a carico sempre della famiglia.

Insomma, casette di legno per tutti (ma non subito: molte arriveranno dopo l'inverno...) e pochissimi soldi veri per costruirsi la casa nuova, quella definitiva.

Da specificare tuttavia che i dettagli della legge non sono ancora stati definiti, e alcune cose potrebbero cambiare, si spera in meglio.

Resta il fatto che i cittadini dell'Abruzzo ora si chiedono se dopo i sorrisi, le promesse e le pacche sulle spalle, il governo non li stia beffando.



il fortino della cocaina di Milano
Blitz nel "ghetto": controlli e perquisizioni
Fin dall'alba polizia e carabinieri hanno circondato i palazzi popolari tra viale Zara e viale Fulvio Testi


MILANO - Blitz di polizia e carabinieri dalle prime ore del mattino nel cosiddetto "ghetto", il quartiere nella zona Nord oggetto di un'inchiesta del Corriere per essere il fortino della cocaina di Milano. Le forze dell'ordine hanno circondato i palazzi popolari tra viale Zara e viale Fulvio Testi e stanno controllando persone e auto. In corso anche perquisizioni domiciliari per accertare la presenza di droga e armi.

LE PROPOSTE - Il "ghetto" è una terra di nessuno, per cui si sono levate da più parti richieste di intervento. Se l'opposizione milanese ha chiesto a più riprese di far intervenire i militari, l'Aler ha anche proposto di assegnare case a poliziotti nel quartiere. Anche il sindaco Letizia Moratti ha affrontato la questione, chiedendo al prefetto «un intervento più incisivo per questa e altre zone della città».




14 agosto 2009

 
Top
96 replies since 6/8/2009, 10:36   4896 views
  Share