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Astronomia, c'è qualche esperto?

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iFrancesco![Buono Version]
view post Posted on 30/5/2009, 14:02




quindi tra un anno in una galassia lontana lontana sentiranno il peto che ho fatto? :mellow:
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 30/5/2009, 14:05




Può darsi pure prima, poi verranno sulla terra in cerca di vita intelligente, troveranno te e concluderanno che: No non esiste vita intelligente sulla terra, beh se poi troveranno me concluderanno che l'evoluzione sulla terra ha fatto solo cazzate........... :asd: :asd: :asd:
 
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iFrancesco![Buono Version]
view post Posted on 30/5/2009, 14:15




DIciamo che il dio dell'evoluzione ha tanto da fare per farsi perdonare dopo avrmi concepito :sisi:
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 30/5/2009, 18:20




Nuova costellazione, ora tocca ad Andromeda, molteressante perchè è visibile una galassia, detta appunto di Andromeda (fumettisiticamente parlando è dove risiedono gli alieni della marvel chiamati Skrull), che è l'oggetto astronomico più distante visibile a occhio nudo, ma meglio usare un binocolo.

In pratica è questa

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Andromeda

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Nome latino
Genitivo Andromeda
Andromedae

Abbreviazione And
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 1 h
40°
Area totale 722 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
-40°
+90°
Novembre
Stella principale
- Magnitudine app. Alpheratz (α And)
2.1
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
3
100
• Sciami meteorici
Andromedidi
(Bielidi)

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Perseo
Cassiopea
Lucertola
Pegaso
Pesci
Triangolo

Andromeda è una costellazione rappresentante la principessa Andromeda, che si trova nell'emisfero nord vicino a Pegaso. La costellazione ha la forma approssimata di una lettera «A» allungata, debole e deformata. È famosa soprattutto per la presenza della Galassia di Andromeda nei suoi confini.


Caratteristiche

La stella più luminosa, α Andromedae (chiamata Alpheratz o Sirrah), assieme alle stelle α, β e λ Pegasi forma un asterismo chiamato il Quadrato del Pegaso. Questa stella era una volta parte della costellazione di Pegaso, con la sigla δ Pegasi, come dice anche il suo nome proprio, «la spalla del cavallo».

β Andromedae è chiamata Mirach, il busto. Si trova a circa 200 [1] anni luce di distanza ed è di magnitudine 2,1.

γ Andromedae, o Almach, si trova all'estremo sud della costellazione. È una stella multipla visibile al telescopio, che mostra contrasti di colore.

υ Andromedae ha un sistema planetario con tre pianeti confermati, con masse di 0,71, 2,11 e 4,64 volte quella di Giove.

Per approfondire, vedi la voce Stelle principali della costellazione di Andromeda.


Oggetti del profondo cielo

L'oggetto del profondo cielo più famoso in Andromeda è M31, la Galassia di Andromeda, che è anche il più lontano oggetto visibile ad occhio nudo. È un'enorme galassia a spirale, simile alla nostra Via Lattea ma un poco più grande, posta alla distanza di due milioni di anni luce. Per trovare la galassia, occorre tracciare una linea tra β e μ Andromedae, ed estenderla ancora per una distanza approssimativamente uguale.
Sebbene sia visibile ad occhio nudo, la galassia è molto difficile da osservare, ed occorrono cieli molto bui lontani da ogni fonte luminosa, e possibilmente l'utilizzo della visione periferica. È circondada da due galassie satelliti, M32 e M110.

Tra gli ammassi galattici, interessante è il grande oggetto NGC 752, verso il confine col Triangolo, ben visibile con un binocolo e appena percepibile ad occhio nudo.

Per approfondire, vedi la voce Oggetti non stellari nella costellazione di Andromeda.


Mitologia

Per approfondire, vedi la voce Andromeda (mitologia).
Andromeda incatenata alla costa rocciosa, raffigurata in Uranographia di Johann Bode.Si dice che sia stata la dea greca Atena a collocare l'immagine di Andromeda fra le stelle, dove si trova tra Perseo e sua madre Cassiopea. Solo la costellazione dei Pesci la separa dal Mostro Marino, Cetus (Balena). Le carte celesti rappresentano Andromeda con le mani incatenate. La testa è indicata dalla stella di II grandezza Alfa di Andromeda, stella questa che un tempo la costellazione di Andromeda aveva in comune con quella di Pegaso, dove segnava il punto dell'ombelico del cavallo. Alfa di Andromeda è nota con due nomi diversi, Alpheratz o Sirrah, entrambi derivanti dall'arabo al-faras, che significa «il cavallo», e surrat, che significa «ombelico». Oggi la stella appartiene solo ad Andromeda.

Il punto è indicato dalla stella Beta di Andromeda, chiamata anche Mirach, una derivazione dall'arabo al mi'zar che significa «la guaina» o «perizoma». Il piede è segnato da Gamma di Andromeda, il cui nome è scritto sia Almach che Alamak, dall'arabo al'anaq, con riferimento alla lince del deserto o caracal, che gli antichi Arabi visualizzavano in questa posizione. Anche con telescopi piccoli si può ammirare questa stella doppia dai contrastanti colori giallo e blu.

L'oggetto più famoso della costellazione è la galassia a spirale M31, situata sul fianco destro di Andromeda, dove, sottoforma di nebulosa allungata, è visibile a occhio nudo nelle notti chiare. M31 è una nebulosa simile alla nostra Via Lattea. Distante due milioni di anni luce, la galassia di Andromeda è l'oggetto più lontano visibile a occhio nudo.
 
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MatteoRedIII
view post Posted on 30/5/2009, 19:22




Madonna quel planetario è una droga.
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 31/5/2009, 13:09




DDP vi dà la prossima cosatellazione, l'Aquila.

Aquila

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


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Nome latino
Genitivo Aquila
Aquilae

Abbreviazione Aql
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 20 h
+5°
Area totale 652 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
-75°
+85°
luglio
Stella principale
- Magnitudine app. Altair (α Aquilae)
0.77
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
3
72
• Sciami meteorici
Aquilidi di giugno
Epsilon Aquilidi

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Freccia
Ercole
Ofiuco
Serpente
Scudo
Sagittario
Capricorno
Acquario
Delfino

L'Aquila è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è oggi parte delle 88 costellazioni riconosciute dall'UAI. Si trova vicino all'equatore celeste.

Caratteristiche

La costellazione dell'Aquila è facile da individuare, grazie alla presenza della brillante stella Altair, che costituisce il vertice meridionale del noto asterismo del Triangolo Estivo. La caratteristica più notevole della costellazione è un asterismo formato dalla stessa Altair, più le stelle β Aquilae (Alshain) e γ Aquilae (Tarazed), poste rispettivamente a sud e a nord di questa, che secondo un'antica tradizione persiana veniva chiamato "L'equilibrio". La Via Lattea corre lungo il lato occidentale della costellazione, comprendendo anche parte della nota striscia scura nota come Fenditura del Cigno.

La costellazione, essendo prossima all'equatore celeste, è ben osservabile da entrambi gli emisferi, durante i mesi compresi fra giugno e novembre; nell'emisfero nord è una delle figure caratteristiche del cielo estivo.


Stelle principali



α Aquilae, conosciuta soprattutto come Altair (parola araba che indica "l'aquila"), è una brillante stella bianca, la dodicesima stella del cielo in ordine di luminosità; è una stella tripla con una magnitudine apparente complessiva di 0,77. La principale è di tipo spettrale A7 V. Con una distanza di appena 17 anni luce, è anche una delle stelle più vicine a noi.
γ Aquilae (Tarazed) è una stella arancione di magnitudine 2,72, distante 460 anni luce. Si sospetta che sia una stella variabile.
ζ Aquilae (Deneb el Okab) è una stella bianca di magnitudine 2,99; è una stella tripla distante 83 anni luce.
θ Aquilae (Tseen Foo) è una stella azzurra di magnitudine 3,24; si tratta di una binaria spettroscopica, distante 287 anni luce.
δ Aquilae (Denebokab) è una stella gialla di magnitudine 3,36; dista 50 anni luce.
β Aquilae (Alshain) è una stella giallo-arancione che brilla con una magnitudine apparente di 3,71. Come Altair, è una stella multipla con tre componenti.

η Aquilae: questa variabile è una delle più brillanti variabili Cefeidi del cielo; la sua luminosità apparente varia tra 3,48 e 4,39 magnitudini, ogni 7,177 giorni.

15 Aquilae: è una stella doppia, la cui principale è di tipo K e magnitudine 5,4, con una compagna di settima magnitudine. È facilmente visibile con piccoli telescopi.


Nominazione ed etimologia

designazione di Bayer Nome Origine Significato
α Altair Araba l'uccello
β Alshain Araba Il falco pellegrino
γ Tarazed Persiana Il giogo della bilancia
ε Deneb el Okab Araba La coda del falco
ζ Deneb el Okab Araba La coda del falco
η Bezek ebraica fulmine
θ Tseen Foo Mandarina La zattera celeste
ι Al Thalimain Araba I due struzzi
λ Al Thalimain Araba I due struzzi


Oggetti del profondo cielo

Per approfondire, vedi la voce Oggetti non stellari nella costellazione dell'Aquila.
NGC 6709, un ammasso aperto.Nonostante l'Aquila sia attraversata dalla Via Lattea e sia dunque ricca di campi stellari, non sono presenti oggetti particolarmente luminosi; qui infatti il Messier non vi trovò nessun oggetto da catalogare, a differenza delle adiacenti costellazioni minori della Freccia e dello Scudo.

Tra gli ammassi aperti se ne possono citare soltanto due: NGC 6709, nei pressi del confine con l'Ofiuco, e NGC 6755, alcuni gradi ad ovest di Delta Aql, entrambi non molto luminosi.

NGC 6760 è invece un ammasso globulare, visibile 4 gradi a SE di Theta Ser. Tra le nebulose planetarie, si può citare NGC 6781, che ricorda vagamente un miniatura della famosa Nebulosa Civetta nell'Orsa Maggiore.


Storia

Nell'Aquila sono state osservate storicamente due stelle novae: la prima nel 389 a.C., che fu descritta come brillante quanto Venere, la seconda brillante quanto Altair.


Mitologia

Antinoo fra gli artigli dell'Aquila in Uranographia di Johann Bode.L'aquila è l'uccello del tuono dei Greci. Ci sono parecchie spiegazioni dell'esistenza di quest'aquila fra le costellazioni. Nella mitologia greca e romana, l'aquila era l'uccello di Zeus, e portava avanti e indietro la folgore che il dio adirato lanciava contro i suoi nemici. Ma l'aquila era coinvolta in storie d'amore oltre che di guerra.

Secondo una di queste storie, fu quest'Aquila a rapire il bel troiano Ganimede, per farlo diventare il coppiere degli dèi. Scrittori autorevoli come il poeta latino Ovidio dicono che Zeus si trasformò in un'aquila, mentre altri sostengono che una vera aquila fu mandata da Zeus a compiere quell'impresa. Lo stesso Ganimede è rappresentato nella vicina costellazione dell'Acquario, e le carte celesti mostrano l'Aquila che piomba sull'Acquario. Cesare Germanico dice che l'aquila è posta a guardia della freccia di Eros (la costellazione vicina della Freccia) che fece innamorare Zeus.

In un resoconto di Igino le costellazioni dell'aquila e del cigno sono unite. Zeus s'innamorò della dea Nemesi ma, date le resistenze di lei, si trasformò in un cigno e fece fingere ad Afrodite, traformata in aquila, di cacciarlo. Nemesi offrì riparo al cigno in fuga, e si ritrovò fra le braccia di Zeus. A perenne ricordo di questo trucco ben riuscito, Zeus collocò le immagini del cigno e dell'aquila nel cielo.

Il nome della stella più brillante della costellazione, Altair, viene dall'arabo al-nasr al-ta'ir, che significa «aquila che vola» o «rapace». Tolomeo la chiamò Aquila, con lo stesso nome della costellazione. Lo studioso tedesco Paul Kunitzsch nota che i Babilonesi e i Sumeri si riferivano ad Altair come alla stella aquila. Le stelle vicine ad Altair, Beta e Gamma dell'Aquila formano le ali spiegate dell'uccello. Queste due stelle hanno nomi propri, Alshain e Tarazed, che vengono da una traduzione persiana di una vecchia parola araba che significa «l'equilibrio».

Altair forma un angolo del cosiddetto Triangolo Estivo insieme alle stelle Vega e Deneb, che si trovano rispettivamente nelle costellazioni della Lira e del Cigno. Un affascinante mito orientale raffigura le stelle dell'Aquila e quelle della Lira come due amanti separati dal fiume della Via Lattea, che riescono a incontrarsi solo un giorno all'anno quando le gazze si riuniscono a formare un ponte sul fiume celeste.

La parte meridionale dell'Aquila fu da Tolomeo separata dal resto della costellazione per formarne una ormai obsoleta chiamata Antinoo, che in certe carte è raffigurata come un giovanetto intrappolato fra gli artigli dell'aquila.


Orientamenti

Secondo alcuni studi recenti, la città dell'Aquila sarebbe stata edificata con le chiese e i monumenti disposti a terra specularmente alla costellazione Aquila, per volere del suo fondatore Federico II di Svevia.
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 1/6/2009, 10:25




Nuova costellazione zodiacale per voi, l'Ariete

Ariete

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


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Nome latino
Genitivo Aries
Arietis

Abbreviazione Ari
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 3 h
20°
Area totale 441 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
-60°
+90°
Dicembre
Stella principale
- Magnitudine app. Hamal (α Ari)
2.0
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
2
59
• Sciami meteorici
Arietidi di maggio
Arietidi d'Autunno
Delta Arietidi
Epsilon Arietidi
Arietidi Diurne
Ariete-Triangulidi

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Perseo
Triangolo
Pesci
Balena
Toro

L'Ariete (in latino Aries, simbolo: ♈) è una delle costellazioni dello zodiaco. Si trova tra i Pesci ad ovest e il Toro ad est.


Caratteristiche

Per approfondire, vedi la voce Stelle principali della costellazione dell'Ariete.

Si tratta di una costellazione di dimensioni relativamente contenute: occupa infatti 441 gradi quadrati di volta celeste, ossia poco più della metà del vicino Toro. Le sue stelle sono piuttosto deboli, ad eccezione di Hamal (α Arietis) e Sharatan (β). Altre stelle importanti sono Mesarthim (γ1) e Botein (δ). la costellazione diventa visibile nel cielo serale alla fine dell'estate boreale (settembre) e resta visibile per tutto l'autunno e l'inverno, fino al mese di marzo; dall'emisfero australe invece la sua visibilità è più limitata.


Stelle principali

Hamal (α Arietis) è la stella principale; di magnitudine 2,01, spicca per il suo colore arancione vivo. Dista da noi 66 anni luce.
Sharatan (β Arietis) è una stella bianca, di magnitudine 2,64, che fa coppia con Hamal. La sua distanza è stimata sui 60 anni luce.
41 Arietis (Bharani) è una stella azzurra di magnitudine 3,61, distante 159 anni luce; curiosamente, non riporta una lettera greca come sigla, nonostante sia più luminosa di altre stelle della costellazione.
γ Arietis (Mesarthim) è una stella bianca di magnitudine 3,88, distante 204 anni luce.
Tre stelle dell'Ariete (HD 20367, HD 12661 e HD 14810) si è scoperto che possiedono un sistema planetario.

Una curiosità è data dalla stella HD 20644: sebbene sia di magnitudine 4,47 (la sesta stella più luminosa della costellazione), non riporta né una lettera greca, né un numero di Flamsteed.


Oggetti del profondo cielo

I pochi oggetti del profondo cielo nell'Ariete sono molto deboli. Non sono presenti oggetti appartenenti alla nostra Galassia, tranne alcune nebulose oscure nell'estremo settore di nord-est, ma decisamente poco notevoli a causa della loro lontananza dalla Via Lattea. Tra le galassie invece, va segnalata innanzitutto la bella NGC 772, a sudest di β, e la piccola NGC 821, a sud.


Mitologia

L'Ariete dal vello d'oro, da Uranographia di Johann Bode.Non deve sorprendere trovare un ariete in cielo, poiché spesso gli arieti erano sacrificati agli dèi e Zeus stesso fu qualche volta identificato con un ariete. Ma i mitografi concordano nel considerare speciale quest'Ariete, che è quello il cui vello d'oro fu l'obiettivo del viaggio di Giasone e degli Argonauti. L'Ariete comparve sulla Terra nell'esatto istante in cui il Re Atamante di Beozia si accinse a sacrificare suo figlio Frisso per allontanare una carestia incombente.

Il re Atamante e sua moglie Nefele non erano una coppia felice, e allora Atamante si unì a Ino, figlia del Re Cadmo della vicina Tebe. A Ino non andavano a genio i figliastri, Frisso ed Elle, e organizzò una cospirazione per farli uccidere. Cominciò a bruciare il grano per evitare che ci fosse un raccolto. Quando Atamante chiese aiuto all'Oracolo di Delo, Ino corruppe i messaggeri affinché ritornassero con la risposta falsa che Frisso doveva essere sacrificato per salvare il raccolto.

A malincuore, Atamante portò suo figlio in cima al Monte Lafisto, che sovrastava il suo palazzo a Orcomeno. Era sul punto di sacrificare Frisso a Zeus quando Nefele intervenne per salvare suo figlio, mandando giù dal cielo un ariete alato dal vello d'oro. Frisso s'arrampicò sul dorso dell'animale, dove fu raggiunto da sua sorella Elle che anche temeva per la propria vita. Volarono via in direzione est verso la Colchide, che si trovava sulla sponda orientale del Mar Nero, sotto le Montagne del Caucaso (la Georgia ex sovietica di oggi). Lungo il percorso Elle non riuscì a mantenere la presa e cadde nel canale fra l'Europa e l'Asia, i Dardanelli, che in suo ricordo i Greci chiamarono Ellesponto. Una volta raggiunta la Colchide, Frisso sacrificò l'ariete a Zeus in segno di gratitudine. Regalò il suo vello d'oro al terribile Re della Colchide, Eeta, che, in cambio, gli concesse la mano di sua figlia Calciope.

Dopo la morte di Frisso il suo fantasma ritornò in Grecia per perseguitare suo cugino Pelia, che si era impadronito del trono di Iolco in Tessaglia. Il vero successore a quel trono era Giasone. Pelia promise di lasciarglielo se gli portava a casa dalla Colchide il vello d'oro. Fu questa la sfida che diede il via all'epico viaggio di Giasone e degli Argonauti.

Al suo arrivo in Colchide, come prima cosa, Giasone chiese educatamente al re Eeta di dargli il vello che pendeva da una quercia in un bosco sacro, custodito da un enorme serpente sempre sveglio. Il Re Eeta non accolse la sua richiesta. Fortunatamente per il buon esito della spedizione, la figlia del re, Medea, s'innamorò di Giasone e si offrì di aiutarlo a rubare il vello. Di notte i due furtivamente si recarono nel bosco dove il vello d'oro brillava come una nuvola illuminata dal Sole nascente. Medea ammaliò il serpente così da farlo addormentare mentre Giasone portava via il vello. Secondo Apollonio Rodio, il vello era delle dimensioni della pelle di una giovane mucca, e quando Giasone se lo buttò sulle spalle quello lo coprì fino ai piedi. Il terreno prese a brillare della luce che quella lana dorata lasciava dietro di sé mentre Giasone e Medea scappavano. Quando finalmente non furono più inseguiti dalle truppe del Re Eeta, essi usarono il vello come coperta per il loro talamo. Il suo luogo di riposo finale fu il tempio di Zeus a Orcomeno, dove Giasone lo appese al suo rientro in Grecia.

Nelle vecchie carte celesti l'ariete è rappresentato in posizione accucciata, ma senza ali, con la testa rivolta verso il Toro. Non è una figura che si distingue bene in cielo. Il suo tratto più evidente è una linea curva di tre stelle, che segna il punto della testa. Di queste tre stelle, Alfa dell'Ariete si chiama Hamal, dalla parola araba che significa agnello; Beta dell'Ariete è Sheratan, che in arabo vuol dire «due» di qualche cosa (forse due segni o due corna, poiché originariamente si usava sia per questa stella che per quella vicina, Gamma dell'Ariete) e Gamma dell'Ariete è Mesarthim, una curiosa rielaborazione di al-sharatan, il nome che prima aveva in comune con Beta dell'Ariete.

In astronomia, l'Ariete ha molta più importanza di quanto non farebbe pensare la sua brillantezza, poiché ai tempi dei Greci conteneva il punto cardinale noto come equinozio di primavera. È questo il punto in cui il Sole attraversa l'equatore celeste da nord a sud. Ma l'equinozio di primavera non è fisso, a causa della lenta oscillazione dell'asse terrestre nota come precessione.

Quando, intorno al 130 a.C., il grande astronomo greco Ipparco definì la posizione dell'equinozio di primavera questo punto si trovava a sud della stella Mesarthim (Gamma dell'Ariete). Fu allora fissato qui l'inizio dello zodiaco, e quindi l'equinozio di primavera fu comunemente noto come il primo punto dell'Ariete. A causa della precessione, l'quinozio di primavera si è spostato di circa 30 gradi dai tempi di Ipparco e attualmente si trova nella confinante costellazione dei Pesci. Ciò nonostante, esso viene ancora saltuariamente chiamato il primo punto dell'Ariete.


Astrologia

A causa del fenomeno della precessione degli equinozi, non esiste più alcuna corrispondenza sulla volta celeste fra la costellazione astronomica dell'Ariete ed il relativo segno zodiacale.
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 2/6/2009, 12:57




Nuova costellazione epr voi, tocca all'Auriga

Auriga

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Nome latino
Genitivo Auriga
Aurigae

Abbreviazione Aur
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 6 h
40°
Area totale 465 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
-40°
+90°
20 febbraio, alle 21:00
Stella principale
- Magnitudine app. Capella (α Aur)
0.08
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
4
75
• Sciami meteorici
Alpha Aurigidi
Delta Aurigidi

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Giraffa
Perseo
Toro
Gemelli
Lince

Auriga è una costellazione settentrionale. È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è anche una delle 88 costellazioni moderne. La sua stella più brillante è Capella (α Aurigae), che è associata con la mitologica Amaltea. Le tre stelle Epsilon, Zeta e Eta Aurigae sono chiamate «i ragazzi».

Caratteristiche

Per approfondire, vedi la voce Stelle principali della costellazione dell'Auriga.

La costellazione dell'Auriga è caratteristica dei mesi dell'inverno boreale, da novembre ad aprile; è facile da individuare, grazie alla sua forma a pentagono, con l'angolo nord-occidentale formato dalla brillante stella Capella, la sesta stella più brillante del cielo, di colore giallo. La parte centrale della costellazione è invece attraversata da un ricco campo della Via Lattea ed abbonda di stelle deboli di fondo. La parte più settentrionale si presenta quasi circumpolare alle latitudini medie boreali, mentre resta sempre molto bassa nella fascia temperata australe.


Stelle principali

Capella (α Aurigae) è la stella più luminosa della costellazione; si tratta di un sistema multiplo costituito da ben quattro stelle: le più brillanti hanno magnitudine 0,71 e 0,96, che sommate assieme danno una magnitudine complessiva pari a 0,08, ossia appena meno luminosa di Vega. Il sistema dista da noi 42,2 anni luce.
β Aurigae (Menkalinan) è una stella bianca di magnitudine 1,90; si tratta di una binaria ad eclisse, distante 82 anni luce.
θ Aurigae (Mahasim) è una stella bianca di magnitudine 2,65, distante 193 anni luce.
ι Aurigae (Hassaleh) è una gigante arancione di magnitudine 2,69; dista da noi 512 anni luce.
ε Aurigae (Almaaz) è une delle binarie più strane conosciute. Ha un periodo orbitale di 27 anni, che comprende un'eclissi lunga 18 mesi. La stella visibile è una supergigante gialla, una delle stelle più luminose conosciute della Via Lattea, avendo magnitudine assoluta pari a -5,95, mentre la compagna è invisibile; la lunghezza dell'eclissi esclude tutti i tipi di stella conosciuti, e si suppone che sia una stella normale nascosta in un'estesa nuvola di polvere.
La stella γ Aurigae (Elnath) si trova in comune tra le costellazioni dell'Auriga e del Toro; poiché senza questa stella il Toro sarebbe privo di un corno, in genere ci si riferisce a Elnath con la sigla β Tauri.

ζ Aurigae è una stella doppia con un periodo di 970 giorni, la primaria è una supergigante di tipo K, mentre la secondaria è una stella di sequenza principale di tipo B.


Profondo cielo

Per approfondire, vedi la voce Oggetti non stellari nella costellazione dell'Auriga.
L'ammasso aperto M37.La costellazione è attraversata dalla Via Lattea, nel suo tratto opposto al centro galattico; per fortuna, però, questo tratto, a parte nella sezione più settentrionale, non è oscurato da polveri interstellari, cosicché risultano visibili diversi oggetti celesti.

Tre di questi furono osservati e descritti dal Messier: si tratta di tre ammassi aperti: M36, M37 ed M38,tutti di facile osservazione. M37 è il più denso, mentre M36 è il più piccolo, ma con le componenti più brillanti; M38 si trova invece sul bordo di un ricco campo stellare. Più esternamente rispetto alla scia della Via Lattea si trova invece NGC 2281, un relativamente brillante ammasso composto da alcune stelle di decima magnitudine. Nella parte centrale della costellazione, sono presenti anche altri ammassi, meno brillanti ma individuabili con piccoli strumenti amatoriali.

Nelle foto a lunga posa è possibile osservare la bella nebulosa diffusa IC 405, circondante la stella doppia e variabile AE Aurigae. Altre nebulose sono osservabili ni dintorni.


Mitologia

La costellazione dell'Auriga disegnata da Johannes Hevelius.Questa notevole costellazione ha parecchie identificazioni in mitologia. L'interpretazione più comune è che si tratti di Erittonio, un leggendario re di Atene. Era figlio di Efesto, il dio del fuoco, meglio noto con il suo nome latino, Vulcano, ma fu allevato dalla dea Atena, dalla quale prese nome la città di Atene. In suo onore Erittonio istituì delle festività chiamate Panatenee.

Atena insegnò a Erittonio molte cose, compreso come addomesticare i cavalli. Egli fu il primo uomo capace di attaccare quattro cavalli a un carro, a imitazione del carro del Sole che era trainato da quattro cavalli, una mossa audace che gli guadagnò l'ammirazione di Zeus e gli assicurò un posto fra le stelle. Là, Erittonio è raffigurato con le briglie in mano, forse mentre partecipa ai giochi panatenaici che spesso vinse alla guida del suo carro.

Un'altra identificazione è quella che l'Auriga sia in realtà Mirtilo, il cocchiere del Re Enomao di Elide e figlio di Ermete. Il re aveva una bella figlia, Ippodamia, che era fermamente deciso a tenere con sé. Sfidava tutti gli aspiranti alla sua mano in una gara dalla quale si poteva uscire solo vencitori o condannati a morte. Gli sfidati dovevano allontanarsi a tutta velocità sui loro carri insieme a Ippodamia, ma se Enomao li raggiungeva prima che arrivassero a Corinto li uccideva. E poiché lui possedeva il carro più veloce di tutta la Grecia, guidato con perizia da Mirtilo, nessuno era mai sopravvissuto a quella prova.

Una dozzina di corteggiatori erano già stati decapitati quando si presentò Pelopio, il bel figlio di Tantalo, a chiedere la mano di Ippodamia, la quale si innamorò di lui a prima vista e implorò Mirtilo di tradire il re per far vincere la gara a Pelopio. Mirtilo, lui stesso innamorato segretamente di Ippodamia, manomise i perni che tenevano le ruote attaccate al carro di Enomao. Durante l'inseguimento di Pelopio, le ruote del carro del re si staccarono ed Enomao morì.

Ippodamia si ritrovò insieme a Pelopio e a Mirtilo. Pelopio, senza perdersi in cerimonie, risolse la situazione imbarazzante buttando in mare Mirtilo, che, mentre annegava, maledisse la casa del rivale. Ermete pose l'immagine di suo figlio Mirtilo nel cielo sotto forma di costellazione dell'Auriga. Un sostenitore di questa identificazione è Germanico Cesare che dice, «si può notare che non ha carro, le redini sono rotte, ed è addolorato dal fatto che Ippodamia gli sia stata portata via con l'inganno da Pelopio».

Una terza ipotesi è quella che l'Auriga sia il figlio di Teseo, Ippolito, di cui s'innamorò la matrigna Fedra. Quando Ippolito la respinse, per la disperazione lei s'impiccò. Teseo bandì Ippolito da Atene. Mentre se ne andava il suo carro andò distrutto, uccidendolo. Asclepio il guaritore riportò in vita l'innocente Ippolito, impresa che gli costò la vita perché Zeus lo colpì con una folgore su richiesta di Ade, cui non andava a genio di perdere un'anima di un certo valore.

L'Auriga contiene la sesta stella del cielo in ordine di grandezza, Capella, termine latino che significa capra (il nome greco era Aix). Tolomeo la descrive sulla spalla destra del cocchiere. Secondo Arato di Soli Capella rappresentava la capra Amaltea, che nutrì Zeus quando neonato fu lasciato sull'isola di Creta e che fu posta in cielo in segno di gratitudine, insieme ai due capretti che partorì mentre allattava Zeus. I capretti, solitamente conosciuti con il loro nome latino di Haedi (Eriphi in greco), sono rappresentati dalle vicine stelle Eta e Zeta dell'Auriga.

Una storia alternativa è quella che Amaltea fosse la ninfa che possedeva la capra. Eratostene dice che la capra era così brutta da atterrire i Titani che governavano sulla Terra a quel tempo. Quando Zeus crebbe e li sfidò per ottenere la supremazia sull'Universo, si fece un mantello con la pelle della pecora, la cui parte pelosa assomigliava alla testa della Gorgone. Questa pelle di pecora dall'aspetto terribile fu la cosiddetta aegis (egida) di Zeus (la parola aegis non significa altro che pelle di capra). L'egida protesse Zeus e spaventò i suoi nemici, un vantaggio di non poco peso nella sua lotta contro i Titani.

Alcuni scrittori più antichi citarono la Capra e i Capretti come costellazioni separate, ma dal tempo di Toloneo in poi sono stati stranamente associati all'Auriga, con la capra che sta appoggiata alla spalla del cocchiere e i capretti sul suo polso. Non esiste una leggenda che spieghi come mai il cocchiere sia circondato da tante bestie.

C'è una stella che gli astronomi greci considerarono parte sia dell'Auriga che del Toro e che rappresentava il piede destro del cocchiere e la punta del corno sinistro del toro, come si vede nelle vecchie carte celesti. Gli astronomi moderni assegnano questa stella solo al Toro.
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 3/6/2009, 13:40




Nuova costellazione, la balena..........che non è dedicata a Platinette


Balena

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Nome latino
Genitivo Cetus
Ceti

Abbreviazione Cet
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 1,42 h
-11,35°
Area totale 1.231 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
-90°
+70°
Novembre
Stella principale
- Magnitudine app. Mira (quando è al massimo)
2,0
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
3
109
• Sciami meteorici
Cetidi di ottobre
Eta Cetidi
Omicron Cetidi

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Ariete
Pesci
Acquario
Scultore
Fornace
Eridano
Toro

La Balena (in latino Cetus) è una costellazione del cielo australe, posta in una regione popolata da costellazioni relative all'acqua, come l'Acquario, i Pesci ed Eridano.

Osservazione

La Balena è una costellazione di vaste dimensioni, osservabile in particolare nei mesi compresi fra settembre e gennaio; si estende per gran parte nell'emisfero australe, ma è ben osservabile anche dall'emisfero nord. Si individua a sud dell'Ariete e dei Pesci, grazie alla presenza di due stelle di seconda magnitudine: α Ceti (Menkar) e β Ceti (Deneb Kaitos).


Caratteristiche

Per approfondire, vedi la voce Stelle principali della costellazione della Balena.

La costellazione giace lontano dalla scia luminosa della Via Lattea, dunque è priva di campi stellari di fondo. L'eclittica passa molto vicina a questa costellazione, perciò alcuni pianeti e la Luna possono entrarvi brevemente. L'asteroide 4 Vesta fu scoperto in questa costellazione nel 1827.


Stelle più luminose

β Ceti, nota come Deneb Kaitos, è la stella più luminosa: ha una magnitudine di 2,04 ed un colore arancione; si individua con facilità, a sud dei Pesci, grazie anche al fatto che si trova ad essere l'unica stella brillante in quest'area di cielo. La sua distanza è stimata sui 96 anni luce.
α Ceti, nota come Menkar, è una stella dal colore rosso vivo (una gigante rossa), di magnitudine 2,54, situata nel gruppo della "testa" della costellazione; dista 220 anni luce.
Mira (ο Ceti) è la stella più nota della costellazione; si tratta della prima stella variabile scoperta. Lungo un periodo di 331,65 giorni essa varia dalla magnitudine 2,0 (tra le più luminose di quest'area di cielo e facilmente visibile ad occhio nudo) fino a 10.1 (visibile solo con un telescopio), e ritorna quindi al massimo. La sua scoperta nel 1596 da parte di David Fabricius dette un'altra scossa al dogma dell'immutabilità dei cieli, che sarebbe presto caduto con la rivoluzione copernicana. la sua distanza è stimata sui 418 anni luce.
η Ceti (Deneb Algenubi) è una stella arancione di magnitudine 3,46, distante 118 anni luce.
γ Ceti (Kaffaljidhmah) è una stella bianca di magnitudine 3,47, situata nel gruppo della "testa"; dista 82 anni luce.
Tra le altre stelle, spicca τ Ceti, la 17esima stella più vicina al Sole; ancora più vicina è Luyten 726-8, al sesto posto, ma non risulta visibile ad occhio nudo.


Oggetti del profondo cielo

Per approfondire, vedi la voce Oggetti non stellari nella costellazione della Balena.
NGC 246, una nebulosa planetaria nota anche come "Nebulosa Teschio".La costellazione della balena giace distante dal piano galattico ed è perciò priva dei ricchi campi stellari caratteristici di quelle aree di cielo; questo fatto favorisce l'osservazione del cielo profondo, dove è possibile scorgere numerose galassie.

Tra queste, la più notevole è M77, una galassia spirale dai bracci molto regolari visibile con piccoli telescopi. Un'altra galassia molto appariscente è NGC 247, una delle più vicine al nostro Gruppo Locale, visibile nella parte meridionale della costellazione. IC 1613 ha invece una forma irregolare; è nota soprattutto per la quasi completa assenza di polvere interstellare al suo interno, al punto che risulta essere "trasparente" alla luce delle galassie retrostanti.

NGC 246 è invece una nebulosa planetaria, molto estesa e facilmente individuabile anche con piccoli strumenti grazie alla sua luminosità; è nota anche col soprannome di "Nebulosa Teschio", a causa della sua forma.


Storia e mitologia

La Balena, il mostro marino dall'aspetto bizzarro, come è raffigurato in Atlas Coelestis di John Flamsteed.Quando Cassiopea, la moglie del Re Cefeo d'Etiopia, si vantò d'essere più bella delle ninfe marine chiamate Nereidi diede il via a una delle storie più celebri della mitologia, i cui personaggi sono commemorati in cielo. Per punirla dell'insulto arrecato alle Nereidi, il dio del mare Poseidone mandò un mostro a razziare le coste del territorio di Cefeo. Quel mostro è rappresentato nella costellazione Cetus o Balena.

Per liberarsi del mostro, Cefeo ricevette istruzioni dall'Oracolo di Ammone di offrirgli in sacrificio sua figlia Andromeda. Andromeda fu incatenata alla costa rocciosa di Joppa (la moderna Tel Aviv) ad aspettare che si compisse il suo tremendo destino.

Dai Greci il mostro marino fu rappresentato come una creatura ibrida, con le enormi fauci spalancate e le zampe anteriori di animale terrestre, attaccate a un corpo coperto di scaglie con enormi avvolgimenti come fosse un serpente di mare. Di conseguenza nelle carte celesti questo mostro è disegnato come una creatura dall'aspetto alquanto improbabile, più comico che spaventoso, per niente simile a una balena, nonostante sia qualche volta identificata con essa.

Andromeda tremava mentre il mostro da film dell'orrore le si avvicinava, fendendo le onde come una nave gigantesca. Fortunatamente, in quel momento l'eroe Perseo capitò da quelle parti e prese in mano la situazione. Lanciandosi come un'aquila sulla schiena del mostro, Perseo conficcò la spada nella sua spalla destra. Il mostro si drizzò sulle sue spire e si girò, con le fauci fameliche che cercavano di addentare il suo attaccante. Perseo continuò a conficcargli la spada in corpo, nelle costole, nella schiena ricoperta di scaglie e alla radice della coda. Sputando sangue finalmente il mostro cadde in mare e vi giacque come una carcassa impregnata d'acqua. Il suo corpo fu trascinato a riva dagli abitanti del luogo riconoscenti, che lo spellarono ed esposero le ossa al pubblico.

La Balena è la quarta costellazione in quanto a dimensioni, e ciò si addice a un tale mostro, ma nessuna delle sue stelle è particolarmente brillante. Alfa della Balena si chiama Menkar dall'arabo «narici», un nome poco indicato dato che questa stella è situata sulla mascella della bestia. La stella più famosa della costellazione è Mira, che in latino significa «la stupefacente», in considerazione della sua brillantezza variabile. Capita che la si veda facilmente a occhio nudo, ma il più delle volte è così debole da richiedere un binocolo o un telescopio.

Mira è una stella rossa gigante le cui variazioni di brillantezza derivano da cambiamenti di dimensioni. La stella fu registrata per la prima volta nel 1596 dall'astronomo olandese David Fabricius, ma la natura ciclica dei suoi cambiamenti non fu riconosciuta fino al 1638. Il nome Mira le fu dato dall'astronomo polacco Johannes Hevelius nel 1662, quando era l'unica stella variabile conosciuta.
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 4/6/2009, 18:44




Dedicato a tutti quelli della Bilancia.....e anche un pò a me che ho l'ascendente in Bilancia

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Bilancia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.




Nome latino
Genitivo Libra
Librae

Abbreviazione Lib
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 15 h
-15°
Area totale 538 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
-90°
+65°
20 giugno, alle 21:00<
Stella principale
- Magnitudine app. Zubeneschamali (β Lib)
2.6
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
2
49
• Sciami meteorici
Libridi di Maggio

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Testa del Serpente
Vergine
Idra
Lupo
Scorpione
Ofiuco

La Bilancia (in latino Libra) è una costellazione dello zodiaco. È una costellazione piuttosto piccola, e non contiene stelle di prima magnitudine. Si trova tra la Vergine ad ovest e lo Scorpione ad est. Come testimoniano i nomi delle sue stelle più brillanti, faceva una volta parte delle chele dello Scorpione.

Caratteristiche

Si tratta di una costellazione relativamente poco appariscente; sebbene le sue stelle principali siano di seconda magnitudine, le brillanti costellazioni della Vergine e dello Scorpione contribuiscono ad oscurarla. Il periodo più adatto per la sua osservazione è compreso fra i mesi di aprile e luglio, dall'emisfero boreale, e per qualche mese in più da quello australe. Le stelle α e β Librae rappresentavano in antichità le due chele dello Scorpione, come testimoniano i nomi arabi Zubenelgenubi e Zubeneschamali (chela nord e chela sud); oggi invece rappresenano i due piatti della Bilancia, ed infatti sono riportati per queste stelle anche i nomi Kiffa borealis e Kiffa australis, ossia il piatto nord e il piatto sud.


Stelle principali


β Librae, (Zubeneschamali, "chela del nord"), è la stella più brillante: si tratta di un astro di magnitudine apparente 2,61, particolare perché si tratta dell'unica stella brillante ad avere un colore spiccatamente verde. Il suo spettro è B8V; dista 160 anni luce.
α Librae, (Zubenelgenubi, "chela del sud"); è una celebre stella doppia: è composta da due componenti, una bianca e una gialla, di magnitudine 2,75 e 5,15, risolvibili anche con piccoli strumenti. La distanza del sistema è di 77 anni luce.
σ Librae (Brachium) è una stella rossa di magnitudine 3,25; si tratta di una gigante nella fase terminale della sua vita. Dista da noi 292 anni luce. Era nota in precedenza anche con la sigla γ Scorpii.
υ Librae è una stella arancione di magnitudine 3,60, distante 195 anni luce.
Fra le altre stelle, spicca la γ Librae (Zubenelakrab), una stella arancione posta nella parte centro-settentrionale della costellazione, di magnitudine 3,91 e distante 152 anni luce.


Oggetti del cielo profondo

Per approfondire, vedi la voce Oggetti non stellari nella costellazione della Bilancia.

La Bilancia si trova lontano dalla Via Lattea, ma parte delle sue polveri raggiungono le parti orientali della costellazione; gli oggetti non stellari notevoli sono davvero pochi, ma tra questi c'è il relativamente appariscente ammasso globulare NGC 5897.

Fra le galassie, le più brillanti sono una coppia di galassie ellittiche, NGC 5898 e NGC 5903, probabilmente legate a formare una sorta di lontano "Gruppo Locale".


Storia e mitologia

I piatti della Bilancia, come appaiono in Atlas Coelestis di John Flamsteed.Originariamente, la parte di cielo che ci è nota come Bilancia era occupata dalle chele dello Scorpione. I Greci chiamavano questa zona Chelai[1] (in latino Chelae), che significa appunto «chele», una identificazione che perdura nei nomi delle singole stelle della Bilancia. Oggi, a separazione avvenuta, la Bilancia è una costellazione appena più grande dello Scorpione, ma molto meno visibile.

Ad esempio le consideravano come un'unica costellazione Igino nel Poeticon astronomicon[2] o antichi greci come Eratostene di Cirene ne I Catasterismi. [3] L'influenza di tale non separazione dei due segni zodiacali si trova riflessa in alcune raffigurazioni basate sulle opere astronomiche degli autori greci antichi.[3]

Gemino, scrittore che fiorì verso l'80 a.C., fu il primo[4] che distinse il settimo segno zodiacale, utilizzando il termine Zugos, tradotto poi da Cicerone come Jugum[5]. Il termine Libra fu formalmente adottato dai Romani nel Calendario giuliano.[6]

La Bilancia era una delle costellazioni preferite dai Romani. Si diceva che la Luna fosse stata in Bilancia all'epoca della fondazione di Roma. «L'Italia appartiene alla Bilancia, il segno che più le si addice. Sotto di lei sia Roma che la sua sovranità sul mondo furono fondate», disse lo scrittore latino Manilio. Egli descrisse la Bilancia come «il segno nel quale le stagioni sono in equilibrio, e le ore del giorno e della notte combaciano». È questo un indizio del fatto che i Romani raffiguravano la costellazione come una bilancia perché il Sole si trovava in quella posizione all'equinozio d'autunno, quando il giorno e la notte hanno la stessa durata. Ma l'idea di una bilancia in questa zona non nacque con i Romani, poiché secondo lo storico Gwyneth Heuter i Sumeri conoscevano questa parte di cielo come ZIB-BA AN-NA, la bilancia del cielo, 2000 anni a.C. Da qui l'opinione che i Romani abbiano rispolverato una costellazione che esisteva già in epoca anteriore a quella greca.

La Bilancia è l'unica costellazione dello zodiaco che rappresenti un oggetto inanimato; le altre undici corrispondono ad animali o persone. Una volta stabilito che si trattava di una bilancia fu naturale separarla completamente dallo Scorpione e associarla invece con l'altra figura confinante, la Vergine, che s'identificava con Diche o Astrea, la dea della giustizia. Così i piatti che formano la Bilancia divennero quelli che la dea tiene sollevati verso l'alto.

La stella più brillante della Bilancia, Alfa della Bilancia di II grandezza, si chiama Zubenelgenubi, che in arabo significa «la chela a sud», e ricorda l'identificazione di questa costellazione con le chele dello scorpione dei tempi dei Greci. Beta della Bilancia è Zubeneschamali, «la chela a nord».


Astrologia

Per approfondire, vedi la voce Bilancia (astrologia).

A causa del fenomeno della precessione degli equinozi, non esiste più alcuna corrispondenza sulla volta celeste fra la costellazione astronomica della Bilancia ed il relativo segno zodiacale,(tuttavia le caratteristiche ascritte in astrologia al segno zodiacale corrispondente, sono relative al simbolismo della figura che le stelle nella volta celeste ritraggono, e non come erroneamente si pensa alla loro intrinseca posizione.)
 
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view post Posted on 4/6/2009, 18:45

Contro tutti

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DDP ti seguo con interesse
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 4/6/2009, 18:54




Se vuoi conoscere la volta celeste questo ti può essere d'aiuto, ti confesso che la prima volta che ho visto la gaalssia di andromeda mi sono emozionato, pensare che stavo guardando un oggetto distante milioni di anni luci e il luogo dove probabilmente miliardi di miliardi esseri.
prova a trovarla, è abbastanza facile, la vedi come un sbuffetto di fumo.
E' interessante pure vedere la stella doppia di Rigel e Mizar, una doppia facilmente risolvibile anche con un piccolo strumento, io ho usato solo un binocolo, per la cronaca questa stella doppia è nel grande carro quindi facilmente individuabile.
Comuqnue comincia a trovare lescostellazioni a occhio nudo e distinguerle ti faciliterà il compito di trovare i pianeti.
 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 5/6/2009, 19:43




Tocca ala costellazione di Bootes o Bifolco

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Boote

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Nome latino
Genitivo Boötes
Bootis

Abbreviazione Boo
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 15 h
30°
Area totale 907 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
-50°
+90°
15 giugno, alle 21:00
Stella principale
- Magnitudine app. Arturo (α Boötis)
-0.04
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
3
{{{stellesottoil6}}}
• Sciami meteorici
Bootidi di gennaio
Bootidi di giugno
Quadrantidi

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Cani da Caccia
Chioma di Berenice
Corona Boreale
Dragone
Ercole
Serpente
Vergine
Orsa Maggiore

Boote (in latino Boötes o Βοώτης in greco) è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, e anche una delle 88 costellazioni moderne. Nei suoi confini si trova la quarta stella più luminosa del cielo, Arturo (Arcturus).

La costellazione si trova tra 0° e +60° di declinazione, 13 e 16 ore di ascensione retta sulla sfera celeste.


Caratteristiche

Il nome di Arturo, la stella α di Boote, significa il conducente dell'orso. È una gigante rossa di magnitudine zero, ed è la quarta stella più brillante del cielo notturno. È uno dei vertici del Triangolo primaverile, assieme a Spica (α Virginis) e Denebola (β Leonis).

Izar (ε Boo), avendo una magnitudine apparente di 2,7, è la terza stella più brillante della costellazione. È in realtà una stella binaria con un compagno di magnitudine 5,12.

Per approfondire, vedi la voce stelle principali della costellazione di Boote.


Sciami meteorici

Lo sciame meteorico delle Quadrantidi, che ha origine da questa costellazione, è così chiamato in onore della costellazione defunta Quadrans Muralis (che è adesso una parte di Boötes).


Oggetti del profondo cielo [modifica]
Nonostante le sue grandi dimensioni, entro i confini del Boote non ci sono oggetti non stellari notevoli in gran numero. È presente solo un ammasso globulare (NGC 5466) abbastanza appariscente, più alcune galassie verso il confine con i Cani da Caccia.

Per approfondire, vedi la voce Oggetti non stellari nella costellazione del Boote.


Mitologia

Boote in piedi sul monte Menalo, una costellazione obsoleta. Oltre la sua testa c'è un'altra costellazione obsoleta, il Quadrante Murale. Da Uranographia di Johann Bode.Nella leggenda questa costellazione è strettamente legata a quella dell'Orsa Maggiore, Ursa Major, poiché è posizionata dietro alla coda dell'orsa. Non è certa l'origine del nome Bootes, ma con ogni probabilità viene da una parola greca che significa «rumoroso» o «clamoroso», con riferimento alle urla che il pastore rivolge alle sue bestie. Una spiegazione alternativa è quella che fa derivare il nome dal greco antico dove significava «colui che spinge avanti il bue», per il fatto che qualche volta l'Orsa Maggiore era rappresentata come un carretto tirato da buoi. Ai Greci questa costellazione era anche nota come Arctophylax, tradotto sia come Sorvegliante dell'Orso, che Custode dell'Orso o Guardiano dell'Orso.

Secondo una storia che risale a Eratostene, la costellazione rappresenta Arcas, figlio del dio Zeus e di Callisto, figlia del Re di Arcadia, Licaone. Un giorno Zeus andò a pranzare da suo suocero Licaone, cosa alquanto insolita per un dio. Per accertarsi che l'ospite fosse veramente il grande Zeus, Licaone fece a pezzi Arcas e glielo servì in mezzo alle altri carni di una grigliata mista. Zeus riconobbe facilmente la carne di suo figlio. Assalito da irrefrenabile collera, capovolse la tavola, spargendo dappertutto i cibi del banchetto, uccise i figli del re con una folgore e trasformò Licaone in lupo. Poi raccolse i pezzi di Arcas, li rimise insieme e lo affidò alla Pleiade Maia perché lo allevasse.

Nel frattempo, Callisto era stata trasformata in orsa, alcuni dicono a opera di Era, la moglie gelosa di Zeus, o da Zeus stesso per sottrarre la sua amante alla vendetta di Era, o persino da Artemide che volle punirla per la perdita della verginità. Qualunque sia la verità, quando Arcas si fu fatto un robusto adolescente s'imbatté in quest'orsa mentre era a caccia nei boschi. Callisto riconobbe suo figlio, e tentò di salutarlo calorosamente ma riuscì solo a ringhiare. Come era prevedibile, Arcas non scambiò quei grugniti per espressioni d'amore materno e cominciò a inseguire la bestia. Con Arcas alle calcagna, Callisto si rifugiò nel tempio di Zeus, un luogo proibito i cui profanatori venivano puniti con la morte. Per sottrarli a quel destino, Zeus afferrò Arcas e sua madre e li sistemò in cielo sottoforma delle costellazioni dell'orsa e del custode dell'orsa. Il poeta greco Arato di Soli descrisse Boote come un uomo che fa girare l'orsa attorno al polo. Più tardi gli astronomi gli donarono due cani, raffigurati nella costellazione vicina dei Cani da Caccia.

Una seconda leggenda identifica Boote con Icario (da non confondere con Icaro, il figlio di Dedalo). Secondo questo racconto, che Igino narra per esteso in Astronomia Poetica (II.4), il dio Dioniso insegnò a Icaro a coltivare la vite e a fare il vino. Quando questo offrì ai pastori un po' di vino nuovo, essi si sentirono tanto male che i loro amici credettero fossero stati avvelenati e per vendicarsi uccisero Icario.

Il cane di Icario, Maera, corse a casa ululando e guidò sua figlia Erigone nel luogo ove il suo corpo giaceva sotto a un albero. Per la disperazione, Erigone s'impiccò all'albero; anche il cane morì, di dolore o per annegamento. Zeus sistemò Icario in cielo come Boote, sua figlia Erigone divenne la costellazione della Vergine e il cane divenne il Cane Maggiore o Minore (a seconda delle interpretazioni).

Boote contiene la quarta stella dell'intero cielo in quanto a grandezza, Arturo, citata da Omero, Esiodo e Tolomeo. Il nome significa «guardia dell'orso» in greco. Germanico Cesare disse che Arturo «si trova là dove la tunica è allacciata con un nodo», ma Tolomeo la dislocò tra le cosce di Boote, che è dove l'hanno segnata i cartografi. Gli astronomi hanno scoperto che Arturo è una stella rossa gigante circa ventiquattro volte più grande del Sole, distante da noi trentasei anni luce.

 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 6/6/2009, 12:38




Nuova costellazione tocca a Bulino o Caelum

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Bulino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Nome latino
Genitivo Caelum
Caeli

Abbreviazione Cae
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 5 h
-40°
Area totale 125 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
-90°
+40°
15 gennaio, alle 21:00
Stella principale
- Magnitudine app. α Caeli
4,45
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
Nessuna
7
• Sciami meteorici
Nessuno

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Colomba
Lepre
Eridano
Orologio
Dorado
Pittore

Il Bulino (in latino Caelum) è una costellazione meridionale minore, introdotta da Nicolas Louis de Lacaille. Rappresenta due bulini da scultore incrociati.


Caratteristiche

Per approfondire, vedi la voce Stelle principali della costellazione del Bulino.

Stretta fra le costellazioni di Eridano ad ovest e della Colomba ad est, appare decisamente oscura, priva di oggetti brillanti; la sua stella più luminosa è di quarta magnitudine. Per individuarne le poche stelle visibili ad occhio nudo, conviene partire dalla costellazione della Colomba e dirigersi verso ovest di alcuni gradi.


Stelle principali

α Caeli è una stella gialla di magnitudine 4,44, distante 66 anni luce; è la stella più appariscente della costellazione.
γ¹ Caeli è una stella binaria formata da un gigante arancione di magnitudine apparente 4.6 e di una compagna molto più debole di magnitudine +8.

Oggetti del cielo profondo



Non sono presenti oggetti galattici e le galassie visibili in questa parte di cielo sono piuttosto deboli; l'unica che supera la undicesima magnitudine è NGC 1679.

 
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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 7/6/2009, 12:47




Nuova costellazione tocca ala Bussola una costellazione australe

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Bussola

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Nome latino
Genitivo Pyxis
Pyxidis

Abbreviazione Pyx
• Coordinate
Ascensione retta
Declinazione 9 h
-30°
Area totale 221 gradi quadrati
• Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
+50°
-90°
Marzo
Stella principale
- Magnitudine app. α Pyx
3,68
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
Nessuna
{{{stellesottoil6}}}
• Sciami meteorici
Nessuno

• Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Idra
Poppa
Vele
Macchina Pneumatica

La Bussola (in latino Pyxis) è una costellazione meridionale minore, introdotta da Nicolas Louis de Lacaille con il nome Pyxis Nautica. A volte viene considerata la bussola della Nave Argo, anche se gli antichi greci certo non usavano bussole nella navigazione; sembra che però le sue deboli stelle venissero considerate in antichità come l'albero maestro della nave.


Oggetti stellari

Per approfondire, vedi la voce Stelle principali della costellazione della Bussola.


Oggetti el cielo profondo

Nonostante la parziale presenza della Via Lattea, la costellazione non contiene oggetti galattici particolarmente appariscenti
 
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124 replies since 17/5/2009, 21:32   1421 views
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