La mappa dei movimenti dei ricercatori scientifici a livello globale (fonte: Nature) Inizia l’era della 'circolazione'
Fuga dei cervelli addio: la geografia della ricerca sta vivendo un cambiamento profondo, con il passaggio dalla ''fuga dei cervelli'' alla ''circolazione dei cervelli'' a livello globale. E' un'evoluzione cui la rivista Nature dedica la copertina, con un articolo del giornalista Richard Van Noorden e due editoriali di Jonathan Adams,
dell'agenzia d'informazione Thomson Reuters, e Subra Suresh, della National Science Foundation degli Stati Uniti.
Il mondo della ricerca scientifica si muove in modo fluido, oltrepassa i confini nazionali e fiorisce anche nei Paesi emergenti. A fotografare il cambiamento e' la prima mappa del movimento di persone e idee che cambieranno il modo di fare scienza. Il dominio della ricerca scientifica, che un tempo spettava esclusivamente a Paesi come Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, vede affacciarsi nuovi Paesi protagonisti quali Cina, India, Singapore, Brasile e Corea del Sud. Dal sondaggio GlobalSci, coordinato da Paula Stephan dell'Universita' di Torino, e condotto su 17.000 ricercatori in 16 Paesi e' emerso che il 16% dei ricercatori italiani nel 2011 lavorava all'estero, soprattutto in Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania.
Con uno sguardo al futuro, Nature ha condotto un suo sondaggio su 2.300 ricercatori. Alla domanda ''quali Paesi prevedete avranno il maggior impatto scientifico nel 2020?'', oltre il 60% ha risposto la Cina, primato che spetta ancora agli Stati Uniti se la domanda e' riferita al presente. ''La collaborazione fornisce l'accesso alle risorse, tra cui finanziamenti, strutture e idee'', spiega Adams analizzando le nuove reti di collaborazione in Asia, Africa, Medio Oriente e America Latina. ''Sara' fondamentale per le grandi sfide nel campo della fisica, l'ambiente e la salute - aggiunge - il fatto di avere grandi squadre internazionali che favoriscono la rapida diffusione della conoscenza''. Secondo Suresh ''le sfide che devono affrontare i responsabili delle decisioni globali diventano sempre piu' complesse e urgenti. I cambiamenti climatici, le pandemie, le catastrofi naturali e nucleari, la scarsita' d'acqua e la malnutrizione non si fermano ai confini nazionali''.