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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 27/9/2009, 12:52 by: Lucky (Due di Picche)




Dopo il caso Annozero il segretario del Pd attacca il premier
"L'apertura di un'istruttoria è un atto anomalo, c'è la commissione di vigilanza"
Rai, l'affondo di Franceschini
"Berlusconi vuole intimidire"

Giornale e Libero contro il canone: "Non hanno idea di cosa sia il servizio pubblico"

ROMA - "E' una strategia dell'intimidazione". E' duro l'attacco del segretario del Pd Dario Franceschini a Silvio Berlusconi dopo le polemiche su Annozero: " "L'apertura di un'istruttoria è un atto anomalo perchè esiste già una commissione di vigilanza. Travaglio non è stato mai tenero, ma nessuno ha pensato di mettergli un bavaglio".

Per il segretario del Pd, intervistato da SkyTg24, la decisione è stata presa direttamente dal premier ("perchè quelli che gli stanno incontro non hanno margini di manovra"). "L'idea del presidente del Consiglio è: siccome ho vinto elezioni non è che devo governare per 5 anni, ma sono padrone dello Stato. E siccome sono il padrone, mi dà fastidio la stampa libera, i magistrati, il Parlamento e gli organi di garanzia" dice Franceschini. Che torna a definire "un errore gravissimo" non aver fatto una legge sul conflitto di interessi" e auspica che "alla manifestazione per la libertà di stampa ci sia molta gente e di molti colori politici".

Quanto alla campagna contro il canone Rai, lanciata da 'Il Giornale' e 'Libero' (e che trova appoggi sia dalla destra di Storace sia da Di Pietro), il segretario del Pd replica: "Non hanno la minima idea di cosa sia il servizio pubblico, il prossimo passo è che diranno di non pagare le tasse se vince il centrosinistra. Direi che anche questo è un'altra parte della battaglia di intimidazione" contro la stampa libera.

"Invece di strillare, Franceschini e i suoi dovrebbero chiedersi cosa è il servizio pubblico, quali sono i suoi limiti e quali le regole. Tutto il resto sono chiacchiere vuote e futili" replica il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti.

Immigrazione. "Ho grande rispetto per le posizioni del presidente Fini, che fanno notizia perchè sta a destra. La posizione del Pd è espressa dalla proposta di legge avanzata nella scorsa legislatura: siamo per la cittadinanza in 5 anni". Franceschini commenta così le parole del presidente della Camera e ammette gli errori del centrosinistra: "Non abbiamo capito che per spiegare le buone ragioni dell'accoglienza bisogna essere fermi nel contrastare tutto ciò che c'è di illegale. Noi non siamo stati determinati su questo, gli italiani si aspettano sicurezza".

Congresso. L'ipotesi di un accordo per 'spartirsi' i ruoli con Pierluigi Bersani dopo il congresso del Pd è una "falsità totale". Il segretario nega accordi sottobanco in vista dell'assise democratica (a Bersani la guida del partito e a Franceschini la candidatura a premier) e ricorda che quelle di ottobre saranno le prime primarie "in cui il risultato non è scontato".

"Opposizione è alzare la voce". "Non so cosa sia l'antiberlusconismo, penso che non esista. In tutto il mondo fare l'opposizione significa opporsi, fare proposte e quando è il caso alzare la voce. Questo è fare opposizione non è antiberlusconismo". Franceschini, replica, senza citarlo, a Massimo D'Alema che aveva segnalato i rischi di una politica basata solo sull'antiberlusconismo. Se c'è qualcuno che pensa a una sorta di "grande tregua", un'ipotesi nella quale "io non ci starò". Solo una battuta sui tre minuti di incontro tra Berlusconi e Benedetto XVI: "Si è trattato di un incontro di pochi minuti e gli incontri importanti non sono mai quelli che avvengono davanti alle telecamere o ai microfoni, quando si può sentire qualche frase...".

(27 settembre 2009)


Iniziate le esercitazioni militari dei Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione
Domani il lancio dello Shahab 3, che può percorrere circa duemila chilometri
Iran, via ai test missilistici
lanciati due ordigni a corta gittata




TEHERAN - Due nuovi missili a corto raggio sono stati lanciati oggi dall'Iran nella prima giornata di un programma di esercitazioni militari dei Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione. Il canale televisivo iraniano in lingua inglese Press Tv ha detto che i test, oltre ai missili a corto raggio, riguardano anche un dispositivo di lancio multiplo.

Domani sarà la volta dello Shahab 3, un missile a lungo raggio che secondo analisti della difesa sarebbe in grado di raggiungere Israele e le basi Usa nella regione del Golfo. L'Iran sostiene che lo Shahab 3, già testato più volte in passato, può percorrere circa duemila chilometri.

"Oggi effettuiamo lanci di missili Zelzal, Tondar et Fateh 110 (a corto raggio). Stasera procederemo a dei lanci di Shahab 1 e 2 (medio raggio) e domani effettueremo lanci di Shahab a lunga gettata" ha dichiarato il generale Salami alla Press Tv. L'alto ufficiale ha aggiunto che le forze armate iraniane non procederanno in queste esercitazioni a lancio di nessun nuovo missile.

Secondo Teheran si tratta di test per "mantenere e migliorare" la capacità di deterrenza dell'esercito nell'eventualità di attacchi.

(27 settembre 2009)


Ferito perché difendeva ragazza italiana
Ma è clandestino, e viene denunciato


BERGAMO - Un ragazzo marocchino di 14 anni è stato ferito con una coltellata alla schiena, dopo una lite per i troppi complimenti rivolti da un giovane alla ragazzina italiana che passeggiava con lui. E' stato giudicato guaribile in pochi giorni, ma poi dovrà vedersela con la giustizia. I carabinieri lo hanno infatti denunciato in stato di libertà, perchè irregolare sul territorio italiano. L'aggressore, probabilmente un connazionale, è scappato.

E' successo a Bergamo la notte scorsa, intorno all'una e mezza, in via Foro Boario, nei pressi di un bar. Il ragazzo marocchino stava passeggiando mano nella mano con una coetanea italiana, quando si è avvicinato un altro giovane, probabilmente già maggiorenne ed extracomunitario, che ha cominciato a rivolgere complimenti sempre più pesanti alla ragazzina.

Il quattordicenne lo ha invitato ad andarsene, ma poi è scoppiata una lite. Il ragazzino e la sua compagna hanno cercato di andarsene, ma a quel punto il più grande ha tirato fuori un coltello e ha colpito il quattordicenne alla schiena.

(27 settembre 2009)

:argh: :argh: :argh:

Luigi Bartoli è stato ucciso mentre tentava una rapina con alcuni complici
Il titolare di un'impresa edile si è barricato in camera e ha reagito
Trova i ladri in casa e spara
un morto nel barese


BARI - Finisce in tragedia un tentativo di rapina nel barese. Un uomo colpito mortalmente con un'arma da fuoco è stato lasciato dinanzi all'ospedale San Paolo a Bari. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri, Luigi Bartoli, 45 anni, sarebbe stato ucciso con un colpo di arma da fuoco da un uomo che, a Noicattaro, si era barricato in camera da letto durante un tentativo di rapina e aveva sparato attraverso la porta della stanza.

Vittima della tentata rapina è il titolare di un'impresa edile che abita con la convivente e i figli al piano superiore della sede della sua impresa. I malviventi sono entrati in casa da un balcone, ma l'imprenditore si è accorto della loro presenza e si è barricato in camera da letto con la convivente.

I ladri hanno tentato di sfondare la porta e l'imprenditore ha sparato due colpi d'arma da fuoco con una pistola detenuta legalmente. Un proiettile ha attraversato la porta ferendo gravemente Bartoli, che però è riuscito a fuggire a piedi insieme ad uno o più complici, percorrendo alcune decine di metri a piedi tra i campi fino a raggiungere un'auto lasciata nelle vicinanze dell'abitazione dell'imprenditore. Poi la corsa all'ospedale dove Bartoli è arrivato senza vita.

(27 settembre 2009)

uno di meno!!!

Frate aggredito al grido di "Allah è grande"
Il religioso rischia di perdere un occhio

SANREMO - Un frate cappuccino di 76 anni, padre Riccardo, è stato aggredito ieri mattina a Genova da un extracomunitario, probabilmente nordafricano, che lo ha colpito a colpi di bottiglia, calci e pugni urlando "Allah è grande". Ora il frate rischia di perdere un occhio.

L'aggressione è avvenuta intorno alle 7 in vicolo dei Cappuccini, nei pressi della chiesa di padre Riccardo. Il cappuccino, trovandosi dinnanzi l'uomo si è fatto il segno della croce, ma l'extracomunitario dopo avere risposto con la frase "allah è grande" gli ha dato una bottigliata in testa. Poi, ha infierito con altri colpi, calci e pugni e se ne è andato. Il frate è stato soccorso da gente richiamata dalle sue grida d'aiuto ed è riuscito a dire solo che l'aggressore era un musulmano.

Il frate ora è ricoverato all'ospedale di Sanremo. Sul pestaggio indaga la polizia, che esaminerà i filmati delle telecamere di via Corradi, all'angolo con il vicolo dei Cappuccini, che potrebbero avere registrato l'immagine dell'aggressore.

(27 settembre 2009)


Piogge di eccezionale violenza si sono abbattute su Manila
Ore di black out, in tanti si sono rifugiati sui tetti delle case
Tempesta nelle Filippine
50 morti, migliaia in fuga





MANILA - E' di cinquanta morti il bilancio della tempesta tropicale "Kestana" che ha colpito le Filippine, in particolare Manila: piogge di eccezionale violenza si sono abbattute sulla capitale provocando danni incalcolabili a strade e abitazioni. Migliaia di persone sono in fuga. La tempesta è considerata una delle peggiori negli ultimi vent'anni.

Molte persone si sono rifugiate sui tetti delle loro case in attesa di soccorso mentre il governo ha dichiarato lo stato di calamità nazionale. In molte città e nella stessa Manila la pioggia ha interrotto la corrente provocando un black out durato per ore.

Dalla radio nazionale, la polizia ha lanciato un appello alla popolazione e alle persone che si sono rifugiate sui tetti, avvertendole di non tentare di scendere da soli e di attendere i soccorsi.

La tempesta, che ha raggiunto punte di 85 chilometri orari, si è poi spostata verso ovest dopo aver colpito molte città nella provincia di Rizal: in questa zona, una città è stata completamente sommersa dall'acqua.

(27 settembre 2009)


Il centrodestra pronto a cambiare il contratto con la Rai
Berlusconi: "Mai più ospiti da Santoro" Masi: "L'Agcom ci darà ragione"
Il governo prepara la mossa finale
"Mai più programmi come quello"






ROMA - È il contratto di servizio con la Rai il grimaldello che il governo vorrebbe utilizzare per scardinare la trasmissione di Michele Santoro. Un'arma di pressione politica, almeno per ora, ma che potrebbe anche trasformarsi in qualcosa di più concreto. Il contratto scade infatti a dicembre - guarda caso come Annozero - e proprio in queste settimane le delegazioni del ministero dello sviluppo e della Rai (guidata dal vice di Masi, Giancarlo Leone) stanno trattando la partita.

L'idea di Paolo Romani, il viceministro delle Comunicazioni, sarebbe quella di stringere le maglie del controllo governativo sull'azienda, non solo sulle questioni tecniche ma anche sulla linea editoriale, per assicurare il rispetto dei "principi di correttezza dell'informazione" che sarebbero stati violati da Annozero. "È una cosa su cui stiamo lavorando", si limita a confermare laconicamente Romani, "ma è chiaro che il nostro ministero è parte attiva nel controllo della Rai". Dal Pdl aggiungono che le norme attuali prevedono persino l'obbligo per viale Mazzini di fare entrare nelle sedi Rai i funzionari del governo per "garantire l'attuazione del contratto".

Sarà comunque domani il giorno della verità. Quando dal ministero dello Sviluppo arriverà la richiesta di convocazione dei vertici Rai per "informazioni". Questione controversa, visto che la verifica del pluralismo Rai spetta in prima battuta alla commissione di Vigilanza e all'Autorità delle Comunicazioni. E infatti il presidente Garimberti non ha ancora deciso se presentarsi o meno all'appuntamento con Scajola e Romani. "Prima - spiegano nel suo entourage - aspettiamo di capire cosa scrivono nella convocazione". Ma i consiglieri di opposizione avrebbero già valutato l'inopportunità di un incontro che "darebbe la sensazione di un'azienda sottoposta al governo e non alle autorità competenti di vigilanza".

E intanto, mentre Scajola e Romani agitano il rinnovo del contratto di servizio come spada di Damocle sulla testa di Santoro, non è sbollita l'arrabbiatura del Cavaliere per la puntata d'esordio. Tanto che il premier sarebbe arrivato a una conclusione drastica: "Basta, nessuno dovrebbe più partecipare a quella trasmissione, è congegnata come una trappola. Chiunque di noi ci vada sarà sempre massacrato".

Domani sarà anche il giorno dello show down del direttore generale contro Travaglio e Santoro. "Si chiarirà tutto - ha confidato Masi - e finalmente tutti capiranno che, sulla questione Agcom, avevo ragione io". Masi infatti fornirà ai consiglieri la copia del parere che gli ha consegnato venerdì il segretario generale dell'Agcom. Un carta che, negli uffici della direzione generale, leggono come un monito alla Rai a rispettare il codice etico e il contratto di servizio, questioni che sono state oggetto di precedenti "diffide" contro Travaglio e Annozero. Insomma la tesi di Masi sarebbe questa: visto che l'Agcom ci ha già diffidato per Travaglio e Santoro, non possiamo più permetterci di sgarrare se non vogliano incorrere in sanzioni.

E si rischia grosso: "Multe fino al 3% del fatturato - spiegano gli uomini di Masi -, vale a dire circa 90 milioni di euro". Per i consiglieri di opposizione tuttavia quella di Masi sarebbe una pistola scarica. Perché l'autorità di Corrado Calabrò, nel suo parere, chiarirebbe non solo che non può dare giudizi preventivi (come voleva Masi) su una singola trasmissione o un singolo giornalista, ma insiste sul fatto che, a essere stati colpiti da "diffide", non siano stati solo Annozero e Travaglio, ma molte altre trasmissioni della Rai. Altra questione è il contratto di Marco Travaglio. Giovedì Masi aveva telefonato a Santoro garantendo che la questione sarebbe stata risolta, ma ancora quella firma non c'è stata.

(27 settembre 2009)


Dopo la decisione dell'amministrazione leghista di rimuovere la targa della biblioteca
qualcuno ha anche divelto l'ulivo piantato nel 2008 per ricordare la vittima della mafia
Tagliato l'albero per Impastato
a Bergamo marcia di protesta

Circa settemila persone alla manifestazione a Ponteranica
Il fratello di Peppino, Giovanni: "Azioni fasciste e razziste"







BERGAMO - Prima la targa che gli intitola la biblioteca, poi l'ulivo piantato quel 3 giugno del 2008 quando Ponteranica, comune alle porte di Bergamo, decide di ricordare anche così Peppino Impastato, vittima della mafia. Dopo che l'amministrazione leghista neoeletta ha deciso di togliere il suo nome alzando un polverone di polemiche culminato ieri con una protesta pacifica con migliaia di persone, lo sfregio.

L'albero che aveva messo radici nel prato del BoPo, la bocciofila del paese dove accanto ai campi in sabbia si organizzano mostre e concerti, è stato tagliato. Il blitz è di venerdì notte, la mano è ignota ma ha lasciato un biglietto irridente appeso alla sagoma di un piccolo pino: "Mé ché öle ü paghér", "Io qui voglio un pino".

Ma c'è una parte del paese che non ci sta e che ieri ha partecipato in massa alla manifestazione promossa da Comitato Peppino Impastato, 7.000 persone secondo gli organizzatori, forse più di qualcuno in meno. Hanno ripiantato un altro ulivo, sempre lì, e sotto ora c'è una piccola targa.

È una tappa del lungo corteo che si snoda per il centro del paese. "Davanti la gente di Ponteranica, dietro le bandiere dei partiti per favore", ripetono gli organizzatori. Due ragazzi portano quella targa che stava sulla facciata della biblioteca riprodotta in dimensioni giganti: "Biblioteca comunale Peppino Impastato, vittima della mafia, ucciso per aver denunciato la collusione politico-mafiosa in Sicilia. 3 giugno 2008", si legge. Dietro altri giovani, ai polsi un palloncino bianco con l'immagine di Impastato, portano uno striscione: "Ancora 100 passi", c'è scritto. Seguono il Comitato, le Associazioni contro le mafie, il Tavolo della pace, Orizzonti Nuovi, poi la Cgil, le bandiere di Rifondazione comunista e dell'Italia dei valori.

Un bambino legge un cartello e chiede alla mamma: "Ma che cos'è la mafia?". "Sono quelle persone che vogliono avere il potere su tutto", risponde lei. Ci sono ragazzi che suonano, altri ballano, c'è un furgoncino con della musica. Sembra una giornata per famiglie, anche là sul prato dove finisce il corteo. C'è chi si siede nel prato, chi sta sotto il palco.

In molti attendono le parole di Giovanni Impastato, fratello di Peppino. È un fiume in piena. Non parla solo della targa tolta, ma anche di scudo fiscale e pacchetto sicurezza: "Non è solo ignoranza, è un progetto più ampio con la Lega come uno dei fautori". I riferimenti al Carroccio sono più d'uno, duri: "Queste sono azioni di fascismo o razzismo, non importa se dal nero siamo passati al verde, le camicie sembrano le stesse", continua Impastato.

Dal palco arriva anche la voce di Salvatore Borsellino, attraverso una telefonata: "Non posso essere lì a esprimere la mia rabbia perché i campi di battaglia sono tanti. Si vuole cancellare anche la memoria. Agitiamo la nostra agenda rossa e resistiamo". Che mantenere la memoria è "indispensabile per la lotta alla mafia" lo sottolinea anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista. Anche le sue sono parole dure contro la Lega, contro tutto il governo: "Non sta facendo nulla contro la mafia, qui toglie una targa, altrove non scioglie i comuni con infiltrazioni mafiose".

(27 settembre 2009)


Il viceministro alle Comunicazioni Romani : "Valuteremo sanzioni"
Il presidente del Senato: "Mi appello al buongusto. C'è imbarbarimento"
Il governo: "Istruttoria su Annozero"
L'opposizione insorge: "Abuso di potere"

Durissima la reazione del Pd: "Un'iniziativa senza precedenti, viola il contratto di servizio"
Travaglio: "Dichiarazione illegale ed eversiva, peggio dell'editto bulgaro"



ROMA - Non si placano le polemiche dopo la prima puntata di Annozero. Ieri il ministro Scajola l'aveva definita "spazzatura" annunciando la convocazione dei vertici Rai. E oggi Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni (dipartimento del ministero dello Sviluppo) annuncia l'apertura di un'istruttoria: "Sarà avviata ai sensi dell'articolo 39 del contratto di servizio, che prevede per il ministero l'obbligo di curare la corretta attuazione del contratto stesso". Al termine della procedura, spiega Romani, "si valuterà se richiedere l'intervento dell'Autorità garante nelle Comunicazioni per l'applicazione delle sanzioni". Ma l'opposizione insorge.

Sul tema interviene oggi il presidente del Senato Renato Schifani, che si appella "al buon gusto". Chiedendo uno stop al "gossip" e usando la stessa espressione che da mesi il centrodestra usa per minimizzare la vicenda delle escort nelle residenze del premier."Quello che mi preoccupa è che l'imbarbarimento della politica, che si era trasferito anche alla comunicazione della carta stampata, si sta spostando anche sul mezzo televisivo" dice Schifani.

Da Annozero, a commentare è Marco Travaglio. "Quello che è successo ieri (l'iniziativa di Scajola, ndr) è più grave dell'editto bulgaro - dice, collegandosi telefonicamente con piazza Navona, dove si svolge la manifestazione "Agenda rossa". Quella del ministro è per lui "una dichiarazione illegale ed eversiva che pretende di istituzionalizzare il controllo del governo sulla televisione".

Ad attaccare è anche il Pd. Dopo Massimo D'Alema che definisce "del tutto inopportuno" l'intervento di Scajola, arriva la nota ufficiale firmata dal responsabile comunicazione del partito, Paolo Gentiloni: "Il governo non ha alcun potere di istruttoria su singoli programmi della Rai. In quindici anni di vigenza dei contratti di servizio non si è mai visto un intervento del genere. Si tratta di un abuso di potere e di un'invasione delle competenze di Agcom e commissione di Vigilanza ribadite proprio dall'articolo 39 del contratto di servizio".

Durissimi pure Vincenzo Vita (Pd), componente della commissione di Vigilanza, e Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21; i quali, a proposito degli interventi di Scajola e Romani, dicono: "Si tratta di un vero e proprio atto improprio, di un eccesso di potere e di una campagna di intimidazione". La Fnsi in una nota sostiene che l'iniziativa del governo è "una manifestazione i arroganza nei confronti del presidente della Vigilanza Zavoli e una replica rabbiosa e scomposta ai cinque milioni e mezzo di cittadini che hanno liberamente scelto il programma".

Critiche, infine, dall'Udc: "Quello di Scajola è un evidente infortunio istituzionale dovuto all'eccesso di zelo verso il presidente del Consiglio" afferma il segretario Lorenzo Cesa.

Il governo, però, fa fronte compatto. "Insultare il premier equivale a insultare tutti gli italiani" tuona il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. Unica voce dissonante quella del collega di esecutivo, il democristiano Gianfranco Rotondi: "Sarebbe opportuno, per i giornalisti e per la politica, abbassare i toni di uno scontro duro che danneggia innanzitutto la Rai". Ma il clima non pare proprio essere quello adatto.

(26 settembre 2009)


La stampa internazionale ironizza sull'accoglienza fredda degli Obama al premier italiano
"La first lady non voleva farsi riprendere in un abbraccio con lui"
"Michelle tiene lontano Berlusconi"
La foto del G20 fa il giro del mondo

Economist sul conflitto tra il Cavaliere e Fini: "Il Sultano ha poca pazienza verso il Vizir"


LONDRA - Si dice che un'immagine vale più di mille parole, e il detto trova conferma nell'attenzione che la stampa internazionale dedica oggi alla sequenza fotografica dell'incontro tra Silvio Berlusconi e Michelle Obama nell'ambito del summit del G20 a Pittsburgh. I giornali stranieri sottolineano che mentre la first-lady americana ha baciato sulle guance tutti i leader delle maggiori poteenze mondiali, con il premier italiano si è limitata a una "apparentemente riluttante" stretta di mano, vedendo in questo una scelta ben precisa, quella di non farsi riprendere abbracciata all'uomo invischiato in uno scandalo a base di escort, la cui moglie, chiedendo il divorzio, lo ha definito come una persona "che frequenta minorenni". Non solo: i media esteri notano anche lo sguardo particolarmente serio di Barack Obama, che si trovava a metà strada fra Berlusconi e Michelle e dava l'impressione di "voler accelerare" il momento del formale saluto e spingere oltre il leader italiano.

"Berlusconi è in fondo alla lista dei baci di Michelle", titola il Daily Telegraph di Londra, pubblicando l'intera sequenza fotografica e un ampio servizio a pagina 3. "Il premier italiano, noto per le sue gaffe e per essere un cacciatore di donne, si vede negare il bacio di benvenuto che la first-lady ha concesso agli altri leader del G20", recita il sottotitolo. "Mentre la signora Obama ha scambiato baci e abbracci con i Brown, i Sarkozy, i Medvedev e con Angela Merkel, ella è apparsa riluttante ad avvicinarsi troppo al signor Berlusconi", afferma l'articolo, ricordando che il premier italiano è giunto da solo al vertice perché la moglie ha chiesto il divorzio a causa degli scandali "con call-girls e modelle di biancheria intima" in cui lui è coinvolto. Il giornale rammenta anche che la propensione di Berlusconi per le gaffe ha colpito anche Barack Obama, "memorabilmente definito come giovane, bello e abbronzato" dal capo del governo italiano.

"Michelle deve avere deciso che se una donna doveva essere fotografata abbracciata a Berlusconi, non sarebbe stata lei", scrive il Telegraph. "Una stretta di mano, impartita con la cautela di chi mette in bocca un topo morto a un coccodrillo, è tutto quello che il premier italiano ha ricevuto da lei, nonostante i suoi migliori sforzi di mettere in moto il suo charme". Il giornale nota che, nonostante Berlusconi abbia allargato le braccia in segno di ammirazione verso la first-lady, "un Obama dallo sguardo severo voleva chiaramente farlo proseguire oltre, sospingendolo con una serie di pacche sulle spalle".

Anche altri organi di stampa stranieri commentano la scena della stretta di mano. "Michelle Obama è sembrata voler tenere Berlusconi a distanza", scrive l'agenzia di stampa Asian News International. "Berlusconi riceve solo una stretta di mano a distanza", scrive il quotidiano canadese National Post. "Berlusconi non è riuscito a mantenere la sua eccitazione quando è apparsa la first-lady, ma tutto quello che ha ricevuto è stata un'occhiata di disapprovazione da suo marito (Barack Obama)", scrive il britannico Daily Mirror. "Silvio Berlusconi innesca lo charme incontrando Michelle Obama, ma suo marito non sembra contento", scrive lo scozzese Daily Record. "Un gesto esagerato e inappropriato", è la definizione scelta dallo spagnolo Abc riguardo al comportamento del premier italiano. E così via.

Sugli ultimi sviluppi del caso Berlusconi interviene anche il settimanale Economist, con un articolo intitolato "Il sultano e il vizir": il primo sarebbe Berlusconi e il secondo Gianfranco Fini, protagonisti della recente tensione al vertice del Pdl e di una cena di tentata riappacificazione a casa di Gianni Letta. "Il primo ministro dirige quello che il politologo Giovanni Sartori ha definito un sultanato", scrive il settimanale, "e la pazienza dei sultani verso i vizir è limitata".

(26 settembre 2009)


Schiaffo alla verità e al Parlamento


Il clima è livido, l'azione del governo è torva; dopo l'attacco ad Annozero del ministro Claudio Scajola per conto del premier, ieri c'è stata la minacciosa invasione di campo del viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani, che ha prospettato un'istruttoria sul programma di Michele Santoro, perché si esamini se sono stati rispettati i termini del contratto di servizio.

In sintesi: il governo interviene sui contenuti di una trasmissione; nei fatti mostra di pretendere la testa di un conduttore, prospetta la soppressione di un programma, e in generale assesta un colpo formidabile al principio della libertà di espressione.

In primo luogo: la Rai non è proprietà del governo, anche se il regime di occupazione manu militari delle reti e dei tg pubblici è già una realtà. Ha il Tesoro per azionista ma risponde alla commissione di vigilanza, cioè al Parlamento. Quindi il cosiddetto servizio pubblico è il frutto di un equilibrio molto delicato, su cui il governo sta intervenendo scorrettamente a piedi uniti, con l'intenzione evidente di mettere definitivamente la mordacchia all'informazione pubblica.

È superfluo chiedersi il perché di questa azione: il programma di Santoro ha squarciato il velo, rendendo comprensibile a cinque milioni e mezzo di spettatori ciò che il muro mediatico alzato dalla destra aveva oscurato per mesi. E cioè lo scandalo della prostituzione di regime. Quello che Berlusconi chiama un insieme di "infamie, falsità e calunnie", e che nel lessico minimizzatore della maggioranza parlamentare viene definito "gossip". Il caso delle escort di casa nelle residenze del premier, procurate dall'imprenditore barese Tarantini, che i tg omologati hanno accuratamente nascosto durante l'estate all'opinione pubblica, mentre tutta la stampa estera ne parlava e ne parla.

Soffocare le ultime voci non condizionate appare quindi la volontà esplicita del governo Berlusconi. Il governo fondato sul conflitto d'interessi, e circondato da un'impressionante potenza mediatica, mostra il suo volto autentico. Perché è vero ciò che ha detto il presidente del cda della Rai, Paolo Garimberti, e cioè che "il telecomando è libertà", nel senso che è la pluralità dell'offerta ad assicurare all'informazione un mercato libero; ma proprio per questo l'offensiva dell'esecutivo delinea con chiarezza una strategia tesa a spegnere ogni voce dissonante.

L'obiettivo è di una semplicità disarmante, e consiste nel completare il programma di omologazione già realizzato con i tg (a proposito di adeguatezza del servizio pubblico, non converrebbe allora aprire un'istruttoria sul silenzio e le omissioni praticati scientificamente dal Tg1 e dal Tg2?). Poi toccherà alla normalizzazione di Raitre, e ai programmi come quello di Milena Gabanelli, o di altri eccentrici. Una pressione costante, esercitata con contratti non firmati, mancata copertura legale, in sostanza una vischiosità quotidiana, faticosa e scoraggiante, al cui termine c'è probabilmente la resa per stanchezza.

In tutto questo ci sono almeno due fenomeni da considerare: l'assuefazione dell'opinione pubblica, ipnotizzata dall'informazione di regime; e in secondo luogo la soggezione minoritaria dei partiti d'opposizione, in particolare il Pd. È singolare infatti che, di fronte alla violenza dell'attacco della destra berlusconiana, non ci sia una risposta minimamente efficace, e che anzi le uniche iniziative vengano da alcuni organi di informazione (come la raccolta di firme di Repubblica per la libertà di stampa) e più generalmente dalla mobilitazione spontanea della società civile.

Il silenzio e l'evasività del Pd sono il frutto di un ripiegamento sulle beghe interne, ma non solo: c'è anche un giudizio scolasticamente errato sul regime berlusconiano ("basta con l'antiberlusconismo!"), che perciò non riesce a produrre un'espressione realistica ed efficace nel dibattito politico.

Mentre cadono le braccia per una democrazia sotto comando, viene naturale appellarsi all'opinione pubblica, per quanto narcotizzata. La manifestazione del 3 ottobre per la libertà di espressione sarà una piccola cosa, rispetto alla potenza di fuoco del governo e del sistema berlusconiano. Ma mentre l'offensiva organizzata dal potere prova a estinguere gli ultimi fuochi di libertà, e di anticonformismo, anche una sola fiaccola servirà a qualcosa.

(27 settembre 2009)


L'incidente è avvenuto a Tivoli, alle porte della Capitale
Nello schianto sei persone sono rimaste ferite. Coinvolta anche una moto
Roma, corsa folle nella notte
Ferrari travolge auto, due morti


ROMA - Una Ferrari lanciata a folle velocità ha travolto la scorsa notte un'utilitaria sulla quale viaggiavano cinque giovani, coinvolgendo anche una moto, nei pressi di Tivoli, alle porte di Roma. Hanno perso la vita il conducente della Ferrari, Giovanni Modesti, di 43 anni e Mario Di Fausto di 21 anni, al volante della Fiat Punto.

Un passeggero della Punto, un 22enne di Vicovaro, e il conducente della moto sono in pericolo di vita. Ferite anche tre ragazze, tra i 20 e 22 anni, di Vicovaro.

Per tutta la notte i carabinieri della compagnia di Tivoli sono stati impegnati per effettuare i rilievi e accertamenti. Le due salme sono a disposizione del sostituto di turno della Procura della Repubblica di Tivoli.

La Ferrari, secondo quanto già accertato, stava percorrendo la via Tiburtina in direzione di Tivoli e, subito dopo una curva, ha travolto violentemente una Fiat Punto, con al volante Mario Di Fausto, di Guidonia, che veniva dalla direzione opposta. Subito dopo la Ferrari è piombata anche contro una moto Kawasaki 750.

Al Policlinico Umberto I° di Roma sono ricoverati in prognosi riservata Mirko Solitari di 22 anni, di Vicovaro (in provincia di Roma) che si trovava nella Punto e il motociclista Antonio Gabriele, di Tivoli, 41 anni. I due sarebbero in pericolo di vita. A bordo della Punto viaggiavano anche tre ragazze, tutte di Vicovaro e con un'età compresa tra i 20 e i 22 anni, che sono ferite ma non in gravi condizioni.

All'ospedale di Tivoli è ricoverata la moglie del motociclista, Lucia Trischetta, di 48 anni, con una prognosi di 40 giorni e il passeggero della Ferrari F-131 Andrea Mosti, di 41 anni, con una prognosi di 25.

Sul posto, al chilometro 32.900 della via Tiburtina, nei pressi della stazione ferroviaria di Tivoli, sono intervenuti i carabinieri che per tutta la notte sono stati impegnati per chiarire la dinamica dell'incidente. Le due salme sono a disposizione del sostituto di turno della Procura della Repubblica di Tivoli.

(27 settembre 2009)
 
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