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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 22/9/2009, 12:05 by: Lucky (Due di Picche)




Gli inattivi aumentano di 434.000 unità, concentrate nelle Regioni meridionali
Il calo determinato dalla riduzione dei contratti a termine e di collaborazione
Istat, disoccupazione al 7,4%
Occupati mai così giù da 15 anni


ROMA - In Italia il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre è pari al 7,4%, in crescita rispetto al 6,7% dello stesso periodo del 2008. Si tratta del dato più alto dai primi tre mesi del 2006. Lo comunica l'Istat. Sul dato ha influito soprattutto l'incremento degli inattivi ( 434mila unità), concentrato nelle regioni meridionali e dovuto a fenomeni di scoraggiamento: mancata ricerca del lavoro di molte donne per motivi familiari, ritardato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

Calo tendenziale peggiore dal '94. In termini assoluti il numero degli occupati è calato di 378mila unità, in flessione dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008 (-0,3% rispetto al primo trimestre 2009). Il dato tendenziale, spiega l'Istat, è il peggiore dal secondo trimestre del 1994. Il risultato sintetizza il protrarsi della caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, l'accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori.

Aumento dell'8,1% di chi cerca lavoro. Il tasso di occupazione, pari al 57,9%, è il più basso degli ultimi quattro anni. Il numero delle persone in cerca di occupazione sale invece a 1.841.000 unità (+137.000, pari all'8,1%, rispetto al secondo trimestre 2008).

Aumentano gli occupati stranieri. L'Istat segnala anche che la caduta dell'occupazione è dovuta in gran parte al calo della componente italiana (-399 mila occupati maschi e -163 mila occupate donne) mentre prosegue la crescita dell'occupazione degli stranieri (89 mila uomini e 95 mila donne).

Gli occupati per Regione. A livello territoriale, si registra un nuovo restringimento della base occupazionale nel Nord, con l'eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano e dell'Emilia Romagna, dove il numero degli occupati aumenta per il contributo fornito dagli occupati italiani con almeno 50 anni di età e dagli stranieri.

Nel Mezzogiorno il calo dell'occupazione si manifesta in misura accentuata. Nel Centro si segnala un marginale aumento degli occupati (0,2%, pari a 10.000 unità) dovuto sia alla maggiore crescita tendenziale degli occupati stranieri in questa ripartizione in confronto alle restanti (17,7% rispetto al 7,9 e all'8,7% rispettivamente del Nord e del Mezzogiorno) sia alla relativa più lunga permanenza sul posto di lavoro degli occupati italiani con almeno 50 anni di età.

E per settore. L'agricoltura registra una modesta contrazione del numero di occupati (-0,7% pari a -6.000 unità), concentrata nelle regioni meridionali. La notevole riduzione tendenziale dell'occupazione nell'industria in senso stretto (-3,9% pari a -197.000 unità) riguarda sia i dipendenti sia gli autonomi nell'insieme del territorio nazionale.

Le costruzioni tornano a segnare un calo degli occupati (-2,1% pari a -41.000 unità), soprattutto dipendenti del Nord-est e del Mezzogiorno. Già in discesa nel precedente trimestre, il terziario segnala una nuova riduzione tendenziale dell'occupazione (-0,9% pari a -134.000 unità) a sintesi del protrarsi del calo degli autonomi e dell'interruzione del processo di crescita dei dipendenti; entrambi i fenomeni si verificano in misura significativa nel Mezzogiorno.

(22 settembre 2009)

I dati del nuovo Rapporto Censis per l'Ocse descrive un fenomeno ancora in crescita
In un anno quasi 500mila iscritti in più all'anagrafe e 65mila bambini nati da genitori stranieri
Immigrati, 3,5 milioni di residenti
ma la crisi fa crescere l'intolleranza

Il sistema del Welfare si regge sul lavoro delle donne migranti: il 72% delle colf e delle badanti


Roma - Gli immigrati residenti in Italia sono quasi 3,5 milioni, sono sempre più stabili e inseriti, ma nei loro confronti aumentano le discriminazioni. E' uno dei dati che emergono dall'ultimo Rapporto "International Migration Outlook" che il Censis realizza ogni anno per l'Ocse e che è stato presentato oggi al Cnel. Il rapporto conferma che gli immigrati fanno più figli degli italiani, che in Italia nascono sempre più bambini di origine straniera e che un terzo dei permessi di soggiorno è legato a ricongiungimenti familiari.

Il lavoro e la crisi - "Le imprese italiane - si legge nel rapporto - hanno ridimensionato le previsioni di assunzione di personale immigrato: 92.500 nuove assunzioni per il 2009, contro le 171.900 che erano state previste per il 2008". Il peso della crisi tra gli immigrati si coglie anche nell'aumento degli sfratti per morosità a causa del rincaro del canone o della perdita del lavoro (soprattutto al Nord, dove le famiglie immigrate rappresentano il 22% del totale delle famiglie sfrattate). Altro aspetto, il crollo degli acquisti di abitazione (-23% nel 2008) dopo quattro anni di crescita continua.

Calano le rimesse - La recessione colpisce anche le rimesse, i risparmi che gli immigrati mandano ogni mese in patria per sostenere familiari e parenti: diminuisce del 10% la cifra pro capite (155 euro nel 2008 a fronte dei 171 del 2007) e rallenta il ritmo di crescita dell'ammontare complessivo delle rimesse (6,4 miliardi di euro nel 2008).

Discriminazione in aumento - "Le difficoltà legate alla crisi avvertite dagli italiani - scrive il Censis - possono aver determinato anche un calo del livello di tolleranza nei confronti degli immigrati, come dimostra l'aumento degli episodi di discriminazione, il 22,1 per cento dei quali subiti in ambito lavorativo: il 32,1 per cento delle denunce riguarda la fase di accesso al mercato del lavoro, il 23,2 per cento le condizioni lavorative, il 19,6 per cento di azioni di mobbing".

Nuovi italiani crescono - Il Rapporto conferma l'aumento degli immigrati regolarmente residenti in Italia: +16,8% nel 2008, ovvero 493.729 individui in più rispetto all'anno precedente, per un totale di 3.432.651 presenze. "Si consolida anche il processo di stabilizzazione degli immigrati. A gennaio 2008 erano 1.684.906 le famiglie con almeno un componente straniero, pari al 6,9% del totale. Un terzo dei permessi di soggiorno rilasciati nel 2008 (pari a 680.225) è stato motivato da ricongiungimenti familiari. Inoltre ci sono stati 28.932 matrimoni con almeno un coniuge straniero (l'11,6% del totale), numero più che raddoppiato negli ultimi dieci anni (nel 1997 erano stati 13.490).

Il boom nelle scuole - Il livello di fecondità delle donne straniere (2,5 figli per donna) è doppio rispetto a quello delle italiane (1,3 figli per donna). Gli stranieri residenti nati in Italia sono 457.345 (il 13,3% del totale). I nati da genitori stranieri sono 64.049 (l'11,4% del totale dei nati in Italia) e 760.733 sono i minori stranieri residenti nel nostro Paese (pari a più del 20% del totale degli immigrati e ad oltre il 7% dei minori residenti). Negli ultimi 5 anni gli alunni stranieri presenti nelle scuole italiane sono cresciuti del 139,4% (per un totale, nell'anno scolastico 2007-2008, di 574.133 alunni stranieri, il 6,4% del totale).

Il ruolo di colf e badanti - Nel 2008 il numero dei rapporti di lavoro di stranieri registrati presso l'Inail è arrivato a 3.266.395 (+41,9% in quattro anni). Nel 42% dei casi si tratta di donne, divenute ormai indispensabili al nostro sistema di welfare dove il 71,6% delle colf e delle badanti (in tutto circa un milione e mezzo) sono di origine immigrata.

(22 settembre 2009)


In corso sopralluogo delle forze dell'ordine. Rogo provocato da un lumino
Sul posto 5 ambulanze del 118 per soccorrere le persone intossicate
Casa di cura in fiamme a Roma
morta una donna, sette feriti

Il racconto del vigile del fuoco: "Quando l'ho trovata, era ancora viva"
La struttura era convenzionata. Il sindaco: "La Regione avvii un'inchiesta"

ROMA - Una donna di 88 anni, Loreta Ticco, è morta in un incendio divampato al terzo piano della casa di cura "San Francesco Caracciolo", nel quartiere romano di Montesacro. I feriti sarebbero in tutto 7, tutti intossicati a causa del fumo.

La dinamica. Stando alle prime ricostruzioni, il rogo ha avuto origine in una stanza al terzo piano della palazzina. L'anziana che ha perso la vita era immobilizzata al letto perché malata terminale. Un'altra donna ha riportato ustioni su varie parti del corpo ed è stata portata d'urgenza all'ospedale. Le forze dell'ordine stanno ancora effettuando i sopralluoghi per capire la dinamica dell'incidente. Secondo il dirigente della polizia scientifica Giovanna Petrocca, "il lumino lasciato dai parenti della persona morta sul comodino potrebbe essere stata la causa dell'incendio".

I soccorsi. I soccorritori hanno provato a salvare la donna. "Sono entrato nella stanza ed era tutta immersa nel fumo. Ho trovato un materasso infiammato ed ho preso l'estintore e l'ho spento. Poi mi sono girato ed ho visto la signora nel letto. L'ho presa e portata fuori fino al vano scale. Era ancora viva. Sul tutto il corpo riportava forti ustioni e non ce l'ha fatta", racconta Fabio Buttiglieri, uno dei vigili del fuoco.

Le fiamme sono state estinte nel giro di mezz'ora. Sul posto sono intervenute cinque ambulanze e un'automedica. Livio De Angelis, direttore del
118 a Roma, spiega: "Stiamo monitorando e trattando gli intossicati con ossigeno. Si tratta di anziani affetti da gravi patologie, ma al momento le loro condizioni non sembra necessitino il ricorso al ricovero in ospedale". I soccorsi sono stati chiamati dai vicini di casa.

Le reazioni. L'istituto, convezionato con la Regione, era stato convertito in hospice per malati terminali dopo la decisione del proprietario di non trasformare la clinica in residenza sanitaria per anziani. Il sindaco Gianni Alemanno ha lanciato un appello: "Per il rispetto dovuto alle vittime dell'incendio, a latere dell'inchiesta della magistratura, chiedo che la Regione Lazio apra immediatamente un'indagine approfondita per verificare tutte le dotazioni e lo stato amministrativo della struttura sanitaria".

Sul caso è intervenuto anche Samuele Piccolo, vicepresidente del Consiglio comunale: "La tragedia che si è consumata questa mattina ripropone il tema della sicurezza e della prevenzione nelle strutture di accoglienza. Mi auguro che vengano individuate eventuali responsabilità o negligenze".

(22 settembre 2009) Tutti gli articoli di cronaca


Appello all'Italia dell'Alto commissario per i rifugiati (Unchr) e dell'Ue
"Non esistono condizioni necessarie per garantire la protezione dei richiedenti asilo"
Onu e Ue: stop respingimenti in Libia
"Trattati in condizioni terrificanti"




BRUXELLES - "Nelle carceri libiche i detenuti sono costretti a sopravvivere in condizioni terrificanti". C'è un nuovo appello delle Nazioni Unite all'Italia per fermare i respingimenti di immigrati verso la Libia, nei confronti dei quali l'Alto commissario Onu per i rifugiati ha ribadito "forte riserve". Sulla stessa linea il messaggio inviato dall'Ue: "Dobbiamo dimostrare ai libici che la situazione attuale è inaccettabile e non può perdurare" ha detto il vicepresidente della Commissione europea e commissario all'immigrazione, Jacques Barrot.

Dopo la denuncia delle politiche nei confronti degli immigrati che violano il diritto internazionale, l'Alto commissario Onu per i rifugiati (Unchr), Antonio Guterres, ha lanciato un allarme per il trattamento dei migranti che finiscono in Libia dopo essere stati respinti dall'Italia: per i clandestini non è garantita la protezione dei richiedenti asilo e le condizioni di detenzione sono definite "terrificanti".

"La nostra posizione - ha detto Guterres rispondendo ai cronisti a margine del Consiglio dei ministri degli Interni Ue a Bruxelles - è molto chiara. Non pensiamo che in Libia esistano le condizioni necessarie per garantire la protezione dei richiedenti asilo". "La situazione attuale non lo consente", ha affermato ancora Guterres sottolineando che in Libia "ci sono condizioni di detenzione terrificanti".

Rispondendo a chi gli chiedeva di commentare la proposta del premier italiano Silvio Berlusconi di creare un'agenzia europea che esamini le richieste di asilo, Guterres ha quindi ribadito: "L'Alto commissariato Onu lavora in Libia, seppur senza riconoscimento ufficiale e in condizioni molto difficili. E per questo - ha spiegato - possiamo permetterci di dire che la Libia, allo stato attuale, non può garantire una protezione adeguata ai rifugiati e ai richiedenti asilo".

Alla domanda su cosa dovrebbe fare l'Italia, Guterres ha quindi ricordato quella che ha definito "la straordinaria, importante e positiva esperienza di Lampedusa. Speriamo - ha aggiunto - che questa esperienza venga rimessa pienamente in funzione".

Nel corso della conferenza stampa congiunta, Jacques Barrot, che ha presentato al consiglio Ue dei ministri degli Interni il suo programma di ripartizione degli immigrati che hanno diritto d'asilo, ha quindi auspicato "l'aiuto dell'Alto commissariato" per far sì che la situazione dei richiedenti asilo in Libia cambi al più presto.

Il vicepresidente della Commissione Ue ha quindi ribadito la necessità e l'urgenza di una missione Ue in Libia: "Una cosa cui stiamo lavorando e per la quale stiamo preparando il terreno", ha spiegato. Il commissario Ue ha quindi sottolineato come in Europa "serva una maggiore solidarietà tra tutti gli Stati membri" sul fronte dell'accoglienza dei rifugiati degli aventi diritto d'asilo.

Durante il consiglio odierno dei Ministri dell'interno dei ventisette, l'UE ha chiesto al governo italiano di "fornire assistenza" per facilitare il dialogo con la libia, per ora molto difficile, in modo da migliorare le condizioni dei richiedenti asilo nel paese nordafricano, con l'obiettivo di rendere possibile l'esame in loco delle domande dei richiedenti asilo.

Coloro che meritano la protezione internazionale potrebbero essere così separati dal flusso dei migranti clandestini per motivi economici, e accolti nei paesi dell'ue sulla base di programmi volontari di reinsediamento.

"Ho chiesto al governo italiano - ha spiegato Barrot alla fine del consiglio UE, questa sera a bruxelles - di aiutarci ad aprire un dialogo con la Libia, spiegando che sarebbe una fortuna per l'Italia e per l'Europa se ottenessimo dalla Libia che domande di asilo fossero esaminate sul loro territorio, ciò che eviterebbe discussioni e critiche" sui respingimenti.

Dal canto suio, il sottosegretario agli Interni, Francesco Nitto Palma - rispondendo alle accuse dell'Alto Commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres - ha affermato che l'italia non ha mai rinviato in Libia nessuno, ma ha solo "riconsegnato". Nelle otto operazioni di respingimento in Mediterraneo (dal 6 maggio scorso in poi) nessuno dei 757 clandestini fermati ha mai chiesto asilo o protezione internazionale.

Ma la domanda che alcune forze politiche e numerose organizzazioni umanitarie pongono è questa: come fa il rappresentante del Governo a sostenere che nessun richiedente asilo politico è stato mai respinto se, come è evidentemente avvenuto in più occasioni, nessuna persona trovata in mare è stata mai messa in condizione di farlo?

Intanto sono sempre di più le storie raccolte da Human Right Watch di cittadini africani, in fuga dall'Eritrea, dalla Somalia, dall'Etiopia o dal Sudan e richiedenti asilo alla UE, che parlano di orrori vissuti nei campi di Misratah, Kufra o nel campo di Garaboulli, molto vicino a Tripoli, la capitale. Orrori perpetrati dalla polizia di Gheddafi, in conbutta con i trafficanti che controllano i trasporti dei migranti fino alla costa libica.

(21 settembre 2009)


La vittima, Antonio Morano, aveva 20 anni. Ferito un diciannovenne
Scomparsi i proprietari della villetta di campagna in cui è avvenuto l'omicidio
Agguato nel Reggino, morto un giovane
un'intera famiglia sparita dalla casa del delitto

Non si esclude un regolamento di conti maturato negli ambienti degli spacciatori

REGGIO CALABRIA - Un giovane, Antonio Morano, di 20 anni, è stato ucciso e un altro, Salvatore Celini, di 19, è rimasto gravemente ferito in un agguato a Rosarno. Dalla villetta in cui ieri sera è avvenuta la sparatoria sono spariti tutti i componenti della famiglia di Giuseppe Vecchio, proprietario della casa.

Non si trovano né Giuseppe, né sua moglie ed i suoi due figli, uno dei quali minorenne. La polizia li cerca per ricostruire la dinamica di quanto accaduto nella villetta in aperta campagna.

In particolare gli investigatori stanno cercando, anche se l'autorità giudiziaria non ha emesso alcun provvedimento restrittivo a suo carico, il figlio maggiore di Giuseppe Vecchio, Biagio, 20 anni, già arrestato nel febbraio scorso mentre cercava di disfarsi di una bustina contenente 22 grammi di cocaina. Non è escluso che l'omicidio sia maturato negli ambienti degli spacciatori di droga.

Morano, raggiunto da diversi colpi di pistola alla testa, è morto all'istante mentre Celini ha riportato una ferita alla regione mandibolare ed è stato trasferito nel Policlinico universitario di Catanzaro. Entrambi erano incensurati. A quanto pare, per l'agguato è stata usata una pistola automatica.

(21 settembre 2009)
 
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