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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 21/9/2009, 10:41 by: Lucky (Due di Picche)




Una delle dodici persone che erano nello studio medico di Berlino
ha telefonato ai servizi medici per chiedere aiuto. Un terzo uomo è grave

Germania, lo psicologo droga i pazienti
due morti durante la terapia di gruppo




BERLINO - Ha drogato i suoi pazienti, durante una terapia di gruppo: a Berlino due persone sono morte e una terza è in coma. Il medico che conduceva la seduta è stato arrestato: è accusato di aver somministrato sostanze che hanno provocato la crisi letale ai suoi pazienti.

Durante la seduta una delle dodici persone che partecipavano alla terapia ha telefonato ai servizi medici di emergenza mentre parte del gruppo stava perdendo conoscenza nello studio del medico, alla periferia della capitale tedesca.

Un uomo di 59 anni è morto sul posto, mentre un altro paziente di 28 anni è deceduto in ospedale, dove era arrivato in coma. Un terzo uomo è ancora in coma e le sue condizioni sono ritenute critiche, mentre gli altri nove sono stati dimessi, ha reso noto la polizia. A quanto riferisce la procura, il medico, 50 anni, è stato interrogato e ha ammesso di aver somministrato ai pazienti "varie sostanze e psicodroghe" per "ampliare la loro coscienza". Al momento non ci sono indicazioni che il medico volesse deliberatamente uccidere i pazienti e la polizia non è ancora in grado di chiarire quale droghe siano state usate.

Il professionista, si legge sulla targa all'ingresso del suo studio-abitazione, offre terapie 'psicolitiche'. Secondo indiscrezioni non confermate, riportate oggi dai giornali, ai pazienti era stato offerto un cocktail di eroina, anfetamina ed ecstasy. Alcuni pazienti erano ancora coscienti, ma in stato confusionale, quando sono intervenuti i servizi medici e si sono opposti con tutte le forze al ricovero: è dovuta intervenire la polizia.
(20 settembre 2009)


Atterrato stamane l'aereo con i feretri. Nella notte rientrati anche i militari feriti
Il figlio di due anni di Roberto Valente ha commosso tutti indossando il basco del padre
In Italia le salme dei paracadutisti caduti
Migliaia a Roma per l'ultimo saluto

La camera ardente allestita al Celio. Lacrime, dolore e tanta dignità
Il generale Camporini: "Appurato scambio di colpi di arma da fuoco"



ROMA - Rispetto, commozione e tanta dignità. Le bare con i resti dei sei parà uccisi nell'attentato di Kabul sono state accolte questa mattina all'aeroporto di Ciampino. L'aereo che le ha riportate in Italia è atterrato alle 9.30. Ad attenderlo le famiglie delle vittime, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, numerose autorità, tra le quali i presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, una rappresentanza di tutte le forze armate.

Il momento più toccante della cerimonia è stato quando Simone, il figlio di due anni del sergente maggiore capo Roberto Valente, in braccio alla mamma con in testa il basco rosso dei parà, ha indicato con la manina la bara del padre. Il presidente Napolitano ha poggiato su ognuna delle sei bare la mano destra, inchinandosi.

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La camera ardente. Successivamente le salme sono state trasferite nella camera ardente dell'ospedale del Celio. Moltissima gente è venuta a rendere omaggio. Un migliaio di persone erano già in fila prima che la camera ardente venisse aperta. A loro il Comune di Roma ha distribuito la bandiera tricolore. Presente anche l'allenatore della Fiorentina Cesare Prandelli.

Dentro si accumulano centinaia di mazzi di fiori e biglietti con su scritto "grazie, siete i nostri eroi", e "ci rendete orgogliosi di essere italiani". Nella camera ardente, attorno ad ogni bara, sono seduti i familiari e gli amici delle vittime che piangono in maniera composta e si abbracciano. In piedi davanti ai feretri decine di militari in divisa tra cui serpeggia una grande commozione trattenuta a stento.

Tricolori alle finestre. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha chiesto che domani, in coincidenza con i funerali dei sei parà, le bandiere tricolori sventolino da tutti i balconi della Capitale. Al rito funebre, che si terrà domani alle 11.30 nella Basilica di San Paolo, parteciperanno con molta probabilità anche i quattro militari feriti nel corso dello stesso attentato del 17 settembre, che sono rientrati in Italia nella notte, alcune ore prima dei loro compagni morti.

I feriti. "Le condizioni dei feriti sono stazionarie e la normale reazione di stress si sta sciogliendo. Sono circondati dall'affetto dei loro familiari e sereni in questa fase di ricovero", ha detto il colonnello medico dell'ospedale militare del Celio, Roberto Bramati. Bramati ha aggiunto che "in base alle condizioni di salute è possibile che i militari partecipino ai funerali di domani".

Il cordoglio di Karzai. Il presidente afgano Hamid Karzai ha rinnovato oggi le condoglianze alle vittime dell'attentato, nello stesso tempo ha rivolto un invito ai talebani a deporre le armi e a "tornare nelle loro case". In un discorso formulato alla vigilia del Eid, festa della fine del Ramadan, il capo dello Stato afgano ha offerto le sue condoglianze "per tutte le persone decedute e la sua solidarietà ai feriti".

Le indagini a Kabul. Intanto a Kabul proseguono le indagini sulla dinamica dell'attentato. Tuttavia al momento il Capo di Stato maggiore della Difesa Vincenzo Camporini si rifiuta di avvalorare qualunque ipotesi: "Noi abbiamo un team del Ros che sta collaborando a queste indagini in loco - ha detto stamane all'aeroporto militare di Ciampino - preferirei non fare illazioni e attendere i risultati delle indagini". Ha però successivamente aggiunto, nel corso di un'intervista televisiva, che "Sembra ormai appurato lo scambio di colpi d'arma da fuoco. Resta da chiarire se il mezzo esploso che ha causato questa tragedia sia stato fatto esplodere a distanza oppure si sia mosso".

La Russa. Camporini ha comunque ribadito che "la missione degli italiani in Afghanistan non cambia". La stessa affermazione è venuta dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, che tagliano corto sulle polemiche di questi giorni, ha ricordato: "Tutto il Parlamento ha votato all'unanimità il rifinanziamento della missione in Afghanistan". La Russa si è detto sicuro che la Lega non s'impunterà in occasione del rifinanziamento della missione "perché tutto si può immaginare tranne il fatto che noi non dotiamo i nostri soldati delle migliori condizioni per poter compiere il loro lavoro".

Sempre oggi il Papa è tornato ad esprimere il proprio "profondo dolore" per i soldati morti in Afghanistan, sottolineando come i militari italiani e degli altri contingenti internazionali "operano per promuovere la pace e lo sviluppo delle istituzioni, così necessarie alla coesistenza umana".

(20 settembre 2009)
 
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