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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 15/9/2009, 17:35 by: Lucky (Due di Picche)




La missiva firmata da una cinquantina di parlamentari ex Alleanza nazionale
Serve un "patto di consultazione permanente" tra il premier e il presidente della Camera
Lettera ex An a Berlusconi
"Evitare il corto circuito"

Fini querela Feltri per gli attacchi pubblicati dal Giornale
e alla Camera dice: "Risponderò in altra sede, politica e giudiziaria"




ROMA - Si inasprisce lo scontro all'interno del Pdl: arriva la preannunciata lettera degli ex An a Silvio Berlusconi e arriva la preannunciata querela di Gianfranco Fini a Vittorio Feltri. Il "caso Feltri" è oggetto anche di un dibattito alla Camera: "Per doveroso rispetto nei confronti delle istituzioni che ognuno deve aver ben presente non è certamente questa la sede in cui il presidente della Camera intende affrontare la questione che è stata sollevata - dice Fini - Lo farò in altra sede, politica e giudiziaria",

La lettera. Nella missiva preparata dal vicepresidente vicario dei deputati del Pdl, Italo Bocchino, si consiglia un "patto di consultazione permanente" tra i "cofondatori" del Popolo della libertà Berlusconi e Fini, unito a un giudizio severo ("vicenda pericolosa e incomprensibile") sugli attacchi del Giornale di Feltri al presidente della Camera. A quanto si è appreso, la lettera sarebbe stata firmata al momento da oltre 50 parlamentari ex Alleanza nazionale.

Nel testo, anticipato dall'Ansa, si sostiene che gli ex An non intendono mettere in discussione la leadership di Berlusconi né prefigurare "scenari diversi" dal bipolarismo, ma si chiede un intervento del presidente del Consiglio per evitare uno sbilanciamento in favore della Lega e per impedire che la somma di problemi diversi possa creare "un corto circuito interno al nuovo partito".

Per i parlamentari ex An appare inoltre importante promuovere una struttura maggiormente democratica del partito, attraverso "vertici di maggioranza che coinvolgano tutto il Pdl, evitando la sensazione che dalle cene del lunedì venga fuori la linea dell'esecutivo e che questa sia di fatto condizionata dalla Lega a scapito del nostro partito", e strutturando "il Pdl come un vero e proprio partito, a livello centrale e territoriale, facendo funzionare gli organi previsti dallo Statuto con periodicità e trovando in quella sede le soluzioni tra le varie posizioni di partenza su questioni a volte anche delicate che riguardano la coscienza dei singoli".

La querela. Dopo l'articolo "Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento. Ultima chiamata per Fini: O Cambia rotta o lascia il Pdl'", il presidente della Camera ha deciso di rivolgersi alla magistratura. L'annuncio della querela arriva da Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia della Camera e avvocato del presidente della Camera. L'articolo era apparso ieri sul quotidiano della famiglia Berlusconi e c'erano velate insinuazioni su un dossier a luci rosse del 2000 che, secondo Feltri, riguarderebbe uomini di An.

Stringata la replica di Feltri alla notizia della querela: "Sono tutti bravi a far querele, poi bisogna vincerle. E comunque non si può parlare di un avvertimento mafioso, trattandosi di fatti noti".

Da segnalare inoltre l'ennesima stoccata di Farefuturo, la fondazione vicina a Fini, al premier. Il tema sono le elezioni anticipare che voci di palazzo danno come estrema ratio a cui Berlusconi ricorrerebbe per fare cessare le divisioni all'interno del governo. "Credo che ci stiano pensando seriamente. Secondo me è un'ipotesi politicamente folle, significherebbe l'estrema deriva bonapartista del berlusconismo - dice il direttore Alessandro Campi - E' un'idea per arrivare ad un ultimo ed estremo referendum sulla propria persona, per eliminare ogni possibile concorrenza esterna e interna, ma è chiaro che la partita è molto interna: neutralizzare Fini e lasciare Casini al suo 5-6%. Tecnicamente è la soluzione di Napoleone III, il plebiscito bonapartista che rischia di aprire la strada ad una forma di autoritarismo soft".

Il dibattito alla Camera. Nel corso del dibattito a Montecitorio il capogruppo democratico Antonello Soro, dopo aver espresso la solidarietà del proprio partito a Fini, ha definito "cosa inaccettabile'' l'attacco perpetrato nei suoi confronti dal Giornale, tanto più dal momento che "arriva dal quotidiano di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio". Ma soprattutto, ha sottolineato Soro, ''è ancora più grave e inaccettabile che il premier non abbia ancora espresso una sola parola di censura''.

Dal canto suo, il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto ha espresso la solidarietà del gruppo del Pdl tanto al
presidente della Camera per il caso Feltri che a Silvio Berlusconi, "per l'inqualificabile attacco di cui è oggetto da mesi da parte di Repubblica". "Questa è una maggioranza di governo e politica che ha una sua logica - ha concluso Cicchitto - e il Pdl sarà capace anche di superare questa questione di tipo giornalistico".

Solidarietà a Fini anche dall'Udc: "E' impensabile e inaccettabile che si intimidisca un parlamentare e lascio perdere che in questo caso si tratta del presidente della Camera, dicendogli 'o ti regolarizzi, rinunci alle tue idee e ti metti la coda tra le gambe, oppure pubblicherò questo o quello", ha detto il presidente Rocco Buttiglione.

Fabio Evangelisti dell'Italia dei valori, ha chiesto che "Berlusconi venga a riferire in Parlamento e a discutere anche della situazione dell'informazione, dopo la vicenda Boffo, quella di Feltri e quella che vedrà stasera Berlusconi con Vespa in prima serata".

(15 settembre 2009)


Il segretario del Pd rinuncia alla trasmissione del 23 settembre
"Terremotati strumentalizzati, non mi presto a questa operazione"
Franceschini dice no a Vespa
"Non vengo a Porta a Porta"

Il conduttore Rai replica: "Sono motivazioni pretestuose"
Di Pietro attacca il giornalista. E Lui: "O si scusa o non lo invito più
"



ROMA - "Non vengo a Porta a Porta". Dopo le polemiche per la cancellazione della puntata di Ballarò, Dario Franceschini rinuncia all'invito di Bruno Vespa che aveva programmato una trasmissione con il segretario del Pd per il 23 settembre.

"Leggo ora - dice il leader Pd - alcune dichiarazioni di Vespa secondo le quali la mia presenza sarebbe da intendere come una sorta di par condicio per coprire l'incredibile scelta della Rai di stravolgere i palinsesti dell'azienda allo scopo di garantire al premier una vetrina strumentalizzando e spettacolarizzando il dramma dei terremotati d'Abruzzo. E' un'operazione grave di cui non posso e non voglio rendermi complice in nessun modo".

Secca la replica di Vespa ("motivazioni pretestuose") che attacca il segretario del Pd: "Non le consento di definire una nostra trasmissione come una vetrina al servizio del presidente del Consiglio. Esigo lo stesso rispetto rivolto ad altre trasmissioni che dal pluralismo di Porta a Porta hanno tutto da imparare". Franceschini rilancia: "La logica della puntata di questa sera e' di trasformare il dolore in spettacolo''.

Ma è tutto il Pd che attacca la scelta di viale Mazzini. "Stasera si dovrebbe festeggiare il dono dei prefabbricati costruiti dalla provincia di Trento, cui siamo grati", dice Massimo D'Alema. Per questo il protagonista, chiosa l'ex ministro degli Esteri, dovrebbe essere il presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dellai, anche perché "le villette che erano state promesse da Berlusconi non sono ancora pronte". "Spero intanto - ironizza D'Alema - che il presidente del Consiglio comunichi la lista dei terremotati ospitati a casa sua visto che aveva preso questo nobile impegno".

Ma non è solo il Pd a entrare in rotta di collisione con Vespa. Basta leggere le parole di Antonio Di Pietro: "La Rai promuove l'informazione faziosa di soggetti come Minzolini o Vespa, che stanno al giornalismo come la sedia elettrica alla vita umana". Vespa risponde con un aut aut: "Eviteremo di invitarlo a sedersi sulla "sedia elettrica" della nostra trasmissione. A meno che, naturalmente, non si scusi".

E anche dall'interno del cda della Rai si levano nuove voci critiche. "L'episodio di Ballarò - dice il consigliere Nino Rizzo Nervo - è grave in sé, e denuncia senza mezzi termini che si vuole non solo compiacere e non disturbare il manovratore ma anche attuare un preciso disegno per anestetizzare le ultime diversità che resistono nel servizio pubblico radiotelevisivo".

Severa poi la condanna del cardinale Ersilio Tonini che critica il rinvio di 'Ballarò'. "Chiunque ami un il giornalismo - dice l'arcivescovo emerito di Ravenna - non può far festa. Non è una conquista, è un segno che i pezzi grossi contano di più. Che senza i grandi protettori, non si fa niente".

(15 settembre 2009

:inchino: :inchino: :inchino:

Sulla stampa internazionale ancora articoli dedicati al premier italiano
El Pais: "Anticamera del fascismo". Le Monde: "Ci si prepara al dopo"
Telegraph: "Berlusconi indebolito
ora lo sfidano i suoi stessi alleati"

Time: "Troppo grande per cadere, ma la sua voglia di sedurre potrebbe portarlo alla scomparsa politica"



LONDRA - L'Italia di Berlusconi è diventata "l'anticamera del fascismo", scrive El Pais; il primo ministro, "indebolito" dagli scandali, viene sfidato dai suoi stessi alleati, Fini e Bossi, afferma il Daily Telegraph; i partiti politici italiani preparano già "il dopo-Berlusconi", sostiene Le Monde; nel Pdl è scoppiata "una guerra civile", osserva El Mundo. Da tutta Europa, l'attenzione dei media sul caso Berlusconi continua a produrre articoli e commenti, descrivendo una situazione sempre più grave e incontrollabile, mentre all'orizzonte si profilano due appuntamenti chiave: la manifestazione di protesta in difesa della libertà di stampa, questo sabato a Roma, come nota il francese Les Echos; e la decisione della Corte Costituzionale, prevista per i primi di ottobre, sul lodo Alfano, ossia sulla norma che ha concesso al capo del governo l'immunità giudiziaria fintanto che sarà in carica, un verdetto che potrebbe "riaprire i processi" contro di lui.

"Silvio Berlusconi è un autocrate, che considera legittimo andare a cena con uno dei suoi giudici, non trova sconveniente accettare l'invito al compleanno di una 18enne nella terra della Camorra ed è allergico alla sana informazione", scrive El Pais, il più autorevole quotidiano spagnolo. "Un giornalista che critica, quando c'è da criticarla, l'azione del governo, è per Berlusconi un giornalista comunista, mentre il giornalista obiettivo è solo quello che elogia, e che elogia lui". Il giornale ricorda le tappe della offensiva di Berlusconi contro la stampa indipendente, sottolineando in particolare la gravità del suo appello agli imprenditori a non fare pubblicità sui giornali che criticano il governo.

A Londra, il Daily Telegraph osserva che la Lega Nord di Umberto Bossi, approfittando del fatto che scandali e polemiche hanno "indebolito" Berlusconi, ha chiesto la secessione della Padania. E' un'altra mossa che mette in difficoltà il premier, dopo la rottura con un altro dei suoi alleati cruciali, il numero due del Pdl e presidente della Camera Gianfranco Fini. A proposito della mossa di Bossi, il Telegraph interpella il professor Geoff Andrews, docente di studi italiani alla Open University, che dice: "Bossi ha risvegliato la causa separatista per ragioni tattiche. Vuole asserire il suo potere in un periodo in cui Berlusconi è in difficoltà per questa crisi. E' opportunismo, Bossi vuole strappare l'appoggio di Berlusconi sulla questione della Padania in cambio del proprio appoggio per fare fronte agli scandali e ai problemi politici".

Parere analogo su Le Monde. "La vita politica italiana è paralizzata dalle vicende private del premier", titola l'influente quotidiano francese. L'articolo sente il parere di un anziano senatore della destra, che definisce senza mezzi termini la situazione attuale come "un grande bordello". Le Monde ricorda che se la Corte Costituzionale fermasse il lodo Alfano sull'immunità, "lo spettro di molteplici processi sospesi" aleggerebbe di nuovo sopra Berlusconi. Il giornale scrive poi sull'aria di rottura tra Fini e il premier, così come sulla manovre per riorganizzare il centro fondando un nuovo schieramento politico moderato che possa riempire il vuoto lasciato da Berlusconi. Il quale, conclude Le Monde, "si sta rivelando incapace di riprendere in mano la situazione, la sua agenda politica è vuota", mentre la Lega Nord, che già fece cadere una volta in passato la coalizione di centro destra, chiede "un ritorno alle urne".

Il francese Les Echos rifà la cronaca della "guerra" tra Berlusconi e la stampa, affermando che ha raggiunto "il parossismo". Il giornale nota che oltre 350 mila persone hanno firmato l'appello di "Repubblica" in difesa della libertà di stampa, tra cui premi Nobel, scrittori, artisti di mezzo mondo, e prevede che centinaia di migliaia di persone parteciperanno alla manifestazione di protesta contro Berlusconi e in difesa dei media liberi, indetta per sabato. Il giornale conservatore spagnolo El Mundo titola invece sulla "denuncia della politica immigratoria di Berlusconi" da parte dell'Onu, che ha "accusato lo stato italiano di violare in numerose occasioni i diritti umani", ma parla anche di "guerra civile" nel Pdl: "Il partito di governo vive momenti di tensione tra i suoi fondatori, Berlusconi e Fini, dopo che Il Giornale, che appartiene al premier, ha lanciato vari attacchi contro il presidente della Camera".

Il settimanale americano Time dedica ancora ampio spazio alle vicende politiche italiane: "Nella terra di Machiavelli l'unica cosa che desta più attenzione di ciò che accade nella camera da letto del primo ministro sono i retroscena della politica. In questa fase suscitano molta attenzione da una lato il ruolo del presidente della Camera Gianfranco Fini e dall'altro l'operazione dell'Udc per costruire una nuova forza di centro". Ma Berlusconi, ironizza Jeff Israely, "è l'equivalente italiano della Banca d'America: è troppo grande per cadere". "E allora - conclude Time - la domanda irrisolta è: perché il premier continua a gettare benzina sul fuoco sui presunti scandali che lo riguardano? Per il suo incontrollabile desiderio di persuadere e sedurre. L'unica cosa che potrebbe decretarne la scomparsa politica".

(15 settembre 2009)


Il dossier denuncia gravi violazioni del diritto internazionale a Gaza
Nel mirino l'operazione "Piombo Fuso" e il lancio dei missili al fosforo
Onu: "Da Israele e palestinesi
crimini di guerra e contro l'umanità"

Il ministero degli Esteri israeliano insorge: "Verdetto unilaterale"

NEW YORK - Sia israeliani che palestinesi hanno compiuto "crimini di guerra" e in alcuni casi "crimini contro l'umanità" durante l'operazione militare israeliana "Piombo fuso" a Gaza. Lo afferma un rapporto delle Nazioni Unite, presentato oggi a New York. Il dossier è stato steso da quattro esperti internazionali guidati dal giudice sudafricano Richard Goldstone, ex procuratore capo dei tribunali internazionali per il Ruanda e l'ex Jugoslavia. Il documento ha scatenato la reazione indignata di Israele, che lo ha definito "non obiettivo".

L'operazione militare sotto accusa. L'atto d'accusa dell'Onu è contenuto in 574 pagine, dove si afferma che l'operazione militare del 27 dicembre era "diretta alla popolazione di Gaza nel suo insieme" per "punirla" e che l'esercito israeliano non ha condotto in maniera appropriata le indagini sulle violazioni compiute. Secondo i giudici, lo stato ebraico "non ha adottato le precauzioni necessarie richieste dal diritto internazionale per limitare le perdite di vite umane e i feriti fra i civili e i danni materiali".

Armi al fosforo Il rapporto condanna come "violazioni del diritto umanitario internazionale" i proiettili di mortaio al fosforo bianco contro le installazioni dell'Unrwa (agenzia dell'Onu incaricata dei rifugiati palestinesi) e gli attacchi con armi al fosforo su due ospedali di Gaza.

L'appello ai palestinesi. Nell'atto di accusa delle Nazioni Unite sono finite anche le operazioni condotte dal fronte opposto. Nel rapporto si legge che il lancio di missili contro Israele da parte palestinese costituisce "un crimine di guerra e può essere ritenuto crimine contro l'umanità" in quanto non distingue fra obiettivi militari e civili. Il giudice Goldstone ha anche esortato i militanti palestinesi a liberare il soldato israeliano Gilad Shalit, sequestrato nel 2006 e da allora tenuto prigioniero a Gaza.

La reazione di Israele. Immediata la replica di Istraele, che ha respinto con estrema durezza i rilievi delle Nazioni Unite. "Oggi è stato scritto un capitolo vergognoso nella storia del diritto internazionale e del diritto dei popoli all'autodifesa", si legge in una nota del ministero degli Esteri israeliano. Secondo il governo israeliano, che si è rifiutato di collaborare con l'indagine, "il verdetto era stato già scritto in anticipo a Ginevra" e la commissione delle Nazioni Unite "si è limitata a raccogliere testimonianze false o unilaterali contro Israele" nella sua recente missione nella regione.

(15 settembre 2009)


Banditi della tavola scatenati: in un anno sequestrati 34 milioni di chili
I risultati del rapporto sulla Sicurezza alimentare di MDC e Legambiente
Allarme cibi scaduti e avariati
nel 2008 boom di sequestri



La fantasia dei banditi della tavola non ha limiti: olio di semi di soia pronto ad essere "corretto" e messo in vendita come extravergine d'oliva, mozzarelle prodotte da caseina o contaminate da diossina o ancora realizzate con grassi vegetali, latte alla melamina, formaggio avariato e putrefatto, con tracce di vermi, escrementi di topi e persino residui di plastica tritata, pronto per essere rimaneggiato e rinascere a nuova vita come fettine per i toast, formaggio grattugiato, formaggio fuso.

Anche quest'anno il tradizionale appuntamento con il sesto rapporto sulla Sicurezza alimentare, messo a punto da MDC, Movimento Difesa Cittadino, e Legambiente, rivela tutti i numeri delle sofisticazioni e contraffazioni con i dati delle operazioni cui le forze dell'ordine titolate ai controlli del settore hanno sottoposto aziende alimentari, magazzini, ristoranti, mense scolastiche e aziendali, supermercati, punti di sbarco e dogane.
Nel 2008, infatti, soltanto i Nas (Nucleo per la tutela della salute) dei Carabinieri hanno sequestrato oltre 34 milioni di chili di prodotti per un valore di oltre 160 milioni di euro. Ma se il dato globale dice poco, il dettaglio è raccapricciante: a dicembre i Nas sequestrano a Brescia circa 100 tonnellate di prosciutti di Parma Dop e altri salumi e insaccati invasi da larve e scaduti da anni, pronti per essere venduti nei mercatini rionali a 2,5 euro al chilo, a Cremona a luglio è la volta di formaggio avariato e putrefatto con un giro d'affari da decine di milioni di euro. A Bisceglie, provincia di Bari, la Capitaneria di porto sequestra in un deposito ittico sei tonnellate di pesce, congelato e scongelato più volte e con date di scadenza non attendibili. A ottobre i Carabinieri della Capitale trovano in un magazzino ottomila chili di alimenti etnici invasi da scarafaggi e destinati a ristoranti e negozi. Ancora più alte - 181 milioni di euro di infrazioni di cui 172 nel settore vitivinicolo - le cifre dei risultati delle ispezioni svolte dall'Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti (ICQ).

Se infatti da un lato l'attività dei sofistificatori è incessante, dall'altra anche le ispezioni aumentano. Basti pensare agli oltre 28 mila interventi da parte dei Nas, che hanno riguardato soprattutto il settore della ristorazione (7969) e delle carni e allevamenti (6398), e che hanno portato a 49 arresti, 836 strutture chiuse per motivi di salute pubblica e 5866 infrazioni penali.
Numeri importanti anche per le 37 mila ispezioni dell'ICQ, le oltre 157 mila nel settore ittico a cura delle Capitanerie di Porto, dalle imbarcazioni in mare (38479) ai banchi dei dettaglianti e della grande distribuzione, 53 mila gli interventi dell'Agenzia delle Dogane, con le 766 operazioni del Corpo Forestale e le 969 dei Carabinieri per le Politiche Agricole. Soltanto la Guardia Costiera ha sequestrato 330 mila chili di prodotti ittici, comminando sanzioni per oltre 5,5 milioni di euro. La principale frode riscontrata è il ritrovamento di prodotti in cattivo stato di conservazione e inadatti al consumo umano.
Da un lato, dunque, prodotti pericolosi, scaduti, conservati tra blatte ed escrementi. Ma non solo. Molte denunce riguardano infatti il cosiddetto mondo del falso alimentare. Finti pomodori San Marzano, prosciutto crudo con il marchio - finto - di un consorzio, olio extravergine etichettato irregolarmente, falso Amarone DOC pronto per l'esportazione negli States. Insomma, come sottolinea Francesco Ferrante di Legambiente, più le eccellenze alimentari italiane vengono richieste anche all'estero più aumentano i delinquenti che speculano su uno dei settori trainanti della nostra economia. "Ed è per questo - precisa - che serve non solo reprimere ma prevenire". D'altro conto, ammette Antonio Longo, presidente MDC, in Italia esiste uno dei migliori sistemi di controllo in Europa, forse nel mondo, e i risultati si vedono.

Capitolo a parte per i prodotti alimentari importati dall'estero, che raggiungono ogni anno oltre 13 milioni di tonnellate per un valore di circa 8 miliardi di euro. L'Agenzia delle dogane ha svolto nel 2008 circa 53 mila ispezioni. Anche quest'anno la Cina ha il numero più alto di notifiche (513), seguita dalla Turchia, con 311. Ma il compito è tutt'altro che facile, "perché, spiega la dirigente Teresa Alvaro, servirebbe innanzi tutto un livello di controlli adeguato e simile in tutti i paesi europei. Ci siamo accorti, infatti, che con il progressivo intensificarsi dei nostri controlli, molte merci sono state dirottate verso altri stati. E, una volta entrati in Europa, è molto difficile riuscire a individuare prodotti dannosi e pericolosi per la salute. Non si possono controllare fisicamente tutti i prodotti che entrano nel nostro paese, ma possiamo intensificare la collaborazione con gli altri enti e aumentare l'efficienza dei controlli informatici".
Come ogni anno, però, oltre alle denunce, la presentazione del rapporto sulla sicurezza a tavola è anche occasione per premiare alcune situazioni virtuose: quest'anno il premio è andato a tre mense scolastiche (Bolzano, Termoli e Roncade, provincia di Treviso) che si sono distinte per qualità, efficienza energetica e lavoro in collaborazione con le famiglie; al progetto dell'Associazione Italiana Celiachia per un'alimentazione senza glutine fuori casa; a Coop per la linea Club 4-10, prodotti bilanciati per i bambini studiati con la Società Italiana dell'Obesità e European Childhood Obesity group; a Sodexo per la campagna su una sana alimentazione nei ristoranti aziendali; alla direzione didattica di San Mauro Torinese per il progetto "Orto in condotta", un orto in 4 scuole elementari e 2 dell'infanzia e infine a un ristorante segnalato da FIPE (Pantagruele di Torino) per la selezione delle materie prime, per l'attenzione ai problemi ambientali e al riciclaggio dei rifiuti ma, soprattutto, per il rapporto con il cliente.

(15 settembre 2009)


sembra che i ragazzi neri non volessero che il compagno si sedesse accanto a loro
Illinois, studente bianco picchiato
dai compagni neri sul bus della scuola

Durante l'aggressione in molti incoraggiavano il pestaggio. La polizia: «È razzismo»


WASHINGTON - Il capitano Don Sax, responsabile della polizia di Belleville, in Illinois, non sembra avere dubbi: «Penso si tratti di una aggressione a sfondo razziale. Non c'era alcun motivo di altro genere per giustificare questa esplosione di violenza». La vittima dell'aggressione è uno studente bianco: è stato più volte picchiato da due compagni neri su un autobus scolastico in Illinois mentre altri ragazzi incoraggiavano i due aggressori.

NON VOLEVANO SI SEDESSE ACCANTO A LORO - A scatenare l'esplosione di violenza sarebbe stata la volontà del 17enne bianco di sedersi accanto ai compagni neri. Il pestaggio è stato ripreso da una telecamera sull'autobus. Il malcapitato studente è stato picchiato due volte, in cinque minuti, da due aggressori diversi. Alcuni dei ragazzi sul mezzo si sono limitati a osservare l'incidente, altri hanno urlato incoraggiamenti agli aggressori. I due studenti neri responsabili dell'aggressione sono stati sospesi da scuola e arrestati.




 
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96 replies since 6/8/2009, 10:36   4895 views
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