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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 14/9/2009, 19:09 by: Lucky (Due di Picche)




Un commando cattura quattro uomini nella città di Barawe
nella regione controllata dal gruppo islamico legato ad al Qaeda
Raid aereo nel sud della Somalia
gli al Shabab accusano i francesi

Il blitz forse organizzato per liberare un agente dei servizi segreti di Parigi
Fonti somale da Nairobi: "Elicotteri americani, obiettivo uno dei leader dei miliziani"


ROMA - Quattro elicotteri militari che sbucano dal mare, tre razzi che colpiscono un convoglio di jeep e pick-up armate come "tecniche", un commando che si cala con le funi, circonda i mezzi, spara qualche raffica di fucili automatici, cattura quattro uomini e poi riparte sparendo di nuovo verso il largo. Per la prima volta in cinque anni, un raid aereo ha violato il sud della Somalia, nella città di Barawe, 200 chilometri da Mogadiscio, la regione adesso controllata completamente dai miliziani degli al Shabab, con un'operazione che puntava a colpire o catturare una delle figure di spicco del gruppo islamico, legato ad al Qaeda. Fonti vicine agli al Shabab hanno confermato il blitz sostenendo che gli elicotteri erano francesi.

La situazione è rimasta confusa per molte ore. In Somalia, da tempo, non esiste più una rete di informazione indipendente. I giornalisti sono minacciati e spesso uccisi e i pochi rimasti lavorano in condizioni difficilissime. Ma è stato lo stesso ministero della Difesa francese a smentire che unità militari di Parigi avessero partecipato ad un'operazione nel sud del paese. Gli al Shabab hanno subito accusato la Francia perché da due mesi c'è un agente del Sdce, i Servizi segreti, nella mani di un gruppo legato ai miliziani somali. Era stato portato via in piena notte da un albergo di Mogadiscio assieme ad un collega con il quale si era spacciato per giornalista. Dopo una settimana di silenzio, uno dei due agenti era riuscito a fuggire con modalità che sono rimaste misteriose; l'altro, affidato ad un altro gruppo, è invece rimasto prigioniero.

Molti hanno pensato che il blitz di poche ore fa fosse stato organizzato proprio per liberare l'altro agente del Sdce. Fonti somale di Nairobi, di solito bene informate, raccontano che gli elicotteri non erano francesi ma statunitensi e che l'obiettivo del raid fosse uno dei capi degli al Shabab. Sia gli Usa sia la Francia hanno una base operativa militare a Gibuti. Ma entrambi finora sono intervenuti solo per fronteggiare, in mare, i gruppi di pirati che continuano ad attaccare i carghi in transito davanti alle coste somale.

Nell'operazione, secondo gli abitanti della zona, sarebbe stato ucciso un terrorista ricercato dall'intelligence statunitense: si tratta di Saleh Ali Saleh Nabhan, 28 anni, cittadino kenyota, accusato di aver partecipato all'attentato contro un hotel nel 2002 dove erano alloggiati alcuni cittadini israeliani e di aver lanciato un missile contro un aereo dell'El Al decollato da Mombasa dopo aver raccolto i feriti e gli scampati all'esplosione. Fu grazie ad una abile e fortunosa manovra dei piloti se il velivolo diretto a Tel Aviv non fu raggiunto dal razzo.

(14 settembre 2009)


Un altro editoriale del direttore del Giornale, stavolta contro il presidente della Camera
"Si potrebbero ripescare vicende piccanti per montare uno scandalo"
Da Feltri un altro attacco a Fini
"C'è un dossier a luci rosse"

L'avvocato Bongiorno: valuteremo iniziative in sede giudiziaria
Pd e Udc: "Intimidazioni contro un'alta carica dello Stato"




ROMA - L'attacco diventa sempre più pesante e sempre più diretto. Un altro editoriale di Vittorio Feltri contro Fini, con una polemica che ricorda il caso del direttore dell'Avvenire, Boffo, poi costretto alle dimissioni. Il direttore del Giornale cita un dossier contro il presidente della Camera e contro uomini a lui vicini in merito a incontri con squillo in sedi istituzionali. Il "fondo" è intitolato "Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento", poi un secondo titolo: "Ultima chiamata per Fini: o cambia rotta o lascia il Pdl".

E la reazione arriva in serata. Con le parole di Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia ma anche legale del capo di Montecitorio: "Inserire in un articolo che si riferisce a vicende politiche e al presidente Gianfranco Fini una allusione generica a un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse' che riguarderebbero personaggi di Alleanza Nazionale, è un fatto gravissimo che lede la reputazione del Presidente della Camera dei Deputati. Valuteremo quali iniziative assumere in sede giudiziaria".

Una presa di posizione forte, in risposta a un attacco decisamente pesante. Contenuto in un articolo in cui per tutta la prima parte, Feltri parla di politica e spiega tutti gli errori di Fini e i rischi di isolamento che l'ex leader di An starebbe correndo. Poi, all'ultimo punto, il settimo, Feltri passa all'avvertimento: "...(Fini) ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano sui teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. E' sufficiente - per dire - ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme".

La vicenda, risalente al 1999, dovrebbe essere la stessa di cui "Il Giornale" ha già scritto a giugno e riguarderebbe un giro di escort che, secondo l'inchiesta avrebbero avuto accesso a Montecitorio per "soddisfare" alcuni parlamentari o loro amici. Tre mesi fa, però, il quotidiano di Feltri ne parlava solo con riferimento a Cesa (Udc) e a uomini dell'entourage di D'Alema. Per questo era stato querelato dall'ex ministro degli Esteri.

Contro l'editoriale di oggi del Giornale scendono in campo anche i fedelissimi di Fini, in un articolo che appare sul webmagazine della Fondazione Farefuturo, che a lui fa capo: "Ci aspettiamo che gli stessi che un giorno sì, l'altro pure, mattina e pomeriggio, si divertono a far le pulci al presidente della Camera, esprimano uguale preoccupazione e mobilitazione contro l'ennesima sparata di Umberto Bossi". Cha ha rispolverato la secessione.

Più moderato il commento del sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Ho già detto e ripeto che Fini ha tutto il diritto di porre problemi e temi di dibattito al Pdl e che non può essere criminalizzato e messo in difficoltà per queste sue iniziative". Duro invece il giudizio del deputato Pdl Benedetto Della Vedova: "Forse devo rileggere bene, ma per come l'ho capito io si passa dal giornalismo ad altro: se si ha una notizia la si scrive, altrimenti no, ma ammonire qualcuno perchè stia zitto non è giornalismo, nè giornalismo di inchiesta".

Le difese di Fini le prende anche l'Udc Gianpiero D'Alia. "Il direttore del Giornale Feltri spieghi a cosa fa riferimento quando parla: se ha elementi concreti, li tiri fuori, altrimenti si scusi". E il senatore Pd Albertina Soliani: "L'editoriale di questa mattina è con ogni evidenza un'intimidazione nei confronti del presidente della Camera".

(14 settembre 2009)


Il segretario del Pd: "Terremotati sono trasformati in comparse"
Zavoli: "Decisione grave, ne parleremo in Vigilanza"
Ballarò, Franceschini: "Neanche Ceausescu
si sarebbe prestato a questo show"

Vespa: "Capisco il disappunto di Floris, ma io nella mia carriera ho subito ben altro"
Mazza: "I palinsesti cambiano quando è necessario: non c'è stata sottovalutazione"



BOLOGNA - "Penso che anche Ceausescu avrebbe avuto un po' di coraggio nel dire no a una rappresentazione così". Dario Franceschini parlando con i cronisti a Bologna è molto critico sulla partecipazione del premier Silvio Berlusconi alla trasmissione Porta a Porta per la consegna delle prime case ai terremotati. "Andava fatto ma non c'era bisogno di trasformarlo in uno show mediatico", ha detto ancora Franceschini secondo il quale siamo di fronte ad un "reality in cui i terremotati sono trasformati in comparse. Berlusconi andrà dentro le case, aprirà il frigorifero, e dirà: che meraviglia! Non si capisce - ha concluso Franceschini - perché utilizzare così il dramma delle persone".

Le dichiarazioni di Franceschini si riferiscono alla polemica esplosa ieri in seguito alla decisione di far slittare la prima puntata della nuova stagione di Ballarò per "valorizzare un momento importante per il Paese", cioè la consegna delle prime case ai terremoti abruzzesi, avvenimento al quale verrà dedicata la puntata di Porta a Porta, per questo eccezionalmente trasmessa in prima serata.

Sulla vicenda sono intervenuti stamane sia Bruno Vespa, nella conferenza stampa di presentazione della nuova stagione di Porta a Porta, e il direttore di RaiUno Mauro Mazza. "I palinsesti cambiano quando è necessario. Due settimane fa abbiamo spostato l'intrattenimentio (X Factor) per il calcio. - ha detto Mazza - Lo abbiamo fatto in silenzio e senza rilievo esterno. Non c'è stata sottovalutazione, ma una giusta valutazione negli ultimi giorni".

Mentre Vespa ha ribadito che non è stato Berlusconi a chiedere di partecipare a Porta a Porta: "Silvio Berlusconi lo abbiamo sempre invitato noi. In 15 anni non c'è stata una volta che è venuto in trasmissione perché lo ha chiesto lui". "Giochiamo a carte scoperte: capisco il malumore di Giovanni Floris, - ha proseguito Vespa - ma andiamo a vedere come stanno le cose. Ieri c'è stata una bellissima prima serata di Iacona sul terremoto, capisco la seccatura, la condivido professionalmente, ma non mi sembra sia una mostruosità rispetto alla libera informazione". E poi, ha concluso il giornalista, "Io nella mia carriera professionale ho dovuto subire ben altro: basterebbe ricordare quante volte hanno cercato di chiudere la mia trasmissione".

Diversa l'opinione del presidente della commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli. "La decisione, all'ultimo momento, di bloccare Ballarò contraddice il criterio di un palinsesto differenziato, volto a stabilire con il pubblico appuntamenti programmabili. Le due trasmissioni hanno sempre convissuto all'interno dei palinsesti delle rispettive Reti, e la deroga, specie se perentoria, costituirebbe un problema da dover prontamente risolvere". E del caso si parlerà mercoledì alle 12.45 nell'ufficio di presidenza della commissione.

La vicepresidente del Senato Emma Bonino in un intervento a Radio Radicale ha invece segnalato che lo slittamento della prima puntata di Ballarò sia espressione della lottizzazione della Rai, che nessun partito politico ha mai voluto veramente affrontare ed eliminare: "Certamente le responsabilità sono diverse, però nel modo in cui tutta RaiTre non va in porto per questioni interne al Pd, oppure la gestione della commissione di vigilanza che non si è mai occupata delle tribune elettorali e dell'accesso, prima perché mancava il presidente e ora perchè il presidente, che è del Pd, non se ne occupa, verrebbe da dire da che pulpito! Dopodichè il dibattito si fa su una cosa davvero meschina, come lo spostamento di Ballarò, ma che segnala come i partiti occupino la Rai, con la differenza che chi ha più potere occupa due canali, e chi ne ha meno ne occupa uno".

(14 settembre 2009)


L'alto commissario per i diritti umani denuncia le politiche che violano il diritto internazionale
Navi Pillay cita la strage degli eritrei: "Bisogna prima verificare se fuggono da persecuzioni"
Immigrati, l'Onu attacca l'Italia
'Respingimenti violano diritti umani'

Attacco anche sui rom: "Subiscono trattamenti degradanti"
Fini in Abruzzo: "Non bisogna aver paura dell'immigrazione"




GINEVRA - L'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, denuncia le politiche nei confronti degli immigrati, "abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale".
In un discorso previsto per domani e anticipato a Ginevra, la Pillay cita il caso del gommone di eritrei rimasto senza soccorsi tra la Libia, Malta e Italia, ad agosto. E spiega che "in molti casi, le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi".

"La pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere deve cessare - aggiunge Pillay - . Oggi, partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d'aiuto, in violazione del diritto internazionale. In molti casi - aggiunge l'Alto Commissario per i diritti umani - , le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi". L'Alto commissario cita in proposito la situazione nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden, nei Caraibi e nell'Oceano indiano.

L'Italia discrimina i Rom - "I rom in Italia subiscono trattamenti degradanti". Nel testo dell'intervento inaugurale alla dodicesima sessione del Consiglio dell'Onu, Navi Pillay scrive che "in Italia c'è stata un'abbondante documentazione di discriminazione e trattamente degradanti nei confronti della popolazione Rom". Oltre all'Italia, la Pillay menziona l'Ungheria, la Slovacchia e la Bulgaria, paesi in cui è ancora molto forte il sentimento anti-rom. "Sono consapevole degli sforzi in buona fede per affrontare il problema, ma deve essere fatto di più per porre fine a questa discriminazione", afferma Pillay.

La replica della Farnesina - Per il ministero degli Esteri italiano il richiamo dell'Onu non è rivolto all'Italia. In una nota si legge che "l'Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane nel Mediterraneo, e per questo motivo il richiamo alle violazioni del diritto internazionale non è evidentemente rivolto all'Italia".

Le reazioni - "Il commissario Onu per i diritti umani ha espresso parole ferme e decise contro la politica dei respingimenti e la criminalizzazione degli immigrati". Lo afferma Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del PD. "Il Governo italiano sta violando diritti umani fondamentali. E la condanna venuta oggi dall'Onu non è che l'ultima di una serie di critiche che si sono levate in queste settimane. Il governo italiano non può ignorare la mole di critiche e di rilievi che continuano a venire, da fonti autorevolissime, ai respingimenti", continua la Finocchiaro. Per Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, "l'Italia sta attuando una
politica di controllo dell'immigrazione clandestina che rispetta pienamente tutti i principi e le norme del diritto internazionale". Per Gasparri "le organizzazioni internazionali farebbero invece bene a concentrare la loro attenzione su alcuni Paesi le cui politiche sono deficitarie, o sui tanti regimi che perseguitano le proprie popolazioni creando le premesse degli esodi di massa".

Fini torna sul tema immigrazione - Sul tema dell'immigrazione è tornato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in occasione della sua visita sui luoghi del terremoto in Abruzzo: "Pensare alla storia di Nancy Pelosi - ha detto Fini citando il caso della portavoce del Congresso Usa - dimostra che non solo si può essere orgogliosi delle radici italiane, ma anche che non occorre avere paura dell'immigrazione né dubitare sulla possibilità di una vera integrazione" degli immigrati. "La presidente Pelosi - ha detto Fini - italo-americana d'Abruzzo, dimostra il legame profondo tra i nostri popoli che si è confermato nei momenti tragici. La nostra comunità oltreoceano è importante. Chi è partito diversi anni fa da queste montagne oggi è inserito a livelli altissimi nella politica e nell'economia di quel paese".

(14 settembre 2009)
 
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