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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 13/9/2009, 19:37 by: Lucky (Due di Picche)




Annie Marie Le, 24 anni, si sarebbe dovuta sposare oggi a New York
ma da martedì si sono perse le sue tracce. L'Fbi ha interrogato alcune persone
Usa, studentessa di Yale scomparsa
ritrovati abiti sporti di sangue




NEW YORK - Circa 160 invitati erano attesi oggi a New York per il matrimonio di Annie Marie Le, 24 anni, e del suo fidanzato, Jonathan Widawsky. Ma la cerimonia è stata annullata perché da martedì la ragazza, studentessa in farmacia a Yale, è scomparsa.

Annie è svanita nel nulla martedì quando è stata vista per l'ultima volta nel laboratorio scientifico dell'ateneo. La borsa, il telefonino e le carte di credito sono state ritrovate nella stanza dove lavorava. Gli inquirenti stanno esaminando tute le immagini delle videocamere di sorveglianza nella speranza di trovare degli indizi utili. Un giallo che sembra una storia di "Senza traccia".

Gli investigatori hanno trovato alcuni abiti sporchi di sangue nascosti nel laboratorio, anche se la portavoce dell'Fbi, Kim Merz, ha spiegato che devono essere effettuati alcuni esami prima di appurare se gli indumenti appartengono alla ragazza.

Nelle ultime ore sono state interrogate alcune persone tra cui un uomo che è stato portato via dagli agenti a bordo di un'auto. I dirigenti di Yale hanno offerto una ricompensa di 10 mila dollari a chi darà informazioni utili per la soluzione del caso.

(13 settembre 2009)


Rubata l'intera collezione degli atleti, un milione di taglia a chi darà informazioni
Era stato Weisman, proprietario della serie, a commissionarla all'amico artista
Undici Warhol in un colpo solo
furto su misura a Los Angeles



NEW YORK - Chi ha rubato Mohammed Ali? Chi s'è portato a casa Pelé? L'ultima beffa di Andy Warhol è la scomparsa di quei ritratti denunciata dal collezionista e miliardario Richard Weisman: se fare soldi è il livello più alto dell'arte (Andy dixit) come definire allora questo furto? La collezione Weisman è così nota che lui stesso l'ha raccontata anche in un libro, From Picasso To Pop.

Vecchio amico dell'artista che profetizzava per tutti 15 minuti di notorietà, di celebrità Richard si è sempre circondato: ai suoi party potevi godere di un drink con Carl Bernstein e poi vedere sbucare dalla cucina Vitas Gerulaitis.

Adesso toccherà a Mark Sommer della polizia di Los Angeles scovare chi è spuntato nella notte tra il 2 e il 3 settembre nella villa di Angelo Drive. "Hanno fatto un lavoretto davvero pulito", dice il detective. "In casa nessuna infrazione". Chi ha colpito sapeva che cosa cercare e dove: è andato dritto nella dining room a tirare giù i volti acrilici di Pelé, Cassius Clay e pochi altri campioni, il resto dei Warhol della collezione Weisman è stato lasciato appeso al muro: "Cercavano proprio gli Atleti. Per qualche ragione che noi non conosciamo". Giura di non conoscerla neppure Weisman: il miliardario non ha voluto commentare il furto limitandosi a dire che si tratta di "una profonda perdita personale per me e per la mia famiglia". Una gran bella perdita.

Una mostra di Warhol s'è appena conclusa alla Green Sacks Gallery di Santa Monica e dice al Los Angeles Times la direttrice Tyler Lemkin che "il valore di opere su tela simili può arrivare al milione di dollari l'una". Da casa Weisman ne sono spariti undici ma quando sei anni fa lo stesso miliardario aveva cercato di vendere la collezione la richiesta era di soli 3 milioni. Un affare sfumato che aggiunge giallo al giallo.

I Weisman sono una dinastia di collezionisti: Frederick e Marcia, i genitori di Richard, avevano raccolto una fortuna dopo la seconda guerra mondiale inseguendo le opere dei contemporanei. Una passione che il miliardario ha perfezionato fino a diventare amico e committente di artisti come Warhol. Fu proprio Richard a commissionargli quella serie di coloratissimi ritratti che naturalmente il mito pop art realizzò in serie. "Un bel pasticcio per noi", spiega ora il capo del reparto furti d'arte della polizia di Los Angeles, Donald Hrycyk: "Sembrano tutti uguali, ci abbiamo messo un bel po' a identificare quelli giusti per non creare confusione".

Il furto è stato segnalato dalla bambinaia rientrata in casa giovedì scorso. L'allarme è stato dato subito ma la polizia ha tenuto la notizia segreta per qualche giorno per avviare l'inchiesta. L'unico indizio raccolto è un camioncino color marrone avvistato nei pressi di Angelo Drive: un po' poco. Un milione di dollari a chi potrà dare informazioni determinanti.

L'ultima volta che la collezione era stata vista in pubblico risale all'anno scorso. La mostra American Pop: Featuring Andy Warhol's Athletes from the Richard Weisman Collection è stata il fiore all'occhiello del Crocker Art Museum di Sacramento. Il miliardario-collezionista ha tenuto anche una lezione spiegando come avesse deciso di commissionare quei ritratti perché il mondo dello sport e quello dell'arte si erano incontrati poco.

Il mondo dell'arte e quello dei ladri invece si incontrano spesso. Un wanted da cinque milioni di dollari è stato lanciato quasi vent'anni fa per il furto stramiliardario al museo di Boston: tra tanto ben di Dio è sparito anche uno dei soli 35 Vermeer riconosciuti al mondo. Warhol è in ottima compagnia.

(13 settembre 2009)


vertici di viale Mazzini "tagliano" la trasmissione di Floris
Il conduttore: "Decisione immotivata". Ruffini: "Noi eravamo contrari"
Da Vespa la consegna delle case in Abruzzo
la Rai cancella la puntata di Ballarò

Rizzo Nervo: "Masi si ricordi che non è più a Palazzo Chigi"
Vespa: "E' un riconoscimento per l'impegno di Porta a Porta
"



ROMA - Uno speciale di Porta a Porta in prima serata martedì, dedicato alla consegna delle prime case ai terremotati d'Abruzzo, farà slittare la prima puntata della nuova stagione di Ballarò. Una decisione che il vicedirettore generale Antonio Marano motiva con la volontà di "valorizzare un momento importante per il Paese". Ma che crea polemiche. "E' un atto immotivato ai miei occhi, non riesco a comprenderne le ragioni. Avremmo potuto trattare gli stessi temi dello speciale di Raiuno, non vedo il motivo di sostituirci" commenta il conduttore Giovanni Floris. "Si tratta di una decisione presa contro il nostro parere" sottolinea il direttore di Raitre, Paolo Ruffini.

Marano, però, difende la scelta e nega contrasti: "Per Ballarò non c'è alcun problema, è solo uno spostamento che abbiamo ritenuto opportuno visto il tipo di evento e per non far sovrapporre due programmi di approfondimento". Spiegazioni che non convincono nè Floris nè Ruffini. "Abbiamo
un inviato in Abruzzo da due settimane - spiega il giornalista di Rai 3 -, e la cerimonia del 15 settembre era un avvenimento previsto da prima che presentassimo la trasmissione. Naturalmente poi avremmo parlato anche di altro, di attualità politica e di attualità economica".

Ruffini rincara la dose: "Ho detto al responsabile dei palinsesti che la decisione di stravolgere la programmazione con una comunicazione improvvisa via e-mail, a meno di 48 ore dalla messa in onda del programma, dopo che era già stata tenuta peraltro la conferenza stampa avrebbe inevitabilmente assunto un nuovo sapore e danneggiato l'immagine aziendale". Preoccupazioni che i vertici di viale Mazzini non hanno minimamente raccolto. E che alimenta i timori di chi parla di una volontà "normalizzatrice" da parte dell'esecutivo su Rai 3. "A tutti quelli che mi telefonano allarmati dico che mi auguro che sia solo un episodio sgradevole e grave, e che mi auguro che andremo in onda prima possibile dicendo tutto quello che abbiamo da dire" promette Floris.

Dal suo canto il presidente del Cda Paolo Garimberti (che ha appreso della decisione solo oggi pomeriggio) riconosce che, trattandosi di una "un evento programmato e programmabile, si poteva fare tutto per tempo ed evitare di mettere la Rai al centro di nuove polemiche politiche". Il consigliere d'amministrazione Nino Rizzo Nervo tira in ballo il direttore generale Mauro Masi parlando di "un'azione di disturbo sulla terza rete che ha come fine la sua 'normalizzazione'. Qualcuno dovrebbe spiegare al direttore generale che non è più a Palazzo Chigi e che vi è una profonda differenza tra televisione pubblica e televisione di Stato". Da viale Mazzini, però, si rivendica la legittimità della scelta: ad un evento come la riconsegna delle case ai terremotati è giusto dare il maggiore spazio possibile su Raiuno.

E se il presidente della Fnsi Roberto Natale diche il vertice della Rai "sembra aver smarrito il senso della dignità del servizio pubblico", il cdr del Tg3 vede un attacco all'informazione della Rai: "La terza rete è sotto tiro, si tratta di un colpo durissimo ai principi di
pluralismo che sono alla base del servizio pubblico".

Critico il Pd che, per bocca di Paolo Gentiloni, parla di "un grave tentativo di trasformare la consegna delle prime case ai terremotati di Onna in una sorta di reality show governativo, col premier come protagonista". Mentre Pier Luigi Bersani ricorda l'appuntamento del 19 settembre per la libertà di informazione: "Meglio andare a discuterne in piazza del Popolo sabato prossimo". Replica secca del Pdl: "Lo spostamento è solo un fatto tecnico e le polemiche contro questa decisione suscitano solo "indifferenza". Evita la polemica, invece, Bruno Vespa che definisce la puntata "un riconoscimento" per l'impegno di Porta a Porta nella raccolta di fondi per i terremotati.

(13 settembre 2009)


Zavoli accusa. E su Libération uno speciale sul Cavaliere sotto pressione
Il segretario di Stato spagnolo: chiare le frasi di Zapatero, nessuna critica a Berlusconi
"Nell'aria c'è qualcosa
che non è democrazia"





ROMA - Tira una brutta aria. "C'è qualcosa che non corrisponde ad una vera democrazia". Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza Rai, dopo un lungo silenzio, torna a parlare della situazione italiana e dello stato di salute dell'informazione. Per dire che "esiste un atteggiamento perverso nei confronti della qualità dell'informazione.

Non c'è più interesse ad approfondire nulla e c'è un concreto sentore del fatto che esista, nell'aria, un qualcosa che non corrisponde ad una vera democrazia". Un timore, quello di Zavoli, che si sta diffondendo anche in Europa, a leggere gli editoriali che i maggiori quotidiani esteri hanno dedicato anche ieri all'Italia.

Estremamente critici quelli francesi e spagnoli, dopo lo show di Berlusconi durante la conferenza stampa di giovedì con Zapatero. Due giorni fa il premier iberico aveva detto: "Taccio per cortesia istituzionale, tutti sanno cosa penso della parità uomo donna". Una frase dalla quale traspariva l'imbarazzo di Zapatero.

Ma ieri le diplomazie hanno lavorato e in giornata i due premier si sono sentiti al telefono per ribadire la "profonda amicizia" tra i due Paesi. Il segretario di stato spagnolo, Diego Lopez Garrido, intervistato dal Tg1, ha precisato che "le dichiarazioni di Zapatero sono state chiare e non accettano nessuna interpretazione aggiuntiva: nessuna critica alle parole di Berlusconi".

Ma la stampa spagnola non molla. Ieri El Pais ha pubblicato un editoriale molto critico in cui definiva Berlusconi un personaggio "ridicolo, ogni volta che parla in pubblico". E in Francia grande spazio all'Italia è stato dedicato dall'inserto del week end di Libération. Copertina con una grande foto del premier italiano scattata a Palazzo Grazioli. All'interno quattro pagine con foto di Berlusconi, Noemi e Patrizia D'Addario.

L'articolo racconta di "un'Italia che non si occupa di ciò che dice Berlusconi" e di Repubblica "un quotidiano che non molla nonostante i colpi bassi e interpella quotidianamente il capo del governo sulle sue tresche, attirandosi i fulmini del tycoon dei media". E un altro quotidiano d'oltralpe, Le Monde, ieri titolava, in italiano, a pagina due: "Basta, Cavaliere!".


(13 settembre 2009)


La stampa inglese continua a dare rilievo alle vicende italiane
"Il ferreo controllo di Berlusconi sul potere si sta indebolendo"
"Dopo gli scandali, lo scontro con Fini"
Il Telegraph vede il premier in difficoltà

Il magazine del "Sunday Times" parla di "piccoli Hitler" a proposito
delle ronde: "Gruppi di vigilantes di estrema destra pattugliano le strade italiane"



LONDRA - "Sesso, scandali e divisioni nel partito". Il Sunday Telegraph di oggi titola così un servizio di una pagina sul caso Berlusconi, a cui la stampa britannica continua a dare grande rilievo. Dopo essersi scontrato con la Chiesa cattolica, la stampa internazionale e l'Unione Europea, afferma l'articolo, "Silvio Berlusconi ora rischia di farsi un nemico ancora più temibile, il suo più stretto alleato politico", ovvero Gianfranco Fini, numero due del Pdl e presidente della Camera. La frattura con Fini "ha aumentato la sensazione di crisi attorno al governo di centro-destra e intensificato le supposizioni secondo cui, dopo 15 anni in prima linea nella politica italiana, il ferreo controllo di Berlusconi sul potere si stia indebolendo", scrive il Telegraph.

Un'estate di "scandali di sesso" sembra lasciare il passo a "un autunno di antagonismo sia con gli avversari che con i propri amici". Il giornale elenca i segnali a partire dal fatto che il premier sta esagerando, lasciandosi andare a un tono "troppo pomposo perfino per uno come lui". Soltanto nell'ultima settimana si è paragonato a Superman, si è descritto come un torero che respinge gli attacchi dei tori infuriati della stampa italiana, ha detto che tutti gli italiani vogliono essere come lui e che lui è il migliore premier d'Italia in 150 anni. A proposito dei party con le giovani donne portate a casa del premier dall'uomo d'affari Giampolo Tarantini, il Telegraph nota che alcune erano "est europee o del Sud America", sollevando "imbarazzanti domande per Berlusconi sulla possibilità che i suoi appuntamenti amorosi possano esporlo a ricatti da potenze straniere". L'articolo si conclude ricordando che in ottobre la Corte Costituzionale potrebbe abolire la legge che ha dato a Berlusconi l'immunità da azioni giudiziarie e cita in proposito il parere del politologo Marc Lazar: "E' la sua paura ossessiva".

Ma la stampa internazionale sembra avere deciso di occuparsi di Berlusconi non solo dal punto di vista degli scandali a sfondo sessuale e dei problemi giudiziari, bensì anche e soprattutto sul piano dei suoi errori politici. Il magazine del Sunday Times dedica un'ampia inchiesta alla discussa questione dei vigilantes. Con questo titolo: "Piccoli Hitler. Incoraggianti da Silvio Berlusconi, gruppi di vigilantes di estrema destra stanno pattugliando le strade dell'Italia, risvegliando paure di un ritorno al fascismo". Con tanta attenzione concentrata sulle avventure sessuali del premier, afferma l'articolo, "questo brutto rigurgito di razzismo si è potuto diffondere quietamente e insidiosamente. E' una decisione che suscita allarme".

Una strada simile viene percorsa da El Pais, il quotidiano spagnolo oggetto di pesanti critiche da parte di Berlusconi. Da un lato, il Pais ritorna sulla affermazione del premier sul fatto che non avrebbe mai pagato una donna per non perdere il piacere della conquista, e si chiede in un ironico editoriale: "Davvero crede di poter conquistare tutte col suo tupè artificiale e la sua dentatura posticcia?" Ma poi, in un lungo articolo di inchiesta intitolato "L'Italia attraversa il deserto", El Pais analizza la gravità della crisi economica italiana e le promesse mancate di Berlusconi per riformare il sistema e risolvere i problemi. Lo stesso discorso si applica, in Francia, a un'inchiesta del Figaro, che parla di un nuovo fronte giudiziario apertosi per il premier italiano, questa volta non per questioni di tasse e bustarelle ma per un'accusa molto più grave, quella di "presunte connivenze con la mafia", e a tale titolo il quotidiano parigino ricorda le "oggettive collusioni" sottolineate dalla condanna in primo grado a nove anni di reclusione per Marcello Dell'Utri, "stretto collaboratore" di Berlusconi, appunto per "connivenze mafiose". Sempre in Francia, Le Monde pubblica un articolo sulla libertà di stampa nel nostro paese, intitolato "Berlusconi e i media, agonia di una democrazia", accompagnato da un editoriale sul Cavaliere intitolato semplicemente "basta!" E in America, il Chicago Tribune intervista il politologo Giovanni Sartori, che definisce ancora una volta Berlusconi "non un dittatore, ma un sultano", lo stesso titolo del suo ultimo libro dedicato allo strapotere del premier.

A Londra, anche l'Observer parla di Berlusconi, affermando che la decisione di dare a Mike Bongiorno dei funerali di stato poteva avvenire solo nell'Italia odierna: "Forse soltanto nella videocrazia di Berlusconi poteva accadere che un presentatore televisivo ricevesse esequie di stato", scrive il giornale. Il Sunday Times dedica una pagina pure all'intervento di Marina Berlusconi, figlia di prima nozze del premier e presidente della Fininvest, che ha dichiarato che gli attacchi a suo padre sono come "coltellate alla schiena": ma il più diffuso domenicale britannico ricorda che, "dopo un'estate in cui la Chiesa cattolica ha pesantemente criticato il primo ministro, ora egli potrebbe fare ulteriori passi falsi per le critiche rivoltegli dal suo principale alleato di partito, Gianfranco Fini". Il giornale nota anche che il primo ministro spagnolo Zapatero ha "nascosto a malapena il suo imbarazzo" nell'apparire insieme a Berlusconi a una conferenza stampa nei giorni scorsi.

Sulla vicenda scrive anche l'Evening Standard, pubblicando un estratto di "Tendenza Veronica", il libro di Maria Latella su Veronica Lario, intitolando l'articolo "la signora Berlusconi va al contrattacco".

(13 settembre 2009)
 
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