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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 9/9/2009, 13:36 by: Lucky (Due di Picche)




IL capo dello Stato alla conferenza internazionale alla Farnesina:
Violenza sulle donne, Napolitano:

«In Italia ancora fatti raccapriccianti»

«Omofobia e xenofobia nascono dall'ignoranza dei principi della Costituzione»


ROMA - «La lotta contro ogni sopruso ai danni delle donne, contro la xenofobia, contro l'omofobia fa tutt'uno con la causa del rifiuto dell'intolleranza e della violenza, in larga misura oggi alimentata dall'ignoranza, dalla perdita dei valori ideali e morali, da un allontanamento spesso inconsapevole dei principi su cui la nostra Costituzione ha fondato la convivenza della nazione democratica». È questo il messaggio che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto lanciare inaugurando mercoledì mattina alla Farnesina la conferenza internazionale sulla violenza contro le donne. Anche «in paesi evoluti e ricchi come l'Italia, dotati di Costituzione e di sistemi giuridici altamente sensibili ai diritti fondamentali delle donne, continuano a verificarsi fatti raccapriccianti, in particolare, negli ultimi tempi, di violenza di gruppo contro donne di ogni etnia, giovanissime e meno giovani» ha ricordato a tal proposito il capo dello Stato.

I DIRITTI E LA CONVIVENZA CIVILE - Napolitano ha sottolineato come oggi viviamo «nell'età dei diritti, intendendo la complessità di questa espressione: diritti proclamati, diritti affermati o in via di affermazione, diritti da conquistare, diritti da rendere universali». E ha ricordato come «il riconoscimento dei diritti umani» sia «condizione di convivenza civile, libera e democratica». «In qualsiasi contesto il pieno riconoscimento la concreta affermazione dei diritti umani - ha rilevato l'inquilino del Colle - costituisce una innegabile pietra di paragone della condizione effettiva delle popolazioni e delle persone del grado di avanzamento materiale e spirituale di un Paese».

«TUTTI RESPONSABILI» - «Dobbiamo sentirci egualmente responsabili dell'incompiutezza dei progressi faticosamente realizzati per l'affermazione della libertà, della dignità, e della parità dei diritti delle donne» ha poi aggiunto il presidente della Repubblica facendo un appello ai presenti a sentirsi tutti «egualmente impegnati a perseguire conquiste più comprensive, garantite e generalizzate». Per il capo dello Stato decisiva è «la dimensione educativa di questo impegno» nel senso di «educare l'insieme delle nostre società ai valori dell'uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di sesso - articolo 2 della Costituzione italiana - e ai valori della non discriminazione». Le violenze sulle donne, infatti, si ripetono, ha ricordato Napolitano, «nonostante che il Parlamento già da decenni si sia impegnato in una severa legislazione sulla violenza contro le donne, come reato contro la persona, e abbia di recente affrontato anche l'aspetto delle molestie e delle persecuzioni contro le donne nei luoghi di lavoro».


09 settembre 2009



Le previsioni del centro studi. Marcegaglia: «Fuori dal tunnel, ma saranno mesi duri»
Confindustria: «Ripresa lenta e insidiosa
nel biennio persi 700 mila posti di lavoro»

Nel 2009 il Pil dovrebbe segnare un calo del 4,8%, mentre l'anno prossimo ci sarà un +0,8%


ROMA - La recessione è «ormai alle spalle», ma l'uscita dalla crisi sarà «lenta e lunga, e perciò insidiosa». Anche perché l'Italia è in pieno dentro le «conseguenze» della bufera economica. È il quadro delineato dal centro studi di Confindustria (Csc). Secondo le previsioni, nel 2009 il Pil dovrebbe segnare un calo del 4,8%, mentre l'anno prossimo ci sarà un +0,8%. Previsioni riviste leggermente al rialzo rispetto al -4,9% e al +0,7% indicati a giugno, ma che restano comunque più ottimistiche rispetto alle stime diffuse dal governo nel Dpef (-5,2% quest’anno e +0,5% il prossimo). «Anche se la recessione è ormai alle spalle - afferma il Csc negli "Scenari economici" - le conseguenze della più grave crisi degli ultimi 80 anni si faranno sentire a lungo. Si profilano anni per recuperare i livelli di produzione toccati nel 2007 e in alcuni settori ciò potrebbe non avvenire mai».

MARCEGAGLIA - «Siamo fuori dal tunnel della recessione, il peggio è alle spalle, però la crescita sarà lenta e difficoltosa» commenta il presidente di Confindustria, Emma Marecegaglia, che annuncia «mesi un po' complicati da gestire dal punto di vista dell'occupazione. Serviranno grandi ristrutturazioni e riconversioni: non siamo davanti a una catastrofe, ma dobbiamo gestire mesi difficili. Così il Paese ce la può fare».

DISOCCUPAZIONE - Tra i dati più allarmanti del Csc ci sono quelli sulla disoccupazione: quest'anno lieviterà all’8,3% (nel 2008 era al 6,7%), schizzando poi al 9,5% l’anno prossimo, valore massimo dal 2000. Il numero di persone occupate calerà di 700.000 unità tra il quarto trimestre 2008 e il quarto trimestre del 2010 al netto degli effetti statistici derivanti dalle regolarizzazioni degli immigrati. Nel dettaglio, 570.000 posti persi nel corso del 2009 e altri 120.00 nel 2010. Non solo: le ore di Cassa integrazione sono vicine ai massimi degli anni '80. Nei primi otto mesi del 2009 le ore di cig autorizzate sono state pari a 573 milioni (dati destagionalizzati), che corrispondono a 490.000 unità di lavoro a tempo pieno. Se le richieste rimanessero per il resto dell'anno al livello medio registrato da gennaio ad agosto, le ore autorizzate di cig in rapporto alla forza lavoro raggiungerebbero nel 2009 l'1,95%, contro l'1,40% del 1993 e il 2,11% del 1984. Se invece restassero sui valori di agosto, nella media dell'anno risulterebbero pari al 2,33% della forza lavoro.

EXPORT E INVESTIMENTI - L'andamento del Pil - secondo viale dell'Astronomia - segnerà «modesti incrementi» nel secondo semestre dell'anno (+0,4% sul primo), per chiudere il 2009 a -4,8%, perdita «ormai acquisita con le dinamiche già osservate». In particolare, l'export trainerà l'economia italiana fuori dalla recessione (+4,1% nel 2010 e -17,3% quest’anno), grazie al parziale rimbalzo del commercio mondiale (+9,1% in volume, dopo il crollo del 14,4% quest’anno), perché «il dinamismo dei paesi emergenti sarà affiancato dalla ripresa di quelli avanzati». Tuttavia, «il recupero degli investimenti sarà modesto: +1,5% nel 2010, ottenuto in parte con gli incentivi governativi, da confrontare con la contrazione cumulata del 15,7% nel biennio precedente». I consumi, poi, l’anno prossimo aumenteranno dello 0,7% (-1,7% quest’anno), «sostenuti dalla maggior fiducia, mentre l’ulteriore progresso delle retribuzioni reali per addetto (+0,4%) sarà più che compensato nei redditi delle famiglie da una nuova contrazione dell’occupazione (-1,4% calcolata sulle unità di lavoro, che segue il -2,8% del 2009)».

MESI DECISIVI - I prossimi mesi saranno "decisivi" per il futuro di molte aziende italiane e si aprirà una stagione di «ristrutturazioni e aggiustamenti profondi». «Siamo entrati in una fase diversa della crisi - sottolinea il Csc - non meno delicata e densa di incognite per il futuro del sistema produttivo italiano. L’autunno e l’inverno prossimi saranno decisivi per molte imprese, incluse alcune tra le più innovative e dinamiche». «Sono a rischio - aggiunge il centro studi - anche imprese che si stavano trasformando, puntando su qualità, innovazione, internazionalizzazione. Non sarebbe una selezione benefica, che accresce l’efficienza del sistema, ma una distruzione deleteria».

PREZZI - La dinamica dei prezzi al consumo resterà molto bassa: l’inflazione sarà all’1,3% nel 2010, dopo lo 0,7% di quest’anno. Il deficit pubblico rimarrà al 5% del Pil anche nel 2010 (quest’anno -5,2%), mentre il debito salirà al 117,8% dal 114,8% raggiunto quest’anno. «La strada del recupero dei livelli di attività passati - evidenzia il Csc - rimane, soprattutto per l'Eurozona, fitta di ostacoli che ne freneranno lo slancio». Il principale resta la difficoltà di ottenere credito, ma c'è anche il ridimensionamento del prezzo delle abitazioni, la necessità delle famiglie americane di abbattere il debito e ripristinare un più appropriato tasso di risparmio, il quadro precario delle economie dell'Est Europa. Questi elementi «tracciano una traiettoria sottile, a filo di rasoio, per il ritorno alla crescita. Errori nelle politiche economiche, per esempio sulle scelte dei tempi e dei modi di ritiro degli stimoli espansivi o sull’apertura del commercio internazionale, «ricaccerebbero l'economia globale verso una nuova fase recessiva»


09 settembre 2009



dopo l'esposto presentato dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro
Caso Boffo, inchieste a Monza e Terni
Le due Procure ipotizzano i reati di accesso abusivo a sistema informatico o falsificazione di atto pubblico


MILANO - Le Procure di Monza e Terni hanno aperto due inchieste a carico di ignoti sulla vicenda Boffo-Feltri. Le indagini sono state avviate in seguito all'esposto presentato dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro. I reati ipotizzati sono accesso abusivo a sistema informatico o falsificazione di atto pubblico.

«OPERAZIONE DI DOSSIERAGGIO» - La denuncia è stata presentata dal leader dell'Italia dei Valori la scorsa settimana ai carabinieri di Roma che l'hanno poi trasmessa alle Procure di Monza e Terni, cui era indirizzata. Le due sedi lavoreranno dunque di concerto, in attesa che si faccia luce sulla vicenda per poi stabilire la competenza territoriale. Di Pietro prefigura due ipotesi di reato: la falsificazione da parte di qualcuno di un documento pubblico o atto giudiziario oppure l'accesso abusivo nel casellario giudiziario. Entrambe si basano sul fatto che il Giornale diretto da Vittorio Feltri, nel pubblicare il casellario dell'ex direttore di Avvenire Dino Boffo, era in possesso di un documento che solo un ufficiale di Polizia giudiziaria o un magistrato in servizio può avere. Di Pietro ritiene che sia stata un'«operazione di dossieraggio ai fini di destabilizzazione delle istituzioni».




09 settembre 2009



approvato dal Consiglio dei ministri
Via libera alla norma sui precari
Interesserà 12-13 mila docenti

Il provvedimento interesserà quanti fino allo scorso anno hanno avuto supplenze annuali

ROMA - Il Consiglio dei Ministri ha approvato una norma che consente di tutelare gli insegnanti precari. La norma verrà inserita nel decreto legge Ronchi (su questioni ambientali) e interesserà una platea di 12-13 mila docenti che fino allo scorso anno hanno avuto supplenze annuali.


09 settembre 2009



le carte dell'inchiesta di bari
Tarantini: il premier e quelle 30 ragazze Diciotto serate e 1000 euro a chi restava
Nei verbali il racconto degli incontri: le retribuivo ma senza dirlo a Berlusconi


BARI — Sarebbero una trentina le donne che Gianpaolo Tarantini avrebbe portato alle feste del premier Silvio Berlusconi. Alcune hanno ricevuto un compenso di 1.000 euro «per prestazioni sessuali », altre «soltanto un rimborso delle spese». Tra loro ci sono anche alcune ragazze comparse in programmi tv, come Barbara Guerra e Carolina Marconi del Grande Fratello. Non solo Patrizia D’Addario, dunque. Per oltre cinque mesi, da settembre 2008 alla fine di gennaio scorso, l’imprenditore pugliese ha reclutato italiane e straniere per allietare cene e incontri nelle residenze del presidente del Consiglio.

È stato lui stesso ad ammetterlo il 29 luglio scorso durante un interrogatorio nella caserma della Guardia di Finanza di Bari dove è stato convocato in segreto come indagato per favoreggiamento della prostituzione. Incalzato dagli inquirenti ha fornito dettagli su voli, spostamenti, elargizioni, confermando così quanto era già emerso dalle intercettazioni telefoniche. Nel verbale Tarantini ripete quello che aveva già detto in passato: «Le presentavo come mie amiche e tacevo che a volte le retribuivo ». Ma poi rivela che fu proprio «Berlusconi a presentarmi Guido Bertolaso, come gli avevo chiesto. E poi lo stesso Bertolaso inviò me e il mio amico Enrico Intini in Finmeccanica, ma dopo i primi incontri non è più successo nulla».


Le ragazze
«Ho accompagnato in una occasione Terry De Nicolò a casa del presidente Berlusconi a Roma, tacendo allo stesso gli accordi da me presi con la De Nicolò e la vera attività dalla stessa svolta, se non erro a settembre o ottobre 2008. Io ebbi in tale circostanza a retribuirla anticipatamente nella previsione di una sua prestazione sessuale poi non so se sia avvenuta. Vanessa Di Meglio è una mia carissima amica, che ho conosciuto per il tramite di mia moglie circa 10 anni fa. Da allora ho continuato a frequentarla invitandola a feste nelle quali la riempivo di attenzioni anche fornendole cocaina. Tendenzialmente la stessa non è una professionista del sesso ma all’occorrenza non disdegna di essere retribuita per prestazioni sessuali. Ho anche favorito le prestazioni sessuali della Di Meglio con il presidente Berlusconi in due circostanze a Roma il 5 settembre e l’8 ottobre 2008. Ricordo che il 5 settembre la Di Meglio si fermò a palazzo Grazioli. Sonia Carpendone, detta Monia, era da me conosciuta come una persona che a Milano esercitava la prostituzione, sicché sempre nella prospettiva che la stessa potesse effettuare prestazioni anche in favore del presidente Berlusconi, la invitai a Roma pagandole il biglietto aereo e le spese di soggiorno. La stessa giunse con una ragazza che si presentò come sua sorella che adesso apprendo da lei chiamarsi Roberta Nigro. Non ricordo che Monia e la sua amica si siano fermate quella notte a palazzo Grazioli».

La «Billionairina»
Tarantini si sofferma più volte sugli incontri organizzati con volti noti della tv: «In occasione di un incontro a casa del presidente Berlusconi a Roma il 23 settembre 2008 invitai Francesca Garasi che giunse con tre sue amiche, Carolina Marconi, attrice di Canale 5, Geraldine Semeghini, che nell’estate 2008 era responsabile del privé del Billionaire, che si presentò con una sua amica, e Maria Teresa De Nicolò. In quella circostanza mi limitai ad ospitare Geraldine Semeghini e la sua amica, ma l’unica che ebbe un incontro intimo fu la De Nicolò». Gli viene contestata una conversazione con una donna pugliese e lui chiarisce: «Graziana Capone è un avvocato che avevo conosciuto anni addietro e che ho avuto modo di rincontrare nello studio del mio amico avvocato Salvatore Castellaneta. In quest’ultima circostanza la stessa mi disse che voleva incontrare il presidente Berlusconi sapendo delle mie frequentazioni con lo stesso. Fu così che la invitai a venire con me a Milano dove la presentai al presidente. Io non ho retribuito la Capone Graziana limitandomi ad offrirle il biglietto aereo». «Barbara Guerra l’ho conosciuta a Milano presentatami da un mio amico Peter Faraone, mentre Ioana Visan detta Ana l’ho conosciuta tramite lo stesso Peter o Massimo Verdoscia. Sapevo che Barbara Guerra era una donna dello spettacolo mentre sapevo che Ioana era una escort. L’8 ottobre 2008 ricordo di aver invitato le stesse a Roma unitamente a Vanessa Di Meglio, limitandomi per quest’ultima a pagare il biglietto aereo ed il soggiorno in hotel, quanto alle altre due, che venivano da Milano corrispondendo alle stesse anche una somma di denaro per l’eventualità che potessero avere un rapporto sessuale con il presidente Berlusconi. Ricordo che sia Ioana Visan che Barbara Guerra si fermarono a casa del presidente. Per il 9 ottobre devo escludere di aver corrisposto altre somme di denaro alla Guerra ed alla Visan mentre confermo di non aver corrisposto alcunché a Carolina Marconi». «Quanto all’incontro a casa del presidente Berlusconi del 16 ottobre 2008 non ho corrisposto alcunché a Ioana Visan, Barbara Guerra e a Milena, sua amica, e a Clarissa Campironi, mia amica, limitandomi a sostenere le spese di viaggio e soggiorno poiché le tre venivano da Milano». Il verbale di Tarantini conferma quanto era già stato rivelato da Patrizia D’Addario: «L’ho conosciuta come Alessia in quanto così presentatami da Massimiliano Verdoscia, mio amico nonché collaboratore, poiché io stavo cercando una ragazza da portare ad una cena a casa di Berlusconi. Alla D’Addario rappresentai la possibilità di partecipare ad una cena a casa del presidente Berlusconi riconoscendole il pagamento delle spese di viaggio e di soggiorno a Roma e un forfait di 1.000 euro. Devo precisare che Verdoscia mi aveva parlato della D’Addario come di una donna immagine che all’occorrenza avrebbe potuto anche effettuare prestazioni sessuali. La D’Addario accettò la mia offerta, ma non ricordo se io o Verdoscia acquistammo il biglietto aereo».

Patrizia a Roma
Il racconto coincide anche nella ricostruzione degli spostamenti. Poi si arriva all’incontro: «Dopo aver prelevato Clarissa Campironi che ospitavo nell’Hotel De Russie mi recai unitamente al mio autista Dino Mastromarco a prendere la D’Addario. Credo che Iona Visan, Barbara Guerra e la sua amica Milena abbiano raggiunto palazzo Grazioli con mezzi loro. Né la Campironi né la D’Addario si fermarono a palazzo Grazioli… Confermo che il 4 novembre 2008 mi recai a palazzo Grazioli unitamente a Patrizia D’Addario, Barbara Montereale e Lucia Rossini. Ricordo di aver retribuito Patrizia D’Addario con l’importo di 1.000 euro sapendo che la stessa all’occorrenza si prostituiva ed in tale prospettiva diedi anche a Barbara Montereale, presentatami dalla D’Addario, l’importo di 1.000 euro esclusivamente perché svolgesse il ruolo di donna immagine, nulla diedi a Lucia Rossini, mia amica... La D’Addario mi fu possibile retribuirla solo in seguito poiché quella notte credo si era fermata a casa del presidente. Ricordo in particolare che quella sera dopo la cena io mi allontanai unitamente a Barbara Montereale ed a Lucia Rossini per tornare nei rispettivi alberghi, mentre Patrizia D’Addario rimase a casa del presidente in quanto mi disse di volergli parlare di una sua questione privata. Solo il giorno dopo seppi dalla stessa D’Addario che avesse passato la notte a palazzo Grazioli».

Le amiche
Tarantini afferma che in alcune occasioni le ragazze hanno partecipato gratuitamente agli eventi. «Il 21 ottobre 2008 ricordo di essermi recato a palazzo Grazioli insieme a Mary De Brito, Stella Schan e Donatella Marazza, tre mie amiche conosciute per il tramite di un’altra mia amica. Si trattò di una semplice cena ed io non ho retribuito alcuna delle tre... Non ho retribuito in alcun modo tali Maria Esther Garcia Polanco detta Maristel e Michaela Pribisova con le quali ho viaggiato da Roma a Milano con il presidente Berlusconi il 26 novembre 2008... Quanto alla mia frequentazione nel centro Messegué del 28 novembre, posso dire che sono andato con la sola Maristel senza averla retribuita in alcun modo ». Gli viene chiesto di una cena del 2 dicembre e lui dichiara: «Non ho retribuito in modo alcuno Luciana Francioli, Manuela Arcuri, Francesca Lana, Stella Maria Novarino per l’eventualità che avessero una prestazione sessuale con terzi, ed escludo che le stesse fossero dedite ad una attività di prostituzione». Non va così per il 10 dicembre, a palazzo Grazioli: «Ricordo di aver pagato tali Karen e Niang Kardiatou detta Hawa 1.000 euro ciascuna prospettando loro l’eventualità di una prestazione sessuale con il presidente Berlusconi. Nessuna delle due, peraltro, si fermò. Quanto alla festa del Milan del 15 dicembre del 2008 ricordo di aver pagato Karen ma esclusivamente perché facesse atto di presenza».

I volti della tv
L’imprenditore pugliese ammette che il 17 dicembre 2008 «portai a palazzo Grazioli Linda Santaguida e Camilla Cordeiro Charao, pagando la sola Camilla Cordeiro Charao che si fermò dal presidente». La prima è stata riserva all’ Isola dei Famosi , l’altra è stata la valletta del programma Scorie su Raidue. Poi Tarantini parla di altri eventi: «Il 23 dicembre portai Carolina Marconi e Graziana Capone a casa del presidente limitandomi a pagare le spese di viaggio e di soggiorno alla sola Graziana e nessuna delle due rimase. Il 6 gennaio 2009 andai a Villa Certosa in Sardegna insieme a Barbara Montereale e Chiara Guicciardi e Clarissa Campironi ma non pagai nessuna delle tre. Il 14 gennaio ricordo di essere andato a casa del presidente Berlusconi insieme a Guicciardi Chiara e Letizia Filippi, ma non pagai alcunché. Al di là di quanto riferito non ho in alcun modo retribuito le ragazze indicate o altre né ho in alcun modo favorito l’esercizio della prostituzione delle stesse in favore di persone diverse da quelle indicate. Quando accompagnavo le ragazze a palazzo Grazioli le facevo sedere sui sedili posteriori in quanto i finestrini posteriori della mia autovettura erano oscurati avendoli fatti sostituire nel settembre del 2008 se non ricordo male. Tale accorgimento era volto ad evitare che i giornalisti o altre persone potessero guardare nell’auto… Quando mi approssimavo a palazzo Grazioli avvertivo un responsabile della sicurezza del mio arrivo e quindi una volta giunto al portone la prima guardia avvisava altri del nostro arrivo. Entrati nel cortile venivamo accompagnati ai piani superiori dove venivamo ricevuti».

Guido Bertolaso
Alla fine del suo interrogatorio Tarantini parla della natura del suo legame con il premier e dichiara: «Io ho voluto conoscere il presidente Berlusconi ed a tal fine mi sono sottoposto a spese notevoli per entrare in confidenza con lui e sapendo del suo interesse verso il genere femminile non ho fatto altro che accompagnare da lui ragazze che presentavo come mie amiche tacendogli che a volte le retribuivo. Gli ho solo chiesto di presentarmi il responsabile della Protezione Civile, il dottor Guido Bertolaso, in quanto volevo che Enrico Intini mio amico con il quale avevo stipulato un contratto di collaborazione, potesse esporre allo stesso Bertolaso le competenze del suo gruppo industriale nella prospettiva di poter lavorare con la Protezione Civile. Una sera il presidente Berlusconi mi presentò Guido Bertolaso con il quale in seguito mi sono incontrato unitamente ad Enrico Intini. Bertolaso ci inviò a Finmeccanica ma poi, dopo i primi incontri con tale dottor Lunanuova, non è successo più nulla. Voglio infine precisare che il ricorso alle prostitute ed alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della Pubblica amministrazione perché ho pensato in questi anni che le ragazze e la cocaina fossero una chiave di accesso per il successo nella società».


Angela Balenzano, Fiorenza Sarzanini
09 settembre 2009


Stephen Farrell era stato sequestrato dai Taliban vicino Kunduz
Nell'intervento delle forze speciali anche vittime civili e un soldato britannico
Afghanistan, liberato reporter del Nyt
nel raid ucciso l'interprete afgano




KABUL - E' stato liberato nella notte con un raid delle forze speciali anglo-americane il giornalista britannico Stephen Farrell, sequestrato quattro giorni fa vicino Kunduz insieme al suo interprete afgano. Quest'ultimo, Sultan Munadi, è rimasto ucciso nel raid che ha coinvolto anche la popolazione civile del villaggio. Almeno una donna è rimasta vittima dello scontro a fuoco.

Le truppe speciali sono intervenute poco prima dell'alba e sono ripartite insieme a Farrell, ma senza il suo interprete. Il corpo di Munadi è stato trovato più tardi fuori la casa del villaggio dove i sequestratori si erano rifugiati. La cognata di uno degli abitanti sarebbe rimasta uccisa nel raid. Ma un giornalista afgano che ha parlato con gli abitanti del villaggio, citato dal Nyt, dice che "donne e bambini" sono rimasti vittime del raid. Tra le vittime c'è anche un militare britannico.

Il racconto. In una breve telefonata, Farrell ha confermato a Susan Chira, collega del quotidiano the Times: "Sono fuori, Sono libero". Chira ha spiegato che Farrell ha precisato di essere stato liberato durante un'incursione compiuta da "un rilevante numero di soldati", che ha ingaggiato un violento combattimento con i suoi rapitori. Il giornalista ha detto inoltre di avere già avvertito la moglie.

In una seconda telefonata all'ufficio di corrispondenza del New York Times a Kabul, Farrell ha poi rivelato alcune delle circostanze che hanno portato alla sua liberazione, rivelando cosa è accaduto quando i due ostaggi hanno sentito il rumore assordante di alcuni elicotteri. "Eravamo in una stanza, i taliban correvano ovunque, era evidentemente un raid", ha spiegato, secondo quanto si legge sul quotidiano statunitense.
"Abbiamo pensato che ci avrebbero ucciso e che saremmo dovuti scappare".

Ad un certo punto, ha raccontato ancora Farrell, il collega afgano è uscito dalla stanza, urlando "Giornalisti! Giornalisti!": "ma è finito in mezzo a una raffica di proiettili, mentre io ho trovato riparo in un fosso". Farrell non ha però saputo precisare se i proiettili che hanno ucciso il suo interprete afgano sono partiti dalle armi alleate o dei talebani.

Dopo un minuto o due, Farrell ha detto di avere sentito delle voci britanniche che lo invitavano a venire allo scoperto. E dopo averlo fatto, ha scoperto il cadavere del suo collaboratore afgano.

Sultan Mohammad Munadi "è stato lasciato nella stessa posizione in cui è caduto", ha aggiunto Farrell, precisando di non sapere di più. "E' tutto quello che so. L'ho visto morire davanti ai miei occhi. Non si muoveva. Era morto. Era così vicino, giusto due passi davanti a me quando è stato colpito", ha ricordato il giornalista.

Il silenzio stampa. Come aveva fatto l'anno scorso per il rapimento del reporter premio Pulitzer David Rohde, il New York Times era riuscito a imporre un pressoché totale silenzio stampa sul sequestro. La scelta è stata spiegata dal direttore del giornale, Bill Keller, che ha difeso la cortina di silenzio concordata con gli altri media internazionali sul sequestro. "Avevamo paura che l'attenzione dei media alzasse la temperatura e aumentasse i rischi per i rapiti", ha detto Keller: "Siamo felici che Steve sia libero, ma profondamente rattristati che la sua libertà sia avvenuta a un tale costo. Stiamo facendo il possibile per ricostruire quanto è successo. I nostri pensieri sono con la famiglia di Sultan".

Farrell (a sinistra) con il suo interprete Sultan Munadi (a destra) durante un reportage

David Rohde era riuscito a evadere dai suoi rapitori dopo sette mesi di prigionia. Farrell, al New York Times dal 2007, era stato già rapito una volta nel 2004 a Fallujah in Iraq, quando lavorava per il Times di Londra. Il giornalista è di nazionalità britannica, ma ha anche il passaporto irlandese.

(9 settembre 2009) Tutti gli articoli di esteri


Attentato a Kabul, tre fuoristrada all'attacco. Morti almeno tre civili
In alcuni seggi affluenza del 100%. Già 200mila voti annullati
Kabul, "Karzai ha la maggioranza"
Sospetti brogli, riconteggio dei voti




KABUL - Hamid Karzai si sarebbe aggiudicato la maggioranza assoluta nelle elezioni politiche del 20 agosto scorso. Secondo i conteggi resi noti dalla Commissione elettorale in base al 91% delle sezioni scrutinate, il presidente uscente si è affermato con il 54% delle preferenze sul rivale Abdullah Abdullah, che si ferma al 28%. Ma sulle elezioni presidenziali del 20 agosto scorso si conferma l'ombra dei brogli. Il quotidiano britannico Guardian scrive che la Commissione elettorale ha ordinato un parziale riconteggio dei voti. In alcuni seggi si è registrata un'affluenza alle urne del 100 per cento o un singolo candidato ha ottenuto più del 95 per cento dei consensi. Già 200mila voti erano stati annullati perché in alcune aree l'affluenza alle urne era stata più alta del numero delle schede inviate ai seggi.

Attentato a Kabul. Un gruppo di terroristi suicidi è entrato in azione oggi davanti all'aeroporto di Kabul. Nell'attentato sono rimasti feriti anche tre soldati statunitensi e un belga delle forze Nato. I kamikaze hanno fatto esplodere la sua bomba "davanti all'ingresso principale della base militare dello scalo", ha detto il colonnello della Nato Koziel Bart.

Sulla zona si è alzata una densa colonna di fumo. Stando al racconto di testimoni oculari, gli attentatori sarebbero stati almeno tre, alla guida di altrettanti fuoristrada: a esplodere sarebbe stato il terzo veicolo, appena giunto a ridosso delle barriere di protezione in cemento. L'attentato fa seguito a quello del 17 agosto scorso contro il quartier generale della Nato nel cuore di Kabul, pochi giorni prima delle elezioni presidenziali.
(8 settembre 2009) Tutti gli articoli di esteri


Il Gip: le foto del 2007 scattate fuori da Villa Certosa
E così l'avvocato del premier Ghedini perde il primo round
"Zappadu non ha violato
la proprietà del premier"

Scatti in parte pubblicati da Oggi, in cui è con un gruppo di ragazze



TEMPIO PAUSANIA - L'ordinanza che comincia a smontare l'offensiva giudiziaria del padrone di Villa Certosa, il premier Silvio Berlusconi, e del suo legale, Nicolò Ghedini, è stata depositata nella cancelleria del tribunale di Tempio Pausania l'11 agosto. La firma il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Cristiano. Venti righe con le quali si stabilisce che il fotoreporter Antonello Zappadu non ha violato i confini della "Certosa" quando, nel 2007, ha scattato le fotografie che ritraggono il presidente del consiglio - all'epoca era capo dell'opposizione - mentre si rilassa nel parco della sua residenza estiva con un gruppo di ragazze. Foto in parte pubblicate dal settimanale "Oggi" e in parte mai uscite perché già bloccate dal garante della privacy dopo un esposto dello stesso Berlusconi.
In principio è la denuncia-querela presentata il 5 luglio 2007 dall'avvocato Ghedini alla Procura di Milano, poi trasmessa, per competenza, alla Procura di Tempio. Ora il tribunale sardo si è espresso. Decidendo l'archiviazione del procedimento in relazione all'ipotesi di reato di violazione di domicilio (art.614). Quello su cui, di fatto, si incentrava la denuncia. Accogliendo la richiesta di archiviazione del pm Elisa Calligaris, il gip, sulla base delle indagini svolte dai carabinieri di Olbia, ha ritenuto che Zappadu non si è intromesso nel parco di Villa Certosa.

Si legge nell'ordinanza: "Gli investigatori hanno potuto accertare come le foto in sequestro siano state scattate in luogo diverso e estraneo dalla proprietà della persona offesa (Silvio Berlusconi)... " [...] oltretutto "Villa Certosa si estende per diversi ettari ed in parte non presenta alcuna recinzione... pertanto anche un parziale ingresso all'interno del perimetro della proprietà da parte dell'indagato (Zappadu) non escluderebbe la sua buona fede... ". Il contrario di quanto sostenuto da Berlusconi nella denuncia seguita al servizio pubblicato da "Oggi" e intitolato "L'harem di Silvio". Nell'esposto si parlava di scatti eseguiti "in perpetrazione del delitto di violazione di domicilio", poiché "come risulta evidente dall'analisi delle planimetrie del parco di Villa Certosa e delle fotografie aeree effettuate da diversi punti prospettici, non è materialmente possibile, in ragione della particolare conformazione dei luoghi, che le fotografie siano state effettuate senza entrare all'interno del parco stesso, varcando i confini delimitativi dell'area di proprietà privata". Confini che secondo il padrone di casa sono segnalati da "ben visibili e inequivocabili segni", ma che secondo il giudice in più punti non presentano alcuna recinzione.
Nella denuncia Berlusconi accusava Zappadu oltre che di violazione di domicilio anche di violazione della privacy.

Su questo secondo punto la partita è ancora aperta. Il giudice dovrà pronunciarsi dando un giudizio "di valore" sulle fotografie: lecite o meno, trattandosi di un personaggio pubblico ritratto in momenti privati? Del paniere di immagini che Zappadu ha venduto nel 2007 a "Oggi" - di cui il garante della privacy ha bloccato la diffusione - fanno parte anche altri scatti. Berlusconi è in compagnia delle sue ospiti. In una foto tiene in grembo due ragazze e intanto assiste divertito ad un bacio tra l'ex gieffina barese Angela Sozio e un'altra fanciulla. In un'altra sequenza c'è una scena goliardica, un finto matrimonio tra Silvio e una ragazza. Infine, un altro bacio saffico tra due ospiti della villa, ritratte da Zappadu mentre si fanno la doccia in giardino.

(9 settembre 2009)


La tragedia sul lavoro ad Artegna all'interno di uno stabilimento
Altri due feriti in altrettanti incidenti avvenuti in Emilia Romagna
Crolla un tetto nell'azienda
Morti due operai vicino a Udine

UDINE - Due operai sono morti in Friuli per il crollo di un tetto. E' successo stamattina ad Artegna, in provincia di Udine. Sul posto sono intervenuti i carabinieri per le indagini e gli accertamenti. L'incidente è avvenuto intorno alle 11 nello stabilimento della ditta Italsole, che produce mangimi per ruminanti, sulla statale Pontebbana. I due sarebbero precipitati per diversi metri mentre passavano su una passerella che unisce i tetti di due magazzini. Le vittime sarebbero il titolare della ditta esterna, un uomo di 80 anni, e un suo dipendente di 46 anni: il primo è morto sul colpo, il secondo durante il trasporto in ospedale. Sul luogo della tragedia è intervenuto un elicottero del 118.

Due feriti a Bologna - Due operai sono rimasti feriti in altri due, diversi incidenti sul lavoro avvenuti ieri pomeriggio nel bolognese. Il più grave a Imola, dove un uomo di 50 anni, Salvatore A., di Monghidoro, ha riportato lo schiacciamento del bacino dopo essere stato travolto da una fresatrice. L'operaio è ricoverato con prognosi riservata all'ospedale di Imola.
Sono meno preoccupanti, invece, le condizioni di Lorenzo N., 25 anni, di Loiano, rimasto ferito in uno stabilimento di Monterenzio. Il giovane ha riportato fratture alle gambe ed è ricoverato all'ospedale Maggiore di Bologna.

(9 settembre 2009)


all'abitato di Mirto ferito alla testa un operaio che transitava sulla Ionica
Da un magazzino vicino dicono di aver sentito i sibili di più colpi sfiorare le auto in coda
Cosenza, folle gioco al tiro a segno
In coma un automobilista


COSENZA - E' in coma un automobilista colpito alla testa da un colpo di fucile sparato dalla collinetta che costeggia la statale Ionica nel tratto più vicino al centro di Mirto, nel cosentino. Giuseppe Prantera, 32 anni, sarà operato, ma le sue condizioni sono disperate. Gli operai di un vicino magazzino di laterizi assicurano di aver sentito più volte il sibilo dei colpi sfiorare le auto ferme in coda. L'automobilista sarebbe stato vittima di un folle gioco al tiro a segno. Chi ha sparato è fuggito: lo cercano carabinieri e polizia. In caserma sono stati convocati i sei titolari che nella zona posseggono un'arma simile a quella che ha sparato. Saranno sottoposti allo stub, l'esame capace di rivelare se recentemente hanno sparato.

Tornava da un paese vicino Giuseppe Prantera: aveva accompagnato la sorella al lavoro e rientrava a Mirto per aiutare il padre nel bar di famiglia. Guidava la sua Opel Corsa bianca, il finestrino abbassato. Era fermo in coda nel tratto in cui l'Anas sta riasfaltando la strada e costringe il traffico a senso unico alternato. Qualche macchina dietro, era ferma anche una gazzella dei carabinieri. Un sibilo e l'automobilista si è accasciato sul volante. Al verde l'auto non è ripartita e i carabinieri sono scesi dalla macchina per capire cos'era successo.

Il proiettile aveva colpito l'operaio alla testa: era chiaro che il colpo era stato sparato dalla collinetta che costeggia la strada. "Abbiamo ordinato agli altri automobilisti di scendere e proteggersi dietro le loro macchine", racconta il sottufficiale dei carabinieri. "Temevamo che sparasse ancora. Poi sono arrivati i colleghi e le ambulanze".

Alcuni operai di un vicino magazzino di materiali edili giurano di aver sentito più volte il sibilo di proiettili sfiorare le auto in coda. "Stamane presto - spiegano - i colpi erano chiaramente di fucili da caccia. Poi il rumore è cambiato, erano come fischi nell'aria. Potevano essere di un fucile di precisione".

Un elicottero si è alzato in volo per perlustrare dall'alto la collinetta da dove è partito il colpo mentre l'intera zona è stata cintata. Alla caccia all'uomo partecipano carabinieri e poliziotti. Sei residenti nella zona, possessori di un'arma simile a quella che ha sparato, saranno sottoposti ad esami della scientifica per accertare se hanno sparato nelle ultime ore.

(9 settembre 2009)
 
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