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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 25/8/2009, 12:21 by: Lucky (Due di Picche)




esplosione in un villaggio a 20 km dalla capitale: le vittime sono poliziotti
Attentato kamikaze in Cecenia: 4 morti
L'attacco all'indomani della visita a sorpresa di Vladimir Putin, che ha incontrato il presidente Kadyrov a Grozny



GROZNY - Attentato suicida in Cecenia: quattro poliziotti sono stati uccisi e un altro è ferito, come riferisce l'agenzia Ria Novosti. L'attacco è avvenuto nella notte nel villaggio di Mesker-Yurt (a 20 km da Grozny, nel distretto di Shali - mappa), all'indomani della visita a sorpresa di Vladimir Putin. «Un attentatore suicida si è avvicinato a cinque ufficiali di polizia mentre aspettavano che venisse lavato il loro veicolo a un lavaggio auto e ha attivato un congegno artigianale, nascosto sotto gli abiti - ha detto alla Ria Novosti una fonte delle forze di sicurezza -. Quattro ufficiali sono rimasti uccisi sul colpo».

LA VISITA DI PUTIN - Il premier russo ha incontrato il presidente Ramzan Kadyrov per discutere della situazione socio-economica, dell'occupazione e di alcuni progetti di investimento. Durante la sua visita, il premier ha reso omaggio alla tomba del padre di Kadyrov, Akhmad, il presidente ucciso a maggio del 2004 in un attentato dinamitardo allo stadio di Grozny e che lunedì avrebbe compiuto 58 anni.

KAMIKAZE IN BICICLETTA - A Grozny c'è stato un tragico precedente dell'attentato odierno: venerdì scorso altri quattro poliziotti e una passante sono stati uccisi in due attacchi messi a segno da kamikaze in bicicletta, modalità finora inedita da parte della guerriglia cecena. Il primo attentatore si è fatto esplodere davanti a due poliziotti, nel centro della capitale. Mezz'ora dopo, un altro ribelle suicida ha compiuto un attentato analogo, uccidendo altri due agenti.

ATTACCO IN INGUSCEZIA - Dopo la fine delle operazioni militari russe nella regione, il governo presieduto da Kadyrov ha dovuto affrontare una recrudescenza terroristica che sta colpendo anche la vicina Inguscezia, dove venerdì un agente è stato ucciso: i killer hanno aperto il fuoco contro l'auto su cui viaggiava. Lunedì un poliziotto è stato ucciso e altri quattro feriti in uno scontro a fuoco con i ribelli nella zona dell villaggio Duba-Yurt.

CONDANNATO INDIPENDENTISTA - Intanto la sedicente Corte suprema della Sharia dell'Emirato del Caucaso ha condannato a morte un esponente storico degli indipendentisti ceceni, Akhmed Zakaiev, residente a Londra e autoproclamatosi primo ministro del governo separatista in esilio. È scritto su due siti considerati vicini ai ribelli, Kavkazcenter.com e Islamdin.ru. «Zakaiev ha abbandonato l'Islam riconoscendo legittimo il governo di Ramzan Kadyrov» si legge. Il documento allude alla decisione di Zakaiev di partecipare a negoziati con rappresentanti del presidente filorusso, prima a Oslo e poi a Londra. Allora era stato deciso di convocare un congresso mondiale ceceno per instaurare una pace durevole. «La Corte ha dichiarato che l'uccisione di questo apostata è un dovere di ogni musulmano se non si pente pubblicamente» prosegue il testo. Zakaiev è ricercato come terrorista da Mosca, ma Grozny chiede per lui un'amnistia.




25 agosto 2009



DOPO le polemiche per la denuncia a piede libero del pregiudicato
Il gip dispone la custodia in carcere
per l'aggressore dei due ragazzi gay

Accolta la richiesta della Procura nei confronti del pregiudicato, conosciuto come «Svastichella»


Il gip del tribunale di Roma La Viola ha firmato la richiesta di custodia cautelare in carcere per l'uomo di 40 anni, un pregiudicato soprannominato «Svastichella», che nella notte tra venerdì e sabato aggredì due giovani gay nel quartiere Eur, a Roma. Era la richiesta che il procuratore di Roma Giovanni Ferrara e il pm Pietro Pollidori avevano presentata al Gip. Il pregiudicato romano era stato denunciato dalla polizia con l'accusa di tentato omicidio dopo aver accoltellato uno dei due giovani e ferito, rompendogli una bottiglia sulla testa, il suo compagno. Il mancato fermo aveva provocato polemiche.

L'AVVOCATO DELLA VITTIMA - «Finalmente è stato emesso questo provvedimento cautelare che costituisce anche una chiara e precisa risposta da parte della magistratura rispetto a reati di una inaudita gravità». Ad affermarlo è l'avvocato Daniele Stoppello, che rappresenta uno dei ragazzi omosessuali aggrediti commentando la decisione del gip di emettere una misura cautelare nei confronti del presunto responsabile dell'aggressore. «Ho informato il mio assistito e la sua famiglia di questa decisione del gip - ha continuato il penalista - e c'è stato un momento di grande esaltazione. Per loro è importante sapere che il responsabile di quel gesto sia stato arrestato. Ora sono più tranquilli e sereni. L'estrema gravità dei fatti non poteva che giustificare l'arresto del responsabile di questo gravissimo gesto

SODDISFAZIONE DELL'ARCIGAY - «Finalmente una buona notizia che attendevamo da ore. Siamo soddisfatti che sia stata accolta la nostra istanza». Così il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo ha commentato, in una nota, la notizia della decisione del gip del tribunale di Roma di firmare la richiesta di custodia cautelare per l'aggressore dei due ragazzi gay all'Eur.


25 agosto 2009




a luglio gary reinbach, 22 anni, è morto di cirrosi epatica
Gb, negato trapianto a giovane di 19 anni Il padre si rivolge al tribunale
Il ragazzo avrebbe bisogno di un fegato, ma il sistema sanitario rifiuta l'operazione a chi ha problemi di alcol

LONDRA- L'ultima speranza sono gli avvocati. Perché due settimane sono poche. Pochissime se si tratta di salvare la vita del proprio figlio. Succede in Inghilterra, dove a un ragazzo di 19 anni, ricoverato dopo aver bevuto 30 lattine di birra in un fine settimana, è stato negato un trapianto di fegato perché non ha dimostrato di poter stare sobrio per almeno sei mesi consecutivi. Per i medici potrebbe morire entro 15 giorni. E il padre Brian ha deciso di intraprendere una battaglia legale. «Bisogna fare un'eccezione, perché queste regole vanno bene per gli adulti, e non per i più giovani che hanno ancora tutta la vita davanti», ha spiegato.

LE REGOLE- Le regole dei trapianti alla ribalta. E questo è un nuovo caso dopo quello di Gary Reinbach, 22 anni, morto il 20 luglio perché gli è stata negata l'operazione. Teenager e alcol. Un problema enorme. Considerata «una piaga sociale». Soprattutto in un paese dove da una parte i donatori di fegato scarseggiano, dall'altra le richieste sono in continuo aumento. Per questo le linee guida sono chiare: a chi non dimostra di essere stato sobrio per almeno se mesi, nessun trapianto.

IL CASO- E la vicenda di Garreth, riaccende, ancora una volta, il dibattito. Il ragazzo è stato ricoverato all'inizio del mese all'ospedale di Ulster in Irlanda dopo aver passato un fine settimana con gli amici. Un due giorni di maratona alcolica, durante la quale il ragazzo ha bevuto 30 lattine di birra. Il fegato non ha retto. E i medici si sono rifiutati di metterlo in lista d'attesa per il trapianto. Venerdì Garreth è stato trasferito al King's College Hospital di Londra, dove i dottori pensano potrebbe morire in due settimane. Esami clinici e biopsie, per cercare di stabilizzarlo. E un team legale che ha già preso in mano la pratica. Il padre vorrebbe cambiare le linee guida per poter salvare il figlio. E il tribunale è l'ultima speranza.



25 agosto 2009


iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo
Locri, 4 medici indagati
per la bimba morta in ospedale

Si tratta di un atto dovuto per consentire agli indagati di nominare propri periti in vista dell'autopsia


LOCRI (REGGIO CALABRIA) - Quattro medici, tre dell'ospedale di Locri ed uno esterno, sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di Sara Varti, la bambina di cinque anni deceduta lunedì nell'ospedale di Locri. Il pm della Procura di Locri che coordina l'inchiesta, Rosanna Sgueglia, ha anche disposto l'autopsia che sarà eseguita mercoledì mattina dal medico legale Aldo Barbaro. L'iscrizione dei medici nel registro degli indagati, secondo quanto si è appreso in Procura, al momento è un atto dovuto per consentire agli indagati di nominare propri periti in vista dell'autopsia.

LA VICENDA - Il magistrato, stamani, ha anche sentito informalmente i nonni della bambina che avevano in affidamento la piccola dopo che i genitori erano dovuti rientrare a Vecchiano (Pisa) dove vivono e lavorano. La bambina è morta lunedì pomeriggio nel reparto di rianimazione dove era stata ricoverata in mattinata dopo che la sera precedente era stata visitata dai medici dell'ospedale e rimandata a casa con il suggerimento di una terapia sintomatica. Durante la notte, secondo i primi accertamenti compiuti dall'Azienda sanitaria che ha istituito un'apposita commissione di verifica, la piccola non ha avuto particolari problemi ma le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate nella tarda mattinata di lunedì.


25 agosto 2009



LA POLEMICA
Berlusconi e Frecce tricolori in Libia
Divisi i giornali del centrodestra
Feltri: «Realpolitik». Belpietro: «Silvio non andare»



MILANO - È scontro tra i due maggiori quotidiani vicini alle posizioni del centrodestra sulla prossima missione in Libia del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e delle Frecce tricolori. Così se il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, dice sì per ragioni di real politik, un no netto viene dal direttore di Libero, Maurizio Belpietro, che afferma: «Caro Cavaliere, non salga sul cammello».

LA DIATRIBA - Feltri non ha dubbi: «Chiunque capisce che la collaborazione con il Colonnello, piaccia o no, è indispensabile; quindi non ci è consentito assumere atteggiamenti ostili verso di lui che possano compromettere il "contatto"». Per Belpietro, soprattutto dopo l'accoglienza trionfale a Tripoli del terrorista di Lockerbie, «non si tratta di fare i puri di spirito, semmai è ora di non essere troppo cinici. C'è un problema di coerenza, o, meglio ancora, un problema morale. Se Berlusconi vuole salvare capra e cavoli, ovvero la lotta al terrorismo e le ragioni politiche, inventi qualcosa, trovi una via d'uscita. L'importante e che insieme alla capra e ai cavoli salvi anche la faccia».


25 agosto 2009



Dodici le segnalazioni nell’ultimo anno al centro del Fatebenefratelli
«Giochi erotici in cambio dell’iPod» Allarme sesso a pagamento in classe
Segnalazioni di microprostituzione a scuola dopo la denuncia dell’assessore Landi
«I vostri figli fanno sesso online»: il Comune scrive alle famiglie


MILANO - Giorgia di prima C (e parliamo di medie) ha pubblicato la sua foto su Messenger. È seminuda, una mano sposta la canottiera. Il seno è ancora acerbo, ma il sorriso è da attrice consumata. Puro esibizionismo, lei non chiede nulla in cambio di una sbirciatina «virtuale ». Viviana, invece, in cambio di un iPod, offre un pacchetto di prestazioni orali nel bagno del liceo, a orari concordati. Un singolo incontro, in un istituto a nordovest di Milano, costa cinque euro. I ragazzi si scambiano filmati pornografici con il cellulare. E, insieme a questi, i book delle compagne, cosa fa Rosa e per quanto lo fa. Una sorta di database consultabile online. Certo, i nomi sono di fantasia, ma l’allarme «sesso malato» a scuola, lanciato dall’assessore Giampaolo Landi di Chiavenna, «è vero e serio». «E questa è solo la punta dell’iceberg».

Il centro e la periferia, la Milano bene e quella dei palazzoni degradati, i bambini e gli adolescenti, è un tarlo trasversale e poco rintracciabile questa sessuomania dai risvolti hard che colpisce i ragazzi milanesi. «E non è giusto far finta di niente, pensare 'non succederà a mio figlio', dimenticare la cosa come se riguardasse sempre e solo gli altri», spiega Luca Bernardo, primario della struttura di Pediatria e dell’area adolescenza al Fatebenefratelli. «Sono i numeri a dimostrarlo». Dodici segnalazioni nell’ultimo anno, arrivate al centro diretto da Bernardo, l’unico in Italia (almeno in una struttura pubblica) che si occupa di tutti i problemi dell’adolescenza. Una al mese, non è poco. Otto ragazzi che per questioni di bullismo sono arrivati a raccontare a medici e psicologi le loro vicende personali e quelle dei compagni, a rivelare un giro di microprostituzione. Con loro, anche quattro ragazzine tra i 14 e i 17 anni. «I rapporti avvengono nelle scuole o nei locali — racconta l’esperto — anche tra gruppi. E mai durante l’intervallo, ma ad orari stabiliti prima, durante la fase preliminare ». Quella in cui ci si mette d’accordo.

La materia di scambio: iPhone, iPod, schede per la ricarica del cellulare, vestiti e scarpe griffate. «Le ragazze si comportano come l’ape regina che attira a sé il maschio — continua Bernardo —, sono calme e disinibite. Di solito hanno qualche anno in meno rispetto ai partner. I maschi le scelgono consultando il book virtuale». Un fenomeno sotterraneo, difficile da far emergere. «Sono nicchie, zone oscure — commenta Michela Francisetti, preside all’istituto comprensivo Pertini — ma non è questo il punto. Il problema è quello che sta dietro, il disagio di una società che fa fatica a indicare un percorso educativo, l’immagine imprecisa che le giovani hanno di sé e che i coetanei hanno di loro». Un appello a parlare, a raccontare e raccontarsi. Anche a questo punta la campagna del Comune che invierà nei prossimi giorni materiale informativo alle famiglie milanesi. L'Osservatorio sui diritti dei minori apprezza questo progetto di sensibilizzazione e sollecita la polizia a intensificare il monitoraggio della rete: «Alcune videochat di libero accesso e non vietate ai minori, consentono conversazioni con giovanissimi che si esibiscono in atteggiamenti sessualmente espliciti».


25 agosto 2009
 
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