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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 24/8/2009, 12:53 by: Lucky (Due di Picche)




Il segretario generale della Cisl
Bonanni: contratti, «Zero tasse sulla contrattazione di secondo livello»
«La Cgil si sta avvicinando a noi, ma le saremmo grati però se lo facesse con più velocità»


RIMINI - Zero tasse sulla contrattazione di secondo livello (territoriale e aziendale). È la sfida che il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, lancia al governo. Rispondendo al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che sul Corriere della Sera dice che senza salari differenziati dai nuovi contratti sono a rischio gli sgravi alle retribuzioni, Bonanni dice che «è giusto adattare meglio la detassazione alla contrattazione territoriale e aziendale. Ma a Sacconi, e anche a Bossi che pongono il problema di come esaltare meglio la contrattazione territoriale e aziendale, chiedo perché non tagliano del tutto le tasse con tasse zero sulla contrattazione di secondo livello. In questo modo Bossi sarà contento. Per andare verso quello che dice Sacconi bisogna ridurre ancora di più le tasse eliminandole sul salario territoriale e aziendale».

CGIL - Sulla riforma del modello contrattuale, «la Cgil si sta avvicinando piano piano e in silenzio sulle nostre posizioni», ha detto Bonanni. «Saremmo grati alla Cgil se lo facessero con più velocità». Quanto ai tavoli per il rinnovo dei contratti di settore, Bonanni è convinto che la Cgil «seguirà la Cisl al tavolo per gli alimentaristi». Mentre per i metalmeccanici «mi sembra - dice - che la cosa non vada. Ma abbiamo ancora speranza e non vogliamo perderla».


24 agosto 2009



Krieger, la pesista divenuta uomO: «Arbeit mi diede gli ormoni»
Semenya: il suo livello di testosterone
è il triplo di quello medio femminile

Il capo allenatore sudafricano, Ekkart Arbeit, è un noto ex Ddr implicato in casi di doping ormonale


LONDRA - Il livello di testosterone (ormone tipico degli uomini adulti) riscontrato nelle prime analisi sui campioni biologici di Caster Semenya sarebbe di tre volte maggiore di quello medio delle donne. Lo riporta il quotidiano britannico Telegraph, citando fonti vicine alle indagini che la Federazione internazionale dell'atletica leggera ha avviato dopo le insistenti voci sorte dopo la medaglia d'oro vinta dall'atleta sudafricana ai mondiali di Berlino negli 800 metri. Cioè che Caster Semenya non è una donna, ma un uomo o almeno un ermafrodito.

ARBEIT - Il capo allenatore della squadra sudafricana di atletica leggera è il tedesco Ekkart Arbeit, ex Ddr già accusato di essere implicato nel doping di Stato della Germania Est negli anni Ottanta. Arbeit è stato citato dal principale imputato nell'indagine parlamentare tedesca sul doping, il professor Werner Franke. Inoltre Heidi Krieger, campionessa europea di lancio del peso nel 1986 divenuta poi uomo nel 1997 con un'operazione di cambio di sesso, ha dichiarato che fu proprio Arbeit a darle dosi tali di ormoni maschili da farle «uccidere» la sua femminilità e trasformarla in uomo. Arbeit si è sempre difeso affermando che, dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e la dissoluzione della Ddr, non è stato più coinvolto in casi di doping. Nel 2003 il capo della federazione atletica britannica David Moorcroft dichiarò alla Bbc che non avrebbe mai accettato di farsi allenare da Arbeit come la campionessa olimpica di Sydney 2000 Denise Lewis, che intendeva difendere il proprio titolo ad Atene 2004. La decisione venne criticata anche dal fuoriclasse americano Michael Johnson, campione olimpico e detentore dei record del mondo dei 200 metri (prima di Usain Bolt) e dei 400. Ekkart, come citato dal sito della Federatletica italiana (Fidal), ha allenato anche Alessandro Andrei, campione olimpico nel 1984 del lancio del peso e detentore del record mondiale con 22,91 m.





Era in corso un attività di controllo congiunta con soldati locali
Afghanistan: attentato contro pattuglia italiana, nessun ferito
Al passaggio di un mezzo blindato Lince vicino a Farah. Uccisi due soldati estoni e un giornalista afghano


HERAT - Nuovo attentato contro i militari italiani in Afghanistan. Intorno a mezzanotte (ora locale) un ordigno è esploso al passaggio di un mezzo blindato di pattuglia vicino a Farah. Nessun ferito tra i quatto soldati a bordo, solo danni al mezzo blindato. L'attentato, secondo quanto si è appreso al Comando militare italiano di Herat, è avvenuto mentre era in corso un'attività di controllo del territorio congiunta tra soldati afgani e italiani: parà del 187º reggimento Folgore e bersaglieri del primo reggimento. «È presto per dire se si sia trattato di una mina o di un ordigno innescato con un telecomando», ha affermato il portavoce a Herat del contingente italiano, maggiore Marco Amoriello.

UCCISI DUE SOLDATI ESTONI - Due soldati estoni 26enni sono stati uccisi nella provincia di Helmand, nel sud dell'Afghanistan. La loro pattuglia è stata attaccata da un gruppo di talebani mentre stava bonificando dalle mine una strada di Nad-i-Ali. Sono in totale sei i soldati dell'Estoni morti in Afghanistan dal 2003. Un soldato statunitense è morto domenica nel sud dell’Afghanistan, riferisce un comunicato dell’esercito Usa, senza fornire ulteriori dettagli sull’episodio.

GIORNALISTA AFGHANO UCCISO IN PAKISTAN - Janullah Hashim, giornalista di una tv afghana, è stato ucciso in un agguato su un autobus nel distretto di Khybar, nelle aree tribali del Pakistan nordoccidentale. Durante l'attacco è stato ferito anche un collega del reporter. Il pullman era diretto dalla città di Torkham, nei pressi del confine con l'Afghanistan, a Peshawar, quando alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco da un'auto che ha affiancato il mezzo sul quale si trovavano i due giornalisti. Hashim era molto critico con i talebanio che in quest'area ha le sue roccaforti. Nessun gruppo ha per il momento rivendicato l'omicidio.





Secondo il quotidiano britannico Telegraph
Afghanistan: 72% dei voti per Karzai
Il suo principale rivale, il tagiko Abdullah, si sarebbe fermato al 23%


LONDRA - Il presidente afgano Hamid Karzai sarebbe stato rieletto con il 72%, mentre il suo principale rivale, il tagiko Abdullah Abdullah, avrebbe ottenuto il 23% dei voti. Lo anticipa il quotidiano britannico Telegraph, citando i dati raccolti dagli osservatori internazionali nei seggi elettorali. La commissione elettorale afghana ha però annunciato che i primi risultati provvisori sono attesi per giovedì prossimo.

BROGLI - Domenica Abdullah ha denunciato «brogli massicci» a favore di Karzai, fra cui dati sull’affluenza che sarebbero stati gonfiati nel sud: 40-45% invece del 10% reale. «Ci sono irregolarità, frodi e tentativi di brogli massicci», ha detto l’ex ministro degli Esteri afghano, basandosi in particolare sui rapporti dei suoi osservatori all’interno dei seggi elettorali. «Sono molto preoccupato per le frodi importanti che sono in corso e spero che questo non si rifletterà sul risultato finale», aveva riferito. Secondo Abdullah, le frodi sono state organizzate da Karzai grazie al suo apparato statale e i suoi rappresentanti governativi. Secondo un’analista citato del Telegraph, il netto successo di Karzai sarebbeo dovuto alla valanga di voti sul suo nome ottenuto nel nord-ovest dall’Afghanistan, grazie all’accordo raggiunto con il signore della guerra, il generale uzbeko Abdul Rashid Dostum. La Commissione per i reclami elettorali ha ricevuto finora 225 denunce: di cui 35 sono state definite ad «alta priorità».





no della cgil: «ci sarebbe una discriminazione»
Salari, Cisl e Uil aprono a Sacconi
«Ma zero tasse su secondo livello»
Bonanni: «Applicheremo l'accordo con il governo. Ma l'esecutivo deve aumentare gli incentivi»


RIMINI - Cisl e Uil raccolgono la sfida. E rilanciano. Rispondendo al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che sul Corriere della Sera dice che senza salari differenziati dai nuovi contratti sono a rischio gli sgravi alle retribuzioni, Luigi Angeletti assicura: «Applicheremo l'accordo sottoscritto con il governo». «Ma prima - prosegue il segretario della Uil - l'esecutivo deve ridurre a zero l'aliquota, dando un incentivo in più, e deve elevare il tetto per la detassazione del salario di secondo livello». Angeletti - interpellato dall'Adnkronos - si dice «assolutamente d'accordo» con le parole di Sacconi e invita anzi il governo a fare qualcosa in più per sostenere la contrattazione di secondo livello. «Applicheremo l'accordo che rende la contrattazione più vicina al posto di lavoro, più flessibile, legata all'andamento della produttività», assicura il leader del sindacato di Via Lucullo, definendo l'accordo separato «un grande passo in avanti che porterà un aumento dei salari per i lavoratori». Niente a che vedere con le gabbie salariali che «non sono neanche tecnicamente realizzabili». Quello che si può fare, ribadisce Angeletti, «è applicare il modello che abbiamo».

CISL - Anche Raffaele Bonanni, intervenuto al Meeting di Rimini, chiede «zero tasse» sulla contrattazione di secondo livello (territoriale e aziendale). «È giusto adattare meglio la detassazione alla contrattazione territoriale e aziendale - dice il leader della Cisl. - Ma a Sacconi, e anche a Bossi che pongono il problema di come esaltare meglio la contrattazione territoriale e aziendale, chiedo perché non tagliano del tutto le tasse sulla contrattazione di secondo livello. In questo modo Bossi sarà contento. Per andare verso quello che dice Sacconi bisogna ridurre ancora di più le tasse eliminandole sul salario territoriale e aziendale».

CGIL - Critica invece la posizione della Cgil. Il segretario confederale, Susanna Camusso, parla di «falsità» e «ricatto». «Il governo non può dire "o fate così o cambiamo la legge"» afferma. Senza dimenticare che per la detassazione degli straordinari, «c'è una legge e c'è stato l'accordo di tutti». Altra «falsità», puntualizza ancora il dirigente sindacale, è che l'accordo separato, quello sulla riforma del modello contrattuale firmato da Cisl e Uil ma non dalla Cgil, introduca la contrattazione di secondo livello: «al contrario l'accordo presenta il limite di non estenderla, utilizzando le stesse formule del '93». Più in generale, secondo Camusso, Sacconi «ha una visione paleoindustriale della società in cui la distribuzione del reddito avviene in una logica che nulla a che fare con la prestazione, con la professionalità, ma con una logica dei bisogni e della sussistenza. Non è l'idea di un sistema moderno». Bocciata anche la proposta di Cisl e Uil: «È un errore. Abbiamo già una norma che prevede la detassazione parziale del secondo livello ed è sufficiente: oggi la priorità è la detassazione del lavoro dipendente. Non si può infatti costruire una discriminazione per cui chi ha la fortuna di stare in un luogo dove si fa la contrattazione di secondo livello ha un doppio beneficio, mentre il lavoratore di un'azienda più povera o in difficoltà deve continuare a pagare tasse assolutamente eccessive rispetto al potenziale di reddito».


24 agosto 2009



La lettera
«Antonio ucciso a pugni
Non possiamo perdonare»


Antonio De Meo, 23 anni, sognava una laurea in Agraria e un futuro con la fidanzata Annalisa. Sogni interrotti, perché la notte di lunedì 10 agosto fu aggredito e ucciso a pugni in faccia da un gruppo di minorenni rom davanti a un chioschetto di Villa Rosa di Martinsicuro, in provincia di Teramo. Dopo il turno di lavoro all’hotel Maxim’s Antonio non aveva più trovato la sua bicicletta. «Non era la prima volta che accadeva, ma aveva sempre lasciato perdere, pur sospettando di quei ragazzi rom» racconta la sorella Maria.

Quella sera però Antonio non ha voluto lasciare correre. Si è arrabbiato con il gruppetto di rom, ha alzato un po’ la voce ed è andato a sedersi al chiosco per ordinare un panino e un’aranciata. La discussione è ricominciata, più accesa, e i ragazzini sono passati ai pugni. Fratture alla mascella e al setto nasale. Colpi mortali. Antonio De Meo è morto poco dopo i soccorsi. Gli aggressori sono scappati, ma i carabinieri li hanno identificati e arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Erano in tre, tutti minorenni, di etnia rom. Uno di loro appena tredicenne, e per questo non imputabile. In manette anche il padre di uno dei ragazzi, accusato di favoreggiamento per aver dato alle fiamme uno degli scooter (risultato rubato) con il quale i tre si erano dati alla fuga dopo aver visto Antonio crollare a terra.

Ora la famiglia di Antonio De Meo, la mamma Lucia, il papà Giuseppe, la sorella Maria e il fratello Nicola hanno scritto una lettera al Corriere della Sera per raccontare Antonio, così come era nella sua semplicità, per ricordarlo con il suo sorriso e la sua voglia di fare. E per dire che non potranno perdonare i tre assassini.


“Antonio era il fratellino più piccolo, il terzo figlio dopo Maria e Nicola. Era il nostro cucciolo di casa, coccolato da tutti, cresciuto con tanto amore e tante attenzioni proprio perché era il più giovane.

Legatissimo a tutti noi, nonostante abitasse a Bologna dove frequentava l’Università, si preoccupava sempre della mamma e del papà a cui faceva mille raccomandazioni al telefono. Per le sue nipotine stravedeva; giocava con loro, uscivano insieme; sempre buono e disponibile ad aiutarle, ma anche a rimproverarle al momento giusto.

Sembravano come fratelli. Un ragazzo dolcissimo, sorridente, sempre pronto ad aiutare persone in difficoltà, amava tantissimo la natura e tutto ciò che la riguardava. Aveva molti progetti per la sua vita; progetti che ora sono morti con lui.

Era un ragazzo esemplare; ha sempre lavorato tanto e qualsiasi lavoro trovasse era sempre contento pur di essere indipendente. Avrebbe potuto riposarsi in questi mesi, divertirsi come fanno tutti i ragazzi della sua età, ma ha preferito trovare un lavoro e non essere di peso alla famiglia. Ci disse che aveva trovato impiego a Villa Rosa per un mese; era entusiasta perché con quello stipendio si sarebbe potuto pagare almeno tre mesi di affitto a Bologna e avrebbe potuto dedicarsi con maggior tranquillità agli studi. Era un ragazzo speciale perché trovare un ragazzo così oggi è molto raro. Noi non potremmo mai perdonare tre minorenni che hanno stroncato la vita di Antonio a soli 23 anni.

Lui aveva un’intera vita davanti, piena di sogni e speranze. Ma tutto questo è stato brutalmente interrotto la tragica notte del 10 agosto.

Ciao Antonio , sarai sempre nei cuori di tutti Noi „




Lucia, Giuseppe, Maria e Nicola
24 agosto 2009


DOPO LE POLEMICHE
La procura: pronto il fermo
per l'aggressore del Gay Village

Il pregiudicato quarantenne accusato di aver accoltellato due giovani all'Eur ere stato solo denunciato

La procura della Repubblica di Roma inoltrerà oggi stesso la richiesta di fermo per il pregiudicato di 40 anni, accusato di aver accoltellato e ferito due giovani gay tre giorni fa all'Eur. Secondo quanto si è appreso l'atto sarà firmato dal procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara e dal pm Pietro Pollidori, e tra qualche ora sarà al vaglio del gip che dovrà valutare nelle prossime ore se emettere la misura cautelare in carcere. Gli atti di indagine della polizia sono giunti a piazzale Clodio da qualche ora e sono stati esaminati già questa mattina dal magistrato. Il pregiudicato romano era stato denunciato dalla polizia con l'accusa di tentato omicidio dopo aver accoltellato uno dei due giovani e ferito, rompendogli una bottiglia sulla testa, il suo compagno.Il mancato fermo aveva provocato polemiche.

PROGNOSI RISERVATA - Non migliorano le condizioni di una delle due vittima dell'aggressione, ricoverato al S. Eugenio dove è stato sottoposto, a causa di una coltellata, ad un delicato intervento chirurgico. «Ho visto il ragazzo fino a pochi minuti fa e le sue condizioni rispetto a ieri sono sicuramente peggiorate. Alterna momenti di lucidità a momenti di incoscienza», spiega l'avvocato Daniele Stoppello, legale del 31enne marchigiano vittima di un'aggressione fuori dagli spazi della manifestazione Gayvillage. Da fonti sanitarie si apprende che le condizioni del ragazzo sono stazionarie, ma sempre gravi. La prognosi è riservata e sarà sciolta tra qualche giorno.

VICESINDACO - Il giovane ricoverato all'ospedale Sant'Eugenio ha ricevuto lunedì mattina la visita del vicesindaco Mario Cutrufo.


24 agosto 2009



è un «Pygocentrus Nattereri», specie che può raggiungere i 30 centimetri
Grosso Piranha pescato nel Po
Catturato da un pescatore esperto, è stato «classificato» da esperti dell'Acquario del fiume


PARMA - Un esemplare di piranha di grosse dimensioni è stato pescato nel Po, in una zona tra Torricella di Sissa e Torricella del Pizzo, nel Parmense. Ne dà notizia la Gazzetta di Parma, che spiega come l'esemplare sia stato preso da un esperto pescatore di Guastalla (Reggio Emilia). L'uomo si è anche rivolto per una consulenza all'Acquario del Po di Motta Baluffi (Cremona) dove, dopo un esame accurato, si è accertato che il pesce sarebbe proprio un piranha, della varietà Pygocentrus Nattereri, conosciuto come Piranha rosso.

FORSE DA UN ACQUARIO PRIVATO - Si tratta di un pesce d'acqua dolce che può raggiungere i 30 centimetri, diffuso in Sudamerica nei bacini del Rio delle Amazzoni e nei fiumi del Paraguay. Predatore vorace, si nutre di insetti, vermi, crostacei, pesci, mammiferi e uccelli. Come l' esemplare pescato sia finito nel Po resta un mistero. Secondo l'ipotesi avanzata dalla Gazzetta di Parma, il pesce potrebbe provenire da un acquario esotico casalingo appartenente a qualche privato che, a un certo punto, ha preferito disfarsi del pesce feroce e lo ha gettato nel fiume.





La modella era stata arrestata dopo aver bevuto un alcolico in un locale
La pena, che prevede anche 1700 dollari di multa, rinviata per il Ramadan
Sei frustate per una birra
donna condannata in Malaysia




SUNGAI SIPUT - Le autorità religiose della Malaysia hanno deciso di liberare oggi Kartika Sari Dewi Shukarno, una modella musulmana di 32 anni condannata a sei frustate per aver bevuto birra. "La punizione non è stata annullata, è stata rinviata a causa del Ramadan", ha dichiarato Mohamad Sahfri Abdul Aziz, il responsabile per la religione dello Stato di Pahang.

La donna era stata segnalata nel corso di un blitz in un night club. Poi condannata alla pena di sei frustate ed al pagamento di una multa da 1700 dollari per aver bevuto alcol. Era poi stata prelevata per essere condotta in una prigione, dove sarebbe stata eseguita la condanna. Ma è arrivato il contrordine e Kartika è stata riportata a casa.

In un primo momento la donna si è rifiutata di scendere dal furgoncino su cui era stata caricata: "Voglio nero su bianco le spiegazioni su cosa è accaduto. Sono sorpresa e senza parole", ha detto poi ai giornalisti, dopo esser stata convinta dal padre a lasciare il veicolo.

(24 agosto 2009)


Il natante, 18 metri, immatricolato a Napoli, ma di una società di Milano era semiaffondato
Gli inquirenti lavorano su due ipotesi: un assalto oppure una frode all'assicurazione
Yacht italiano naufragato in Corsica
nessuno a bordo, fori sulla chiglia


AJACCIO (Francia) - E' iscritto al compartimento
marittimo di Napoli, ma è di proprietà di una società milanese, che l'aveva messa a noleggio, l'imbarcazione con nessuno a bordo ritrovata in Corsica, con dei fori da arma da fuoco nella parte bassa della chiglia a prua, al largo di Punta della Revellata, in seguito a un misterioso naufragio. Secondo la Guardia costiera di Napoli, si tratta di un lussuoso cabinato di 18 metri, dal nome "Elleduevidue II"; numero di matricola Na 8056/D.

Lo yacht, afferma la stessa fonte, appartiene alla società "System Charter", con sede a Milano. In mattinata, oggi, la Gendarmeria francese ha chiesto collaborazione alla Guardia costiera di Napoli per alcune verifiche sui dati. Spetta adesso agli inquirenti francesi, per competenze territoriali, procedere sul caso.

Lo yacht sarebbe stato visto per la prima volta venerdì scorso da una famiglia corsa che si aggirava nei paraggi con la propria barca; è stato così dato l'allarme alla capitaneria di porto francese. La vicenda è avvolta nel mistero; decisive saranno per le indagini i rilievi sui fori rinvenuti sullo scafo a prua, ritenuti al momento prodotto di proiettili da arma da fuoco.

Lo yacht è stato rimorchiato in porto da un mezzo della gendarmeria marittima francese che lo tiene sotto sorveglianza in attesa di poterlo alare in secca. I sommozzatori dei servizi di soccorso hanno potuto constatare che gli oblò erano aperti e dalla barca erano stati portati via gli apparecchi radio.

"L'imbarcazione non è stata denunciata come rubata. Non abbiamo trovato alcuna traccia che faccia pensare che sia stata vittima di qualche incidente di navigazione", ha detto una fonte vicina agli inquirenti. "Stiamo esplorando tutte le piste, in particolare quelle di un assalto in mare o di un sabotaggio volontario per truffare l'assicurazione".
(23 agosto 2009)
 
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