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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 22/8/2009, 10:35 by: Lucky (Due di Picche)




la denuncia: «i talebani hanno mozzati le dita degli elettori in almeno due casi»
Voto in Afghanistan, appello alla calma dalla Ue: «Elezioni corrette, non libere»
Il capo degli osservatori Morillon: «Limitati diritti civili e politici delle donne. Intimidazioni contro la popolazione»

Afghanistan, l'affluenza al 40-50%. Ma sul risultato è scontro tra i leader (21 agosto 2009)
Afghanistan al voto tra code e paura. Karzai: «Un successo per il Paese» (20 agosto 2009)
Otto anni per ricostruire il Paese. Ma la guerra resta l’affare principale (20 agosto 2009)
Spoglio delle schede (Afp)
MILANO - Alta tensione in Afghanistan dopo il voto con i due candidati favoriti che hanno annunciato la vittoria. Il rischio: uno scontro frontale all'iraniana, con grandi pericoli per il Paese. In questo contesto, la missione degli osservatori Ue rivolge un «appello alla calma e al senso di responsabilità». Lo ha detto a Kabul il capo degli osservatori europei, Philippe Morillon, nel corso di una conferenza stampa: «Rivolgo un appello ai due principali candidati alla calma e al senso di responsabilità in attesa dei risultati ufficiali che saranno comunicati dalla commissione elettorale». Venerdì, al termine di una giornata segnata da minori violenze di quanto temuto alla vigilia, sia il presidente uscente Hamid Karzai che il suo ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah, ovvero i due principali candidati in lizza, hanno annunciato di aver ottenuto la vittoria.

«VOTO CORRETTO MA NON LIBERO» - Gli osservatori hanno comunque sottolineato che il processo elettorale «sembra in questa fase essere stato largamente positivo» e che «la commissione elettorale indipendente ha generalmente funzionato in modo efficiente». Lo svolgimento delle elezioni è «una vittoria contro quelli che volevano impedire al popolo afghano di decidere il proprio futuro», anche se il voto - sottolineano gli osservatori - pur corretto nel complesso, non è stato ugualmente libero ovunque, a causa delle violenze e intimidazioni contro la popolazione. Inoltre la commissione punta il dito sulla condizione femminile, indicando come l'esercizio dei diritti politici e civili delle donne, «sia come votanti sia come candidate», sia stato «severamente limitato nonostante fosse protetto dalla Costituzione». Il Commissario per le Relazioni esterne dell'Ue, Benita Ferrero-Waldner, definisce le elezioni «una vittoria per la democrazia» ma chiede che il conteggio dei voti sia portato a termine in modo trasparente.

«DITA MOZZATE DAI TALEBANI» - Ma sul voto di giovedì pende anche un altro sospetto inquietante. Secondo la "Fondazione afghana per le elezioni libere ed eque", la minaccia talebana di mutilare gli elettori che fossero andati ai seggi (diffusa già prima dell'apertura delle urne) è stata portata a termine in almeno due casi nella provincia meridionale di Kandahar, una delle culle del movimento estremista. Secondo Nader Nadery, esponente della fondazione che ha monitorato lo svolgimento delle presidenziali, le dita erano sporche di inchiostro indelebile, una misura anti-brogli, ma che permette ai militanti di identificare chi ha votato.




22 agosto 2009


NELLA STAZIONE METROPOLITANA DI PIRAMIDE
Pensionata spinge l'amica sotto il metrò
poi torna a casa a dormire: arrestata

Sembrava un incidente, ma la vittima non è scivolata
forse una lite all'origine del tentato omicidio


Sembrava un incidente, drammatico ma un incidente. Invece potrebbe trattarsi di tentato omicidio. Clamorosa svolta nelle indagini dei carabinieri sull'episodio che venerdì sera intorno alle 19 ha provocato l'interruzione del servizio sulla linea B della metropolitana di Roma: un'anziana donna era «caduta» sui binari alla stazione di Piramide. In realtà, secondo i militari della Stazione Roma Garbatella la pensionata sarebbe stata spinta da una sua amica,. che nella notte è stata arrestata.

TELECAMERE A CIRCUITO CHIUSO - La vittima, di una pensionata romana di 63 anni, era sulla banchina della metrò, poco prima delle 19,30, quando è caduta sui binari ed è stata investita da un convoglio della linea B, che viaggiava in direzione Rebibbia. I carabinieri hanno poi accertato la responsabilità di un’amica della vittima. Si tratta di una romana di 67 anni, anche lei pensionata, che è stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio e si trova ora nel carcere di Rebibbia.
Sarebbe stata una lite tra le due anziane donne a provocare il gesto, che è stato scoperto grazie alla visione dei filmati registrati dal sistema di video sorveglianza della metro: nelle immagini si vede la donna arrestata giungere con la vittima sulla banchina e poi spingerla, facendola rovinare sui binari della linea ferroviaria, proprio nel momento in cui sopraggiungeva il convoglio.

A CASA COME OGNI SERA - L’autrice del folle gesto, è poi ritornata come ogni sera a casa sua, dove nella notte è stata rintracciata ed arrestata. La sua amica, ferita, è stata trasportata d’urgenza presso l’ospedale San Giovanni dove le sono state riscontrate fratture multiple su tutto il corpo e una gravissima contusione ad un piede. La donna è ricoverata in rianimazione e la prognosi rimane riservata.


22 agosto 2009



Altri tre immigrati confermano la versione del loro compagno di viaggio
Lampedusa, ricerche in corso
Cei: «Offesa all'umanità»

Pattugliamenti nel Canale di Sicilia dopo il racconto
di uno dei 5 eritrei soccorsi: «73 morti in mare»


Audio- Boldrini (Unchr): «Qualcuno dovrà rispondere di quello che è successo» di B.Argentieri
I migranti eritrei soccorsi sbarcano a Porto Empedocle (Ansa)
AGRIGENTO - Sono in corso le ricerche nel Canale di Sicilia per rilevare la presenza di eventuali corpi. Il pattugliamento è stato disposto dalla procura di Agrigento dopo il racconto dei cinque eritrei soccorsi giovedì mattina a sud di Lampedusa: uno degli immigrati aveva affermato che 73 compagni di viaggio sarebbero morti. Altri tre, interrogati successivamente, hanno confermato di essere partiti dalla Libia con un'altra settantina di persone che poi sono morte durante la traversata, durata una ventina di giorni. La versione dei quattro, che sostanzialmente è la stessa, è al vaglio degli investigatori. La quinta persona non è stata ancora interrogata perché non è in buones condizioni di salute. La procura di Agrigento indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il fascicolo è contro ignoti.

RELAZIONE - Il prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, ha inviato intanto una relazione al ministero dell'Interno. «Fa parte delle normali procedure che vengono attivate ogni qual volta si verifica uno sbarco - spiega. - La segnalazione è arrivata da Malta al Gruppo aeronavale della Guardia di Finanza di Messina che l'ha subito girata a Lampedusa. Immediatamente sono uscite le motovedette che hanno soccorso i cinque, subito portati al molo Favaloro. Sulla barca - ha detto ancora il prefetto - i finanzieri non hanno trovato tracce di altre persone. Poi hanno raccontato della traversata durata tre settimane e della morte degli altri compagni e di questo si sta occupando l'autorità giudiziaria». Nella relazione si legge che «nessuna richiesta di soccorso, al gommone che trasportava i 5 eritrei, è pervenuta alle autorità italiane prima di quella che ha consentito l'intervento del pattugliatore della Guardia di Finanza, né l'imbarcazione è stata mai avvistata dai numerosi servizi di pattugliamento che quotidianamente si svolgono nell'area».

7 CORPI AVVISTATI - Intanto le Forze armate di Malta smentiscono la notizia secondo cui quattro corpi di migranti sono stati recuperati dal mare dai soldati maltesi: contattati dal sito del quotidiano "Times of Malta", un portavoce dell'esercito ha dichiarato che non 4 ma 7 corpi sono stati avvistati in mare fra martedì e oggi, ma nessuno è stato recuperato. Le autorità maltesi hanno però confermato che il gommone con gli immigrati eritrei «è stato localizzato da una motovedetta maltese dopo che era stato avvistato da un aereo militare della missione Frontex di stanza a Malta», aggiungendo che «è stata data l'assistenza necessaria secondo gli obblighi internazionali di Malta». «I militari maltesi - puntualizza la stessa fonte - non hanno influenzato la selezione della destinazione. La presenza del natante è stata segnalata poi alle autorità italiane». Uno dei cinque profughi eritrei aveva rivelato: «È stata una motovedetta a fornirci il carburante e a intimarci di proseguire per Lampedusa. Ci hanno dato anche cinque salvagente; uno di loro ha acceso il motore, perché non avevamo la forza per farlo, e ci ha indicato la rotta. Poi si sono allontanati senza aiutarci, malgrado le nostre condizioni».





CEI - Sulla vicenda interviene la Cei. «La strage in mare è una grave offesa all'umanità» afferma monsignor Bruno Schettino, Presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e arcivescovo di Capua. Si percepisce, ha detto monsignor Schettino «un senso di povertà dell'umanità, non c'è attenzione verso l'altro, verso gente che è in fuga dalla guerra, dalla miseria, dalla povertà in cerca di serenità e di pace». «È una morte assurda - aggiunge - donne e bambini innocenti gettati in mare, è il senso dell'uomo che decade, urge l'impegno dei cristiani di attivarsi concretamente verso coloro che soffrono, il problema è umano prima che politico».

AVVENIRE - Duro anche il commento delll'Avvenire. Il quotidiano dei vescovi parla di «Occidente a occhi chiusi» che non vuole vedere i barconi di clandestini, così come durante il nazismo nessuno vedeva i treni pieni di ebrei diretti ai campi di concentramento. «Nessuna politica di controllo dell'immigrazione - si legge nell'editoriale in prima pagina - consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. E questa legge ordina: in mare si soccorre». A terra poi si guarderà a «diritto di asilo, accoglienza, respingimento». Ma prima «le vite si salvano». Invece «quel barcone vuoto» arrivato sulle coste di Lampedusa, dimostra che oggi si fa strada «un'altra legge. Non fermarsi, tirare dritto», la «nuova legge del non vedere». «Come in un'abitudine, in un'assuefazione. Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei sotto il nazismo - scrive Marina Corradi - ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche una infastidita avversione, sul Mediterraneo». «Così è stata violata una legge antica - conclude l'editoriale - che minaccia le nostre stesse radici. Le fondamenta. L'idea di cos'è un uomo, e di quanto infinitamente vale».

IL PD - Intanto Pier Luigi Bersani, candidato alla segreteria nazionale del Pd, afferma che «il governo ha la responsabilità di chiarire al più presto questa vicenda nei suoi aspetti interni ed internazionali. Se le testimonianze risulteranno confermate - conclude Bersani - dovremo vergognarcene tutti e qualcuno dovrà risponderne».

VIMINALE - Il ministero dell'Interno «fa presente, che nel periodo dal 1 giugno 2009 al 20 agosto 2009, le unità navali italiane (Marina Militare, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza), su segnalazioni per avvistamento, sono state coinvolte in 13 interventi di soccorso che hanno interessato 420 persone. Dei tredici interventi 5 sono stati effettuati nelle acque antistanti la Sardegna e 8 in quelle della Sicilia.



Euforia in Borsa dopo le parole del capo della Federal Reserve
Bernanke: «L'economia è in ripresa.
Ma restano grandi sfide da giocare»

«All'inizio sarà lenta e comunque persistono tensioni sui mercati finanziari globali». Ocse: «Rialzeremo stime»


JACKSON HOLE (Wyoming) - L'economia mondiale inizia a emergere dalla recessione. Appena il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha pronunciato queste parole al convegno annuale della banca centrale Usa a Jackson Hole (Wyoming) si è scatenata l'euforia a Wall Street con un balzo degli indici, subito riverberato oltre Atlantico nelle Borse europee. Il Dow Jones ha poi chiuso con +1,63% e Nasdaq +1,59%. L'ottimismo ha evidentemente contagiato gli operatori, anche se poi Bernanke ha aggiunto che persistono tensioni sui mercati finanziari globali. «L’attività economica si sta stabilizzando negli Stati Uniti e all’estero», sono state le parole che gli operatori attendevano di ascoltare.

RIPRESA LENTA - Bernanke ha detto che la ripresa dell'economia sarà probabilmente «lenta all'inizio». «Dopo essersi contratta profondamente nell'ultimo anno, l'attività economica appare stabilizzarsi, sia negli Stati Uniti sia fuori, e le prospettive per un ritorno alla crescita nel breve termine sono buone». Il capo della Fed ha citato il dato del settore immobiliare superiore alle attese sulle vendite di abitazioni esistenti. «Anche se abbiamo evitato il peggio, difficili sfide ancora ci attendono», ha aggiunto. «Dobbiamo garantire una ripresa economica duratura e costruire un nuovo quadro normativo, che rifletta gli insegnamenti di questa crisi e prevenga il ripetersi degli eventi degli ultimi due anni».

RISCHIO NUOVO CALO - Le espressioni di Bernanke di cauto ottimismo vengono dopo quelle di Martin Feldstein, professore di economia all'università di Harvard che, intervistato da Bloomberg tv ha affermanto che l'economia americana è a rischio di una nuova contrazione il prossimo anno dopo che gli effetti del piano di stimolo fiscale varato dall'amministrazione si esauriranno. «L'economia è ancora debole e non è ancora chiaro se il miglioramento a cui abbiamo assistito recentemente sia l'inizio di una sostanziale ripresa. C'è il serio rischio che fra le fine dell'anno e l'inizio del prossimo possiamo assistere a un nuovo calo».

TRICHET - È presto per poter affermare che si stia tornando alla normalità. È quanto ha dichiarato il presidente della Bce, Jean Claude Trichet commentando le parole del presidente della Fed, Ben Bernanke. «Sono un p0' più incerto, anche se vedo alcuni germogli verdi sia qui che in Europa, non credo che si possa già affermare, "bene, alla fine di tutto, siamo vicini a un ritorno alla normalità"», ha sottolineato. »Sappiamo di avere un gigantesco lavoro da svolgere e bisognerà essere attivi in questo senso».

OCSE: STIME DA RIALZARE - Dopo le parole della Fed, anche l'Ocse è intervenuta sullo stato di salute dell'economia mondiale. Il numero uno dell'Organizzazione, il segretario generale Angel Gurria, ha preannunciato che saranno riviste al rialzo le stime sulla crescita economica dell'area, alla quale aderiscono i 30 principali Paesi industrializzati al mondo, già nei prossimi giorni. Gurria ha aggiunto che a guidare la ripresa saranno probabilmente quei Paesi, come gli Stati Uniti, che hanno messo in campo i piani di sostegno della congiuntura più massicci.





in provincia di roma
Arcinazzo, stuprata studentessa 16enne conosciuta a una sagra: arrestato ragazzo
Il 18enne romeno da poco in Italia. Lei era ubriaca:
«Non ricordo, mi sono trovata sporca di sangue»

L'allarme del Procuratore di Tivoli: più uomini contro l'emergenza stupri

I militari nella stradina dove è avvenuto lo stupro (foto Proto)
Una sagra di paese e qualche bicchiere di troppo. Già alticcia, conosce con un giovane mai visto prima che prima l'ha condotta in disparte e poi stupra quando era incosciente per il troppo alcol. E' questo il racconto di una studentessa di 16 anni che ha denunciato di essere stata violentata venerdì sera ad Arcinazzo Romano, un paese di montagna in provincia di Roma. Per la violenza i carabinieri di Subiaco hanno arrestato un romeno di 18 anni, O.G.C., figlio di genitori residenti in un'altra provincia del Lazio. Il ragazzo era arrivato in Italia da poche settimane e attualmente era stato assunto come guardiano notturno in una ditta degli Altipiani di Arcinazzo.


Rilievi sul luogo dove i due si sono conosciuti(foto Proto)
LA RAGAZZA AVEVA BEVUTO TROPPO - La studentessa aveva bevuto molto durante la sagra di paese. Secondo le prime indagini la ragazza era addirittura in stato di incoscienza quando ha subito la violenza sessuale. Soltanto alcune ore dopo l'incontro, la sedicenne ha ricostruito con le amiche quanto era avvenuto. «Mi sono ritrovata sporca di sangue quando sono tornata in me - ha riferito ai carabinieri - ma non ricordo bene cosa è accaduto». La studentessa ha raccontato di aver conosciuto il romeno nella serata di giovedì nel corso di una festa paesana, la «Magnalonga», un percorso enogastronomico. L'approccio sarebbe avvenuto in un piccolo anfiteatro, dove era in programma un concerto e poi una discoteca. La 16enne si sarebbe appartata volontariamente con il ragazzo in un luogo poco distante, ma poi questi avrebbe approfittato della situazione per compiere lo stupro. A notte inoltrata, dopo essere stata cercata da parenti e amici, la ragazza ha raccontato tutto alle amiche che l'hanno convinta a denunciare. La studentessa è stata medicata e poi dimessa dall'ospedale di Subiaco dove i medici hanno accertato anche un elevato tasso di alcol nel sangue. Il rapporto sessuale è stato accertato in ospedale e saranno ora le analisi sul dna a completare il quadro delle indagini.

IMMEDIATO L'ARRESTO - I carabinieri di Subiaco, diretti dal capitano Alessandro de Vico, hanno raccolto le testimonianze di alcuni ragazzi. Anche grazie a un identikit fornito dalla ragazza, i militari sono arrivati in poche all'identificazione e all'arresto del giovane romano che è stato portato al carcere di Rebibbia a Roma. Sarà interrogato domani dal gip del Tribunale di Tivoli che dovrà convalidare il fermo emesso dal pm Giuseppe Mimmo per l'accusa di violenza sessuale aggravata dalla minore età della presunta vittima. Dopo la violenza di Arcinazzo, Luigi De Ficchy, procuratore di Tivoli ha chiesto più forze dell'ordine e più uomini in tribunale per arginare l'emergenza stupri.

RABBIA E INCREDULITA' IN PAESE - Sconcerto e rabbia ad Arcinazzo Romano, piccolo e tranquillo paese dell'alta Valle Aniene, poco più di mille abitanti al confine tra le province di Roma e di Frosinone. «Sono sconvolto - ha detto il sindaco Sandro Biferi - sono stato fino all'una di notte alla festa e non ho saputo nulla. Oggi mi è stato comunicato tutto dai carabinieri. Siamo indignati, anche se la ragazza non è di Arcinazzo ma di un paese vicino. Non avrei mai immaginato una cosa del genere. Sono addolorato perchè tutti siamo genitori e fatti di questa gravità sono davvero inaccettabili». La violenza è avvenuta nel corso della festa che ha richiamato circa quattrocento giovani nella parte alta del paese di Arcinazzo, nella zona chiamata Volubro. «Sono 14 anni che organizziamo questo appuntamento - aggiunge il sindaco - e non è mai accaduto nulla. Siamo sconcertati e un plauso va ai carabinieri che in poco tempo hanno individuato il presunto responsabile».





Un caso accertato, quello dell'attentatore della Uss Cole al Nashri
che fu sotto posto alla pratica del waterboarding. il documento sarà pubblicato

Cia, in un rapporto interno
le prove delle torture


WASHINGTON - Abd al Rahim al Nashiri, uno dei presunti responsabili dell'attentato contro la nave statunitense Uss Cole, venne sottoposto a minacce e torture nel corso degli interrogatori condotti dai funzionari della Cia: è quanto si legge in un rapporto interno dell'agenzia, che verrà diffuso la settimana prossima.

Catturato nel novembre del 2002, al Nashri venne sottoposto alla pratica del "waterboarding" - resa illegale dall'amministrazione Obama perché ritenuta una forma di tortura - e minacciato con armi e con un trapano elettrico.

I dettagli degli interrogatori sono contenuti nel rapporto dell'ispettorato generale della Cia relativo al 2004, del quale un tribunale federale ha ordinato la pubblicazione.

(22 agosto 2009)


Il leader libico elogia il "coraggio e l'umanità" dei capi di Stato britannici e scozzesi
Polemica per le dichiarazioni del figlio, che aveva parlato di accordi commerciali. Smentita di Londra
Gheddafi ringrazia Brown e la regina
per la liberazione di Megrahi



Il leader libico Gheddafi
TRIPOLI - Il leader libico Muammar Gheddafi ha ringraziato il premier britannico Gordon Brown e la regina Elisabetta II per aver "incoraggiato" la Scozia a liberare Abdel Basset Ali Mohmet al-Megrahi, condannato per la strage avvenuta nell'88 nei cieli di Lockerbie, nella quale persero la vita 270 persone. Secondo la notizia diffusa dall'agenzia libica Jana, Gheddafi ha elogiato "il coraggio e l'umanità" dei capi di Stato britannici e scozzesi, e ha sottolineato come questo gesto contribuirà a un rafforzamento dei rapporti bilaterali: "Questo passo corrisponde all'interesse delle relazioni tra i due Paesi, e dell'amicizia personale tra me e loro".

Affermazioni che sembrano far riferimento alla polemica esplosa dopo che il figlio di Gheddafi, Seif al-Islam, aveva rivelato che Megrahi non è stato scarcerato solo per ragioni umanitarie, ma anche in base ad una serie di "contratti per forniture di petrolio e di gas" stipulati negli anni scorsi tra la Libia e la Gran Bretagna. "In tutti i contratti commerciali con la Gran Bretagna riguardanti il petrolio o il gas (Megrahi) è sempre stato parte dei negoziati", ha detto ieri sera il figlio di Gheddafi, in un'intervista diffusa dalla rete televisiva 'Al Motawassit' (La mediterranea).

La notizia è stata immediatamente smentita da un portavoce del ministero degli Esteri britannico: "Non cè stato nessun accordo, tutte le decisioni relative al caso Megrahi sono venute dal governo scozzese, non vi sono stati mercanteggiamenti di nessun genere con la Libia a questo riguardo", ha detto.

Ieri inoltre il ministro degli Esteri britannico David Miliband aveva commentato con estrema durezza l'accoglienza da eroe riservata a Megrahi e l'aveva definita "un insulto". Gran parte delle vittime della strage erano americane e anche dagli Stati Uniti sono venute critiche molto dure. Non solo alla Libia ma anche alla Gran Bretagna. Lo stesso Barak Obama aveva definito la liberazione di Megrahi "un errore".

Downing Street ha sempre tenuto a precisare che quella di liberare l'ergastolano, malato di un cancro alla prostata in fase terminale (non gli rimarrebbero più di tre mesi di vita) è stata una decisione adottata per proprio conto e in piena autonomia dalle autorità di Edimburgo, che sono dotate di particolari prerogative in materia giudiziaria, regolamentare e amministrativa.



(22 agosto 2009)


In 19 giorni già criptati 168 eventi, la seconda e la terza rete in sofferenza. L'oscuramento di film
partite e cartoni animati fa perdere a Viale Mazzini circa l'1% di audience

Rai invisibile su Sky
e gli ascolti vanno giù



ROMA - RaiTre in affanno in prima serata, quella che più conta. RaiDue in affanno al mattino (quando davanti alla tv ci sono i bambini) e nel pomeriggio dei telefilm. Assomiglia a una falsa partenza, in termini di ascolti, la decisione Rai di oscurare alcuni programmi sui decoder Sky. I numeri dell'Auditel parlano infatti di cali di ascolti che, nel caso della Terza rete, possono arrivare all'1,4%.

L'oscuramento dei programmi è effetto della nuova guerra che oppone la tv di Stato a Sky. La prima battaglia si è consumata sui 6 canali di Raisat che la tv pubblica confezionava per Sky: la loro fornitura è stata interrotta il 30 luglio. La seconda battaglia si consuma ora sull'oscuramento. Sono negati a Sky tutti gli eventi per i quali la Rai non abbia anche i diritti di trasmissione per l'estero. In 19 giorni - tra il 2 e il 20 agosto - lo schermo blu è comparso già 168 volte: colpiti e affondati 19 eventi di RaiUno; 23 eventi di RaiTre; addirittura 126 di RaiDue.

L'oscuramento ha invaso tre fasce orarie. Quella mattutina di RaiDue, intanto. Tre le 7 e 30 e le 10 e 45, non si vendono più sei serie di cartoni animati (dalla "Sirenetta" a "I miei amici Tigro e Pooh"). Colpita anche la fascia pomeridiana di RaiDue, da cui sono sparite serie di telefilm come "Streghe" e "Law & Order". Ma è soprattutto RaiTre a pagare un prezzo alto. L'8 agosto, ad esempio, la Terza Rete ha subìto un'oscuramento totale che è iniziato alle 21 (con il film "Collateral") ed è proseguito alle 23,30 con il film "Carter". Stesso copione il 15 agosto, quando il doppio colpo di spugna ha cancellato prima "La banda degli onesti", a seguire "Getaway" con Steve McQueen.

L'oscuramento sembra produrre anche un prezzo in termini di ascolti. Prendiamo il periodo dal 2 al 18 luglio, quando la Rai non criptava i suoi programmi sul satellite, e la fascia bambini di RaiDue (tra le 7,30 e le 10,45). Paragoniamo gli ascolti di questo periodo con quelli del periodo tra il 2 e il 18 agosto, quando invece va in scena l'oscuramento. La Seconda rete perde lo 0,8% in termini di share. La perdita di RaiDue sfiora l'1% nella fascia dei telefilm (tra le 14 e le 18); mentre la perdita di RaiTre (in prima serata, tra le 21 e le 23) arriva all'1,4%.

Altro periodo: dal 12 al 28 luglio (nessun oscuramento). Lo paragoniamo sempre al periodo 2-18 agosto (oscuramento). Le perdite di RaiDue sono confermate - soprattutto nel pomeriggio dei telefilm - mentre RaiTre tiene, sia pure a fatica. Questi numeri forniscono munizioni alle armi di chi (soprattutto nel Pd) sconsigliava alla Rai di divorziare da Sky. Chi invece difende l'opportunità del divorzio potrà aggrapparsi ad un altro dato dell'Auditel, stavolta favorevole alla tv di Stato. Parla di una tenuta, anzi di un progresso di RaiUno (che aumenta ad agosto fino al 2,9% in prima serata). E' come se molti italiani - trovando lo schermo blu su RaiDue oppure su RaiTre - abbiano riparato intanto su RaiUno.

In queste ore, anche Sky passa ai raggi X i dati Auditel. La pay-tv vuole capire, in prima battuta, come si comportino i suoi abbonati quando si imbattono in un programma Rai nascosto. Prendiamo il caso della Nazionale. La tesi di Sky è che 18 suoi abbonati ogni 100 abbiano trovato RaiUno criptata per Svizzera-Italia (il 12 agosto) ed abbiamo visto altre cose (film, telefilm, partite di club, cucina) senza farsi problemi. Se invece non l'avessero trovata criptata, certo l'avrebbero seguita (perché così si erano comportati in occasione di precedenti amichevoli visibili sul satellite).

Questa è la pistola fumante, secondo Sky: è la prova che la Rai disperde ascoltatori e commette dunque un errore epocale mentre divorzia dal decoder della pay-tv. Se la tesi sia giusta, lo diranno i prossimi mesi di studio e di polemica politica.

(22 agosto 2009)

Polemiche per l'applicazione messa su facebook all'inizio dell'estate
Responsabile il figlio di Bossi. Obiettivo: far sparire le barche in arrivo con un click
Ma sul sito della Lega impazza
il gioco "Rimbalza il clandestino"



Mentre l'ennesima strage di migranti in mare suscita sdegno e sgomento, su Facebook gli internauti leghisti si divertono a far sparire con un clic le barche con gli immigrati a bordo. Vince chi riesce a rimandare indietro più extracomunitari. Ogni volta che un barcone viene respinto, si viene avvisati con il suono di una campanellina. Si chiama "Rimbalza il clandestino", ed è un'applicazione sviluppata all'inizio di questa estate e disponibile sulla pagina ufficiale su Facebook della Lega Nord. Da qui può essere condivisa e pubblicizzata su ogni profilo.

Ad amministrare la pagina del Carroccio è il figlio di Umberto Bossi, Renzo, classe 1988, affiancato nell'opera da Fabio Betti, un altro leghista doc. Proveniente dal movimento dei giovani padani, Betti è legato da un'amicizia non solo virtuale a Renzo, ed è stato spesso definito come l'"uomo facebook" del Carroccio. E' lui a pubblicare link, notizie e ad aggiornare la bacheca. E, all'inizio di giugno, si è presentato come l'ideatore di "Rimbalza il clandestino". "Abbiamo deciso di puntare molto sull'interattività e sulla Rete - aveva spiegato, introducendo l'applicazione interattiva - cercando di coinvolgere, scherzosamente, i giovani, e di sensibilizzarli su quello che, in reatà, è un fenomeno reale che affligge le nostre coste". E chissà se, insieme all'amico Renzo, immaginava che la realtà di questi giorni avrebbe potuto drammaticamente superare l'obiettivo del suo giochino virtuale.

L'applicazione, che ha anche una pagina di fan, è introdotta da poche righe di spiegazione: "L'obiettivo di questo gioco è mantenere il controllo dei clandestini che arrivano in Italia". Su una schermata viene raffigurata la nostra penisola, insieme a delle boe e dei salvagenti. Ovviamente nessuno riceverà mai alcun salvagente, perché l'unico scopo del giocatore è quello di far sparire la barca apparsa all'improvviso, cliccandoci sopra con il mouse, da una fino a cinque volte. I punti che si ricevono per ogni imbarcazione colpita dipendono dalle sue dimensioni: uno per quelle più piccole, fino ad un massimo di cinque. Gli sbarchi avvengono lungo tutte le coste, anche quelle della Liguria. Una barra, in alto, tiene traccia delle imbarcazioni rimandate indietro: "Se la barra sarà al massimo - spiegano le istruzioni - vorrà dire che avrai dimostrato la tua bravura e potrai passare al prossimo livello". Più si va avanti, e più i "nemici" da respingere si moltiplicano. Perde chi non riesce a far sparire abbastanza barconi. In questo caso si riceve il classico messaggio di "game over", accompagnato da un invito a ritentare la fortuna: "Prova ancora. Vedrai che la prossima volta riuscirai a dimostrare di essere un vero leghista".

Altro gioco che si inserisce nella campagna leghista dell'estate per coinvolgere i giovani internauti nelle sue iniziative virtuali è "Converti il comunista": lo scopo è quello di trasformare il "triste e logoro comunista in un felice leghista". Perché la conversione sia portata a termine, bisogna "illuminare" il comunista con il Sole delle Alpi, il simbolo racchiuso nel contrassegno della Lega Nord. Nel fare ciò, si dovrà fare attenzione ai pomodori che Veltroni e Franceschini tireranno contro la persona da convertire.

(21 agosto 2009)


Veronica, il premier, la scelta del divorzio «Ecco che cosa accadde in quei giorni»
Dal 27 aprile al 4 maggio, cronaca dello strappo nella villa di Macherio

Questa nuova edizione di Tendenza Veronica arriva cinque anni dopo la prima e in un contesto totalmente diverso. Nel 2004 Veronica era la moglie del presidente del Consiglio, oggi si appresta a diventare ex. (...) Tendenza Veronica fu pubblicato mentre Silvio Berlusconi era a Palazzo Chigi, per la seconda volta capo del governo. Lo incontrai nel suo studio di Palazzo Grazioli insieme al sottosegretario Paolo Bonaiuti e alla sua segretaria di sempre, Marinella Brambilla e lui, che aveva il libro sulla scrivania, mi disse di non averlo ancora letto. Un vezzo, sospetto, perché un’occhiata qua e là doveva averla data di sicuro; in fondo, in quel volume si parlava di lui e non soltanto di lei.

Le pagine che in questa nuova edizione vanno ad aggiungersi alla prima, invece, parlano solo di Veronica, dello stato d’animo che in questi mesi l’ha portata alla scelta di separarsi, di quel momento e degli altri che sono seguiti, alcuni dei quali, per lei, di imprevedibile violenza, come ho scritto sul Corriere della Sera e su A, subito dopo l’annuncio della separazione. Qui troverete la cronaca di quel che è veramente accaduto, nella villa di Macherio, tra il 27 aprile e i primi di maggio. Quanto a quel che succederà da qui in avanti, come sempre accade in certe situazioni, esistono due scuole di pensiero e, forse, addirittura due squadre che tifano per l’uno o l’altro scenario. Il primo, considerato al momento quello più realistico, vede le due parti accordarsi su una separazione consensuale, mentre le loro vite prenderanno strade e, chissà, forse anche Paesi diversi. L’altro scenario è quello che nell’entourage del premier qualcuno (non molti a dir la verità) caldeggia; separazione sì, ma poi ritorno di Veronica accanto al marito per aiutarlo a ritrovare se stesso. Magari anche passando per un soggiorno in una di quelle cliniche specializzate nella cura della dipendenza dal sesso. Non è uno scenario del tutto escluso, e molto dipenderà da quanto e come la stampa (soprattutto all’estero) continuerà ad appassionarsi alla vita privata di Berlusconi. Ma, al momento, è il primo quello che il presidente del Consiglio sembra intenzionato a perseguire.

La colazione di aprile
È la fine di aprile (...). Veronica Berlusconi è a Milano e decidiamo di fare colazione insieme. So che è turbata. Da quando ha letto sui quotidiani che la sera di domenica 26 aprile suo marito è stato a Casoria, alla festa per i 18 anni di Noemi Letizia, la sua scelta degli ultimi dieci anni, quella di restare comunque e nonostante tutto la moglie del presidente del Consiglio, è improvvisamente diventata insostenibile. Ha un paio d’ore libere e verrà a mangiare qualcosa a casa mia, mi dice. Da giorni non si parla che di Noemi Letizia, una ragazza sconosciuta alle cronache ma nota al giro più intimo del premier. (...) Per Veronica è una delle settimane più difficili della sua vita: in poche ore succede di tutto, la figlia Barbara, ricoverata al San Raffaele perché si teme un parto anticipato mentre la madre sta mettendo fine al rapporto più importante della sua vita, una storia durata trent’anni, quella con Silvio Berlusconi. Torniamo alla colazione a casa mia. (...) Quando arriva è una donna amareggiata ma serena. «Penso che non mi resti altra scelta che separarmi» mi dice. Io sono incredula.


Veronica Lario
La ascolto, coltivando il dubbio che, all’ultimo momento, Veronica possa cambiare idea. «Perché non vi parlate, tu e tuo marito?» le chiedo come banalmente farebbe chiunque. «Non posso », risponde «mi racconterebbe l’ennesima bugia e stavolta non la reggerei». Anch’io commetto l’errore di sottovalutare la sua fermezza, penso che magari vorrà meditare ancora sulla decisione: la conosco da 18 anni e per me è un esempio di persona razionale ed estremamente prudente. Invece, stavolta, non va così. Nessuno meglio di lei sa quando l’amarezza buttata giù in silenzio negli anni raggiunge il livello di guardia. Prima o poi arriva il momento in cui non resta che arrendersi al luogo comune della goccia che fa traboccare il vaso. Veronica è addolorata, arrabbiata e lucida. «Diranno che potevo farlo prima? Può darsi, e allora sarà un divorzio riparatore, mettiamola così. Non posso condannarmi a fargli da balia, e ormai non riesco a impedirgli di rendersi ridicolo davanti al mondo. Sono arrivata al capolinea. Dieci anni fa non ero pronta, oggi a testa alta posso dire: "Mi separo da quest’uomo". «Domenica pomeriggio mi ha detto: "Sai, devo partire per Napoli, ho un vertice importante sulla spazzatura, domattina presto...". L’ennesima bugia. Allora, meglio cercare un’ultima forma di rispetto per me stessa, meglio divorziare. Non so da cosa mi viene questa convinzione, questa forza. Comunque, è lui che mi ha messo in questa condizione. Io potevo andare avanti per anni, ma così è impossibile ». (...)

Il divorzio
E allora eccola, la nostra prima coppia d’Italia che così di rado si è mostrata in coppia. (...) Chi, ancora di recente, ha avuto occasione di vederli insieme, non ha potuto non riconoscere tra loro un rapporto profondo. Punzecchiature reciproche, ma, si sarebbe detto, in fondo affettuose. Tra coniugi che sanno, volendo, dove andare a parare. Ogni tanto, si chiamavano amore. (...) Fino ai primi mesi del 2009, insomma, la coppia sembrava avviata verso una sia pur turbolenta sopportazione. (...) Lunedì 4 maggio l’avvocato della signora, Maria Cristina Morelli, rilascia la dichiarazione ufficiale: Veronica Lario chiede il divorzio da Silvio Berlusconi. (...)

L’ira di Barbara
Veronica è riuscita per anni a difendersi dalle insidie dei media, a esserci mentre non c’era. Stavolta, però, non ha scampo: la sua storia viene rivisitata da qualche quotidiano con l’approccio malevolo che di solito, nei divorzi, appartiene alla squadra che si schiera col marito, rileggendo in chiave negativa tutti gli episodi che fino a qualche tempo prima avevano tutt’altra interpretazione. Un atteggiamento che certo non fa piacere alla diretta interessata, ma che manda letteralmente su tutte le furie Barbara, la maggiore dei figli nati dal secondo matrimonio di Berlusconi. Dei tre, è certamente lei la più vicina, almeno fisicamente, alla madre: abitano a poca distanza l’una dall’altra, nel parco della residenza di Macherio, mentre Luigi, concluso l’anno accademico in Bocconi, come nelle estati precedenti è volato a Londra per uno stage e medita di trasferirsi in Cina per un anno, per un Erasmus in una università della nuova potenza globale. Eleonora, infine, vive negli Stati Uniti e anche dopo la laurea in economia conta di rimanere lì per uno stage nel mondo della comunicazione e della tv. Così è Barbara quella che, nel ruolo della primogenita, si fa carico di affrontare, a più riprese, il difficile colloquio con un padre amatissimo ma del quale non condivide i più recenti comportamenti.

Il primo scontro, raccontano fonti attendibili, si consuma il giorno in cui Dario Franceschini inciampa in un’infelice dichiarazione: «Fareste educare i vostri figli da un uomo come Berlusconi?». Da Palazzo Chigi partono molte telefonate verso Macherio e a Barbara, incinta di otto mesi del secondogenito Edoardo, viene chiesto di aggiungere anche la sua voce a quella dei fratelli Marina, Piersilvio e Luigi, tutti insorti, con dichiarazioni e toni distinti, contro l’ipotesi franceschiniana che il loro non sia il miglior genitore del mondo. Ma Barbara non sente ragioni e in una concitata telefonata col padre, che in quel momento è a Roma, sfiora quasi la rottura dei rapporti. In quello stesso giorno, a Milano, la galleria Cardi Black Box di cui Barbara è socia con gli amici Nicolò Cardi e Martina Mondadori, ha in programma il primo grande evento ufficiale. Tutti e tre i figli di Veronica sono presenti ed è atteso anche Silvio Berlusconi che, invitato, a quanto pare aveva assicurato di riuscire ad arrivare in tempo per la cena. Ma il presidente del Consiglio non si farà vedere. Dopo quella sera, Barbara e il padre tornano ovviamente a parlarsi, vengono anche fotografati a Portofino insieme al piccolo Alessandro e a Giorgio Valaguzza, il compagno di Barbara. Alla nascita del quinto nipote, Edoardo, il nonno si precipita nella clinica di Lugano e i rapporti sembrano rasserenati. Il 5 agosto però Vanity Fair pubblica un’intervista a Barbara il cui contenuto appare piuttosto critico verso Berlusconi. (...)

L’estate del 2008
«Voglio che mio nipote Alessandro cresca con il senso della famiglia ». Ecco perché la first lady ha dedicato l’estate ai suoi. «Siamo un nucleo complesso che vuole restare unito. Dovrebbe far piacere, e invece tutti si auguravano una nostra separazione. Strano Paese il nostro. C’era un’attesa per questa separazione, un’aspettativa... Nessuno si augura che la gente rimanga insieme, che trovi un suo equilibrio... Tutti tifavano per la rottura, aspettavano il divorzio, la notizia che anche questo matrimonio era saltato. Non è facile mantenere unita una famiglia complessa come è la nostra. Ma è bello veder arrivare una terza generazione, è qualcosa che trasmette gioia, anche amio marito. Voglio che mio nipote Alessandro cresca avendo il senso della famiglia». Per Veronica Lario in Berlusconi quella del 2008 è l’estate della sovraesposizione e in tanti si sono chiesti perché avesse dato il via libera alle foto mano nella mano col marito, alle passeggiate a Porto Rotondo e a Portofino, al ritratto di famiglia, il primo dopo molti e molti anni, sulla copertina di Chi. (...) «Resta perché c’è di mezzo un gran patrimonio» semplificano quelli che vedono nella «robba» il solo collante per tenere insieme i rapporti. (...) «Ne abbiamo viste di famiglie che per l’eredità si massacrano. Ecco, si può cercare di evitare questo dolore immenso, si può credere in un nucleo nel quale, ciascuno con un proprio ruolo, ci sia la volontà di rimanere uniti» è la riflessione di Veronica. È un pensiero che la accompagna da tempo, ma certo l’arrivo di Alessandro ha rafforzato il convincimento. (...)

L’amarezza di oggi
Che cosa succederà, adesso, nella Dinasty di Silvio e Veronica? (...) L’unica certezza è che, per la prima volta, la coppia si troverà a trascorrere almeno una parte di agosto in Italia, a un passo l’uno dall’altra e, paradossalmente, senza incontrarsi. (...) Quanto a lei, lo stato d’animo è forse meno turbato di quanto non fosse il 27 aprile, il giorno in cui tutto è cominciato. Ma l’amarezza resta, e sta tutta in un pensiero confidato alle persone più vicine: «Quel che più mi dispiace è che un uomo come Silvio possa aver tradito se stesso. Ha fatto tanto, tanto ha conquistato, e oggi di lui si parla per cose che fanno dimenticare quel che davvero è stato ».

 
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