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Lucky (Due di Picche)
view post Posted on 19/8/2009, 09:56 by: Lucky (Due di Picche)




Uccisi i tre banditi
Kabul, talebani assaltano una banca
Un commando si barrica al quinto piano circondato dalle forze speciali alla vigilia delle elezioni


KABUL - Sale di ora in ora la tensione in Afghanistan alla vigilia del voto per le presidenziali del 20 agosto. Un gruppo di talebani mercoledì mattina ha assalito una banca nel nel quartiere di Jadi Maiwand, nel centro di Kabul. Il capo della polizia investigativa della capitale, Sayed Abdul Ghafar Sayedzada, ha riferito che sono penetrati nell'edificio che al piano terra ospita un'agenzia della Pashtani Bank ma è vuoto in quelli superiori. C'è stata una lunga sparatoria con gli agenti e i tre assalitori, asserragliatisi al quinto piano, sono stati eliminati, ha reso noto Zemarai Bashari, portavoce del ministero dell'Interno.

SILENZIO STAMPA - Il governo afghano, come nei giorni scorsi, ha chiesto il silenzio stampa sugli attentati per non allarmare gli elettori. Anche in questo caso, il ministero dell'Interno aveva dapprima parlato dell'azione di «ladri o rapinatori», ma poi la polizia ha ammesso che si trattava di talebani. Un portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahed, ha riferito che all'assalto alla banca hanno partecipato quattro guerriglieri e che una ventina di combattenti e kamikaze si trova a Kabul in attesa dell'ordine di attaccare. Nella zona dell'assalto c'era poca gente in giro in quanto oggi in Afghanistan è festa nazionale: si commemora l'indipendenza dal dominio britannico.

VITTIME - Un militare statunitense è stato ucciso martedì in un attacco delle milizie talebane nel sud dell’Afghanistan. Lo hanno reso noto fonti militari della Nato, senza fornire ulteriori dettagli. Sale così a 45 il numero delle vittime militari statunitensi in Afghanistan nel mese di agosto. Quattro poliziotti afghani sono stati uccisi per errore in un raid di elicotteri Nato contro un posto di blocco presso Ghazni nella notte tra martedì e mercoledì. Altri tre sono rimasti feriti e due sono dispersi, secondo il governatore della provincia. Nessun commento da parte delle forze della coalizione.


19 agosto 2009


LA POLEMICA
Lippi: «Scudetto alla Juventus»
Mourinho: «Il ct manca di rispetto»

Il tecnico dell'Inter: «Se ha detto una cosa del genere mi fa pensare». La reazione: «Esagerato»

MILANO - Un pronostico, come se ne fanno tanti in queste settimane: «Chi vince lo scudetto? La Juve». Ma la previsione di Marcello Lippi non è andata giù a José Mourinho. «È una mancanza di rispetto» sbotta il tecnico dell'Inter. «Se lo ha detto, mi fa pensare molto». Secondo l'allenatore portoghese, «è la prima volta che vedo un ct, una persona con una grandissima responsabilità istituzionale», pronosticare il successo di una squadra». E avvia un discorso secondo il quale attribuisce a Lippi non una previsione ma un verdetto , come a suggerire che il ct non ha guardato nella sfera di cristallo. «Per quel che riguarda il campionato - dice - devo iniziare a cambiare il mio pensiero perché il torneo sembra sia già finito ancora prima di iniziare. Io posso accettare che un giornalista dia la sua opinione e scriva che la Juventus, a suo parere, è la squadra che vincerà il prossimo scudetto», ha detto il portoghese. «Ed è ovvio che accetti che lo facciano anche un giocatore, un dirigente o il presidente della Juventus: fa parte della logica, perché fa parte di quello che si prova, che si sente e che può servire a motivare la propria squadra. Ma è la prima volta che leggo di un ct che dice queste cose».».

INTERVISTE - La previsione di Lippi non è diversa dal pronostico che lo stesso ct ha fatto il mese scorso in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: «Juve da scudetto, Inter da Champions». Non risultano sollevazioni degli altri tecnici delle squadre iscritte alla Champions per un torneo «già finito prima di cominciare». In ogni caso si può registrare che con Ranieri disoccupato e Ancelotti a Londra sulla panchina che era stata sua prima di essere sollevato dall'incarico da Abramovich, Mourinho ha trovato ancora prima di cominciare il campionato un nuovo collega da criticare.


Lippi (Ipp)
«ESAGERATO» - Immediata la replica di Lippi: «La reazione di Mourinho? Mi sembra che si stia esagerando, in passato ho detto tante volte che l'Inter era la più forte e candidata allo scudetto. Rilascio un miliardo di interviste - dice Lippi - . Da tre anni dico che l'Inter è la squadra più forte. Ieri, in un'intervista in cui si è parlato di tante cose, ho dato una risposta secca ad una domanda sul prossimo campionato e ho detto che avrebbe vinto la Juventus. In tante altre circostanze ho parlato bene di altre squadre, mi sembra che in questo caso si stia esagerando».

LA CONTROREPLICA SUL SITO - A Mourinho piace evidentemente avere l'ultima parola, perché in serata sul sito dell'Inter viene diffusa una controreplica alla replica di Lippi. «Esagerare? Non certo da parte mia - sottolinea Mourinho -. Perché, se era un pronostico, come Lippi per altro ha confermato, era un pronostico, esagerato, che il ct di tutto il calcio italiano non dovrebbe mai fare. E poco importa se, in precedenti interviste, un anno o un mese fa, Lippi ha parlato bene dell'Inter o di altri club. Ieri sera il ct di tutti ha dato un suo indirizzo preciso a un campionato che deve ancora iniziare. A me questo non sta bene e lo dico, serenamente, da allenatore di club a ct». Serenamente.




18 agosto 2009



La dirigente ha denunciato tutto ai magistrati, ora vive sotto scorta.
L’eroina che sventò la truffa all’Inps

Mogli, cognati, sorelle, fratelli, cugini, parenti e amici di uomini di rispetto si spacciavano per braccianti agricoli senza esserlo
C’ è una piccola grande donna da proteggere, in Calabria. Una donna che sta rischiando grosso per aver fatto un gesto che da qualunque altra parte del mondo occidentale, da Helsinki a Vancouver, è ovvio e normale: ha passato ai giudici i documenti d'una truffa all'Inps. Truffa che per anni aveva fatto scrosciare acquazzoni di denaro su mogli, cognati, sorelle, fratelli, cugini, parenti e amici di uomini di rispetto che si spacciavano, senza esserlo, per «braccianti agricoli».

La signora, eroina suo malgrado in un paese dove la semplice osservanza delle leggi può richiedere un coraggio straordinario (come quello che costò la vita a Giovanni Bonsignore, un funzionario regionale siciliano reo di avere denunciato la truffa di una cooperativa) si chiama Maria Giovanna Cassiano, è la dirigente della sede Inps di Rossano, sulla costa dello Jonio in provincia di Cosenza e da due mesi vive sotto scorta dopo essere stata pesantemente minacciata.

Non è una testa di cuoio, non è uno specialista scelto dei carabinieri, non è un poliziotto delle squadre speciali, non è un magistrato d’assalto in guerra con la mafia. È solo una funzionaria di medio livello di un ente pubblico come l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che ha fatto quanto le era stato chiesto da Roma: controllare come mai nell’area della Sibaritide ci fossero così tanti braccianti agricoli e come mai risultassero così tante giornate di malattia e maternità e indennità di disoccupazione. Una procedura standard, in questi casi.

Prova ne sia che ieri le agenzie davano la notizia di un’altra indagine, per molti versi simile in provincia di Taranto, dove la Guardia di Finanza ha denunciato 363 persone per una truffa organizzata da un’azienda agricola che dal 2003 al 2007 avrebbe simulato una gran quantità di false assunzioni di braccianti agricoli fregando all’Inps, in indennità previdenziali e assistenziali varie, almeno un milione e 200mila euro.

L’inchiesta di Rossano condotta su disposizione della magistratura dai finanzieri del capitano Giovanni D’Acunto, per quanto sia soltanto agli inizi, ha già sollevato il coperchio su qualcosa di più profondo, di più malato, di più pericoloso di tante truffe tradizionali. Dietro alle tre cooperative smascherate fino ad oggi, la «San Francesco», la «Eurosibaris» e la «Meridionale» (altre sono passate al setaccio in questi giorni) c’era infatti l’ombra, attraverso prestanome o addirittura persone che sarebbero risultate del tutto ignare di essere state usate come copertura, di tre famiglie legate a uomini della ’ndrangheta. Uomini che, come dicevamo, avrebbero arrotondato gli incassi di altri affari più o meno illeciti distribuendo La nei dintorni (mogli, fratelli, cognati, parenti...) la qualifica (e le prebende) di «bracciante agricolo».

Nella maggioranza dei casi, da quanto è emerso, era tutto falso. Falsi i poderi dove i falsi braccianti figuravano aver lavorato, false le coltivazioni dove sarebbero stati impegnati, falsi i certificati catastali, false le planimetrie e i timbri e tutti ma proprio tutti i documenti dei vari uffici. E quando un campo di pomodori o di meloni da raccogliere c’era sul serio, raccontano gli investigatori, le cooperative ci mandavano non quei lavoratori che risultavano all’Inps (poveretti, che scomodità...) ma immigrati pagati in nero e senza alcuna tutela previdenziale e sindacale.

Un quadro pazzesco. Concepito dagli organizzatori nella convinzione della totale impunità. Un quadro nel quale spiccano storie, nella loro perversione, assolutamente fantastiche. Come quella di una cooperativa che nel giro di un solo anno avrebbe rastrellato un monte salari di un milione e ottocentomila euro circa senza essere in grado di esibire un solo documento contabile. «Che storia è questa?», hanno chiesto al presidente. E quello: «Ho sempre fatto tutto coi contanti».

Quanto siano riusciti a sottrarre all’Inps tutti quei falsi braccianti, che dopo aver finto di avere lavorato per un certo periodo si spacciavano per «cinquantunisti» (51 giorni l’anno di lavoro), «centunisti» (101 giorni) o «centocinquantunisti» (151) chiedendo quindi indennità varie di malattia, disoccupazione e maternità, non si sa ancora. In un solo anno, ha scritto il direttore del Quotidiano di Calabria Matteo Cosenza denunciando i tormenti di Maria Giovanna Cassiano, si parla di «circa centomila certificati di malattia», di migliaia di persone coinvolte e di «somme stratosferiche per l’Inps: mediamente 4-5 milioni di euro a cooperativa » .

Domanda: può una situazione del genere gonfiarsi per anni e anni senza una qualche accondiscendenza di troppa gente che sapeva e faceva finta di non sapere? È dura da credere. Tanto più che esattamente lo stesso scandalo era scoppiato non molti anni fa nell’area di Gioia Tauro. Dove i magistrati, interrogandosi su «come mai la Calabria ha un ventottesimo della popolazione italiana ma un bracciante stagionale su sette?» scoprirono che «nove braccianti agricoli su dieci » erano fasulli: motociclisti con Honda costosissime, mamme incinte al nono mese, detenuti che figuravano al lavoro mentre erano in cella, studentesse con le unghie laccate e i tacchi a spillo. Tutti «raccoglitori di olive» in uliveti che figuravano catastalmente piantati perfino sulle banchine e nell’acqua del porto di Gioia.

Eppure, pare impossibile, contro la decisione dell’Inps di non sganciare più un euro a tutti i soci delle cooperative taroccate fino alla chiusura delle indagini sono scoppiati nella Sibaritide focolai di rivolta. Le minacce che abbiamo detto alla signora Cassiano. Un tentativo di bloccare la festa patronale di Maria Santissima Archiropita. Due blocchi, a fine luglio e poi di nuovo l’altro pomeriggio, dalle 12 alle 20.30, con ingorghi giganteschi e turisti inveleniti, della statale E 90 che costeggia lo Jonio da Taranto a Reggio.

Peggio, la rivolta è cavalcata da un pezzo del mondo politico. Porta voti, cavalcare queste ribellioni. Per informazioni, chiedete ad Antonio Caravetta, l’uomo forte dell’Udc. Consigliere comunale a Corigliano e recordman di preferenze in zona alle ultime provinciali. Da sempre punto di riferimento dei «braccianti». Com’è scoppiato il casino, ha subito emesso un comunicato: «L’arroganza e l’insensibilità nei confronti dei tanti lavoratori agricoli della Piana di Sibari...».


19 agosto 2009


STUDIO DI BANKITALIA
«La crescita degli immigrati
non toglie lavoro agli italiani»

Evidenziata una «complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne»


ROMA- La crescita della presenza straniera in Italia negli ultimi anni «non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani», ma ha al contrario evidenziato una «complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne», favorendo maggiore spazi di occupazione.

L'ANALISI - È quanto afferma uno studio della Banca d'Italia contenuto nel rapporto sulle economie regionali secondo cui l'afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie ha accresciuto le opportunità «per gli italiani più istruiti» impiegati in «funzioni gestionali e amministrative», mentre le donne avrebbero beneficiato della presenza straniera, nel settore dei servizi sociali e alle famiglie, come per esempio colf e baby sitter, attenuando «i vincoli legati alla presenza di figli e l'assistenza dei familiari più anziani e permettendo di aumentare l'offerta di lavoro» femminile.

ANTIDOTO ALL'INVECCHIAMENTO - L’afflusso di immigrati dall’estero nell’ultimo decennio - secondo lo studio - ha sostenuto la crescita dell’occupazione in Italia, «contribuendo a contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione». Gli stranieri, recita lo studio, «hanno un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani e redditi da lavoro significativamente inferiori». E a questo fenomeno contribuiscono «un più basso livello di scolarità degli immigrati, una maggiore concentrazione in imprese meno produttive, il prevalente utilizzo in mansioni a ridotto contenuto professionale». Gli stranieri residenti nel Mezzogiorno, inoltre, hanno un’istruzione, tassi di occupazione e redditi da lavoro inferiori rispetto a quelli del Centro-Nord.

ITALIANI PIU' ISTRUITI E DONNE - «La crescente presenza straniera - evidenziano, come sottolineato pocanzi, gli studiosi di Via Nazionale - non si è però riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani, che al contrario, sembrano accresciute per gli italiani più istruiti e per le donne. In particolare, l’offerta di lavoro femminile italiana si è giovata dei maggiori servizi per l’infanzia e per l’assistenza agli anziani». Per le donne, infatti, «la crescente presenza straniera attenuerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all’assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l’offerta di lavoro». L’afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie «può inoltre aver sostenuto la domanda di lavoro per funzioni gestionali e amministrative, che richiedono qualifiche più elevate, maggiormente rappresentate tra gli italiani».

DIFFICILE INTEGRAZIONE DEI GIOVANI - Le nuove generazioni di stranieri, avvertono però gli economisti di Bankitalia, «che rappresenteranno una componente rilevante della futura forza lavoro nel Paese, registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani». In particolare, «le difficoltà scolastiche degli stranieri sono più accentuate nel Mezzogiorno». Tuttavia, «il processo di integrazione economico e sociale degli immigrati migliora con il perdurare della loro permanenza in Italia».



18 agosto 2009



LA TRAGEDIA
Olanda, brucia una casa:
muoiono quattro fratellini

Nell'abitazione viveva una famiglia di 16 persone. Le vittime hanno un'età compresa tra uno e 8 anni

L'AJA - Quattro bambini sono morti nel rogo della loro casa a Kampen, in Olanda. Lo ha riferito un portavoce del comune, spiegando che l'incendio è divampato nell'abitazione di una famiglia numerosa. I bimbi di 8, 6, 4 e un anno di età, tutti maschi, sono rimasti intrappolati nelle fiamme mentre i genitori e 10 sorelle sono riusciti a salvarsi.

CAUSE SCONOSCIUTE - Il sindaco di Kampen si è recato sul luogo della tragedia per esprimere cordoglio ai sopravvissuti all'incendio sviluppatosi nella notte per cause ancora da chiarire.


19 agosto 2009


Ridotte al minimo le speranze di ritrovare altri superstiti del crollo della diga
Mosca ha promesso aiuti alle famiglie delle vittime. Interrotta la produzione di energia
Russia, incidente alla centrale idroelettrica
"Improbabile che i 64 dispersi siano vivi"


ROMA - Sono ormai ridotte al minimo le speranze di ritrovare altri superstiti nella centrale idroelettrica russa di Sayano-Shushenskaya (Siberia orientale), dove ieri, in seguito al cedimento di una diga, 12 persone hanno perso la vita e altre 64 sono ufficialmente disperse. Le autorità temono che il bilancio possa salire a oltre 70 morti, in quella che uno dei medici ha definito "un'indescrivibile catastrofe". "Trovare vivo qualcuno nella zona allagata è improbabile, ma le ricerche continuano", ha dichiarato Vasili Zubakin, presidente della RusHidro, proprietaria dell'impianto.

Il cedimento della diga ha causato l'inondazione della sala turbine, provocando il crollo delle pareti e di parte del tetto. I superstiti tratti in salvo sono tutti in condizione di ipotermia e con i polmoni riempiti di acqua e olio. Il governo di Mosca ha promesso aiuti finanziari ai familiari delle vittime del disastro.

Sergey Shoigu, ministro per le emergenze del paese, è intervenuto sulla vicenda, dichiarando che le probabilità che la diga crollasse erano considerate praticamente nulle.

L'impianto, in funzione dal 1978, si trova nella Siberia meridionale ed è il più grande di tutta la Russia. La produzione di energia è stata interrotta e per i lavori di ripristino della centrale occorreranno diverse settimane, secondo quanto riferito da un portavoce del gestore RusHydro.

(18 agosto 2009)
 
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